§ Bottega §

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«DRA-...»

Hermione era riuscita a sfilarsi il bavaglio, ma prima che potesse pronunciare il suo nome, il mago gli lanciò un incantesimo contro. Un gran polverone si alzò e ci fu un gran fracasso a causa della cattedra che andava in frantumi. Poi tutto si fece nero e qualche secondo dopo, quando riaprì gli occhi, le sembrava di essere in un luogo già conosciuto. Era nella bottega, attorniata dalle creature pericolose che utilizzava spesso in classe. Non sapeva come ci era arrivata, ma capì quando il mago le strattonò una spalla per farla girare, facendola guasi ribaltare.

«Volevi chiamarlo eh principessa? Adesso puoi usare la voce in un altro modo. Dimmi come si aprono queste gabbie.»

«E perché mai dovrei dirtelo? »

«Diciamo che mi serve un certo animaletto per concludere un lavoro. Dimmi come si fa oppure ti farò vedere l'inferno. »

«Io ho vissuto all'inferno, vederlo sarebbe come tornare a casa.»

Disse Hermione con acidità. L'uomo decise di lasciarla perdere un attimo e iniziò a girare per la stanza. Doveva distrarlo e avrebbe scoperto il modo di aprire le gabbie, ma non riusciva a ragionare. Una domanda continuava a martellarle la testa.

Draco la amava?

Non riusciva a capire neanche più i suoi sentimenti che giorno dopo giorno, in sua presenza, erano diventati più confusi, tormentati e pesanti. Era riuscita a ritagliarsi un mondo perfetto, nel quale l'amore era stato bandito, dopo la separazione da Ron, ma poi era arrivato lui. Aveva rimescolato le carte, l'aveva messa in discussione, le aveva fatto provare emozioni talmente forti da farla rimanere destabilizzata e adesso che si trovava rinchiusa nella bottega, senza di lui, si sentiva vuota.

Intanto l'uomo continuava a cercare di capire il meccanismo, cercava un tassello, una leva, un bottone per aprite le gabbie, ma niente. Hermione si stava lentamente slegando dalle corde che le stringevano i polsi e le gambe. L'uomo ritornò indietro.

«Allora tesoro, come si fa ad aprire la gabbia?»

Hermione non rispose, chiudendosi nel silenzio. L'uomo le prese il mento e lo alzò per far coincidere i loro sguardi.

«Il silenzio non è contemplato come risposta.»

Tirò fuori la bacchetta e le lanciò un Crucio. Il dolore le straziò le membra, era come essere trapassati da milioni di aghi in contemporanea. Non si ricordava del dolore che provocava l'incantesimo. Alcune immagini le saltarono alla mente: il ricordo di Bellatrix e della scritta, Draco che la fissava inerme e vigliaccamente e poi l'immagine di un Draco nuovo, gentile, protettivo, geloso, malizioso, sensibile e vulnerabile come un bambino, segnato dai troppi anni di rabbia, di delusione, di disgusto. L'effetto del Crucio terminò ed a Hermione di schiarì nuovamente la vista.

«Ti è piaciuto?»

«É stato molto utile, mi stavo annoiando a morte.»

Gli ringhiò contro Hermione. L'uomo perse il sorriso meschino che gli era nato sul volto e comparve una maschera di puro odio.

«Vuoi fare la simpatica? Adesso vediamo se riderai ancora.»

L'afferrò per una spalla e si smaterializzarono.

"The Sky Seen From The Moon" |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora