§ Pianoforte §

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Perché Draco le aveva nascosto quel biglietto? Le parole scritte su quel foglietto le si erano immortalate nella mente : "Tu che hai tradito il tuo sangue e rinnegato la tua famiglia" chi mai avrà scritto certe parole?

" soffrirai e proverai ciò, che colei che ami provò" Chi è che ama Draco? E cosa le è successo a questa ragazza?

"mentre la parte oscura risorgerà dalle ceneri." Questa era la parte che più la spaventava. Ormai Voldemort era caduto da quattro anni e il mondo magico era tornato allo splendore. Tutti vivevano in armonia, i mangiamorte erano stati rinchiusi ad Azkaban e non c'erano state evasioni. Hermione era tesa, non le piaceva la possibilità che qualcuno fosse riuscito a scappare o a nascondersi pronto a sferrare un attacco suicida.

La pioggia cadeva pesante, ma il mantello, grazie ad un incantesimo, era ancora perfettamente asciutto. Dopo mangiato Hermione aveva deciso di farsi un giro per i giardini per riposare la mente e collegare tutti i pezzi. Il volto era rigato da qualche piccola goccia che erano scivolate dal cappuccio. Il cervello lavorava freneticamente. Fra i pezzi non c'era neanche un punto per collegarli insieme. Si fece una lista mentale.

1) Oggetti smarriti.
2) Bigliettino.
3) Ragazzo scomparso.

"Bene e adesso?" Hermione si sedette sconsolata su di una panchina. Le veniva da urlare, tanto per sfogarsi. Chiuse gli occhi e rimase in ascolto. La pioggia batteva regolare a ritmo con il suo cuore. Ancora non aveva fatto i conti con le emozioni che erano sbocciate da quando era arrivato Draco. Prima riusciva solo ad odiarlo, non capiva come potesse andare in giro così tranquillo, pur avendo la coscienza sporca. Poi aveva iniziato a volergli bene, era gentile, un po' strano, ma affascinante. Tutto quello che faceva la affascinava, gli sembrava una creatura misteriosa eppure lo aveva sempre conosciuto. Ma come?

Si alzò e lentamente si diresse verso Hogwarts facendo la strada più lunga. I pensieri le si affollavano nella mente come tanti cavi, non riusciva a restare senza di essi per un attimo. Qualcuno la afferrò per le spalle e la fece girare talmente in fretta che dovette aggrapparsi alle sue braccia.

«Draco... Sempre molto delicato...»

«Scusa Hermiome, ma sei talmente leggera! Cosa ci fai al freddo e sotto la pioggia?»

Le braccia di Draco la circondavano, le sembrava di avere una calda coperta sulle spalle. Indossava un semplice mantello che gli celava una parte del volto. Si vedeva solo la bocca e la punta del naso.

«Stavo facendo un semplice giro, sai per staccare un attimo.»

«Non mi sembra che tu sia riuscita a fare molto però.»

Hermione si chiese se si vedeva così tanto. Non aveva concluso proprio un bel niente.

«Dai vieni, ti porto in un posto. Magari li riuscirai a svuotare la mente. »

La prese per mano e iniziò a camminare. Hermione non aveva voglia di opporre resistenza e si fece trasportare. La sua mano era fredda, ma morbida come la seta. Attraversarono qualche corridoio poi arrivarono davanti ad una porta che si trovava alla fine di un corridoio. Non era mai stata lì, non ci era mai capitata neanche per sbaglio in sette anni.

«Chiudi gli occhi.»

Hermione obbedì. Chiuse gli occhi, sentì Draco aprire la porta e poi spingerla dentro delicatamente. Sentì richiudere la porta e poi fu spinta al centro della stanza.

«Ora puoi aprirli.»

Muri e tende verde smeraldo coloravano la stanza. Alte finestre finemente decorate erano poste su di un lato. Al centro, vicino ad Hermione, un pianoforte a coda, nero lucido con i tasti ingialliti dal tempo. Sul lato sinistro c'erano un piccolo divanetto e una libreria. Hermione rimase un attimo ad osservare il tutto. Draco aveva ancora le mani appoggiate alla vita di Hermione, ma quasto non le interessava, anzi, la mettevano a suo agio.

«Ti piace? È stato il mio piccolo angolo di pace durante la scuola.»

«É meraviglioso, ma come mai nessuno sa di questa stanza? Ma soprattutto come hai fatto a portare un piano qua dentro?»

«É un segreto. Comunque la McGranitt sa di questo posto, me l'ha lasciato lei. Era una vecchia aula in disuso e io l'ho personalizzata, come hai potuto vedere dai colori.»

«Si ho notato che c'è un accenno di verde, ma proprio poca roba. Da quand'è che sai suonare il pianoforte? »

«Ho imparato da piccolo. A mia madre è sempre piaciuto. »

I suo sguardo e il tono di voce divennero tristi. Hermione gli mise una mano sulla spalla.

«Tutto bene? Sai anche io so suonare il piano! Certo non a livello di uno che studia al conservatorio, ma me la cavicchio!»

«Cos'é un conservatorio?... »

«Scherzi? Non sai cos'è un conservatorio? Sei scioccante!»

«Non posso mica sapere tutto sui babbani!»

«Si ma... Va be lasciamo perdere. Dai fammi sentire qualcosa.»

«Del tipo? È da un po' che non suono.»

«Nessuno ti ha mai detto che suonare è come andare in bicicletta? Quando impari poi te lo ricordi sempre! Ti d'ho l'inizio. »

Hermione si sedette sullo sgabello che scricchiolò leggermente. Si scrocchiò le dita in una sola volta e poggiò le dita sui tasti alla ricerca di una qualche melodia che le tornasse in mente. Rimase così per un po' aspettando che il cervello le rispondesse. Poi le venne e le dita iniziarono suonare piano i vecchi tasti. Era una semplice melodia, ma le era sempre piaciuta. Chiuse gli occhi e fece scorrere le dita, non aveva bisogno di vedere. Draco si sedette sul divanetto ad ascoltarla.

Quando finì Draco era ancora lì che la fissava con uno sguardo estasiato.

«Visto? Basta poco per ricordarsele.»

Draco si alzò e si avvicinò a Hermione. Le prese il volto fra le mani e senza dire niente la baciò.

La melodia che mi sono immaginata è di Ludovico Einaudi e si chiama Berling Song. Mi è sembrata la più adatta. Comunque spero vi piaccia il capitolo! Lasciate tante stelline e commenti. ♥

"The Sky Seen From The Moon" |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora