Capitolo 14

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Attorno a me era di nuovo tutto nero, poi qualcosa iniziò a plasmarsi. Riuscivo solo a distinguere il pavimento sul quale camminavo, era freddo e duro, come se avessi milioni di oggetti minuscoli e appuntiti sotto i miei piedi nudi. Rimasi immobile poiché sapevo che se mi fossi mossa di un centimentro qualcosa mi sarebbe entrato nei piedi.
Davanti a me la figura si avvicinava sempre di più e diventava più grande. Sembrava qualcosa a quattro zampe, un cane per forza. Mentre si avvicinava diveniva sempre più maestoso. Quando riuscii finalmente a vederlo bene, notai i suoi occhi rossi e il pelo di un grigio tendente al nero. Dalla sua bocca digrignata si sporgevano canini che sembravano pronti a mordere. Mi voltai, ma dietro di me non c'era niente, il vuoto assolto. Capii che stava puntando proprio me e iniziai a correre noncurante del dolore che provavo ai piedi, i quali dopo poco iniziarono a sanguinare. Corsi più velocemente possibile, sentii qualcuno graffiarmi lungo la schiena, il lupo era dietro di me. Fino a che mi mancò la terra da sotto i piedi e caddi nel vuoto. Attorno a me continuava a non esserci alcun tipo di luce. Sentii l'aria scompigliarmi i capelli che si spostarono subito dal mio volto. Andavo così veloce che le mie braccia e gambe non potevano non stare distese verso l'alto, nonostante stessi cadendo di faccia.
Dopo un tempo che sembrò non finire mai, ci fu un impatto, così forte che fu come prendere un'enorme schiaffo che ti ricopriva interamente. Faceva freddo. Ero in acqua, infatti dovetti subito trattenere il fiato. Cercai di nuotare verso l'alto, ma niente. Non sapevo quanto in profondità ero caduta, quanto lontano era l'ossigeno, niente. Rimasi allora ferma, ebbi la conferma di essere in mare quando, ormai senza fiato, assaggiai l'acqua che mi circondava, ed era palese la presenza del sale. Iniziai a sentire l'acqua nei polmoni, cercai di tossire, ma ovviamente era tutto invano.

Mi svegliai senza fiato. Iniziai a boccheggiare, ma l'ossigeno non arrivava ai polmoni che sentivo colmi di acqua. Iniziai a tossire, e un fiume di acqua uscì dalla mia bocca bagnando tutto attorno a me, il mio letto ora aveva le coperte pesanti e attaccate alle gambe per tutta l'acqua. Cercai di respirare, ma non riuscii a prendere un minino di aria. Continuai ancora. Sentivo che da un momento all'altro sarei anche potuta morire, eppure non accadeva.
Non ce la facevo più, fino a che di colpo tutto passò. Come se non fosse successo nulla. L'acqua non bagnava più né me né il mio letto. Corsi in bagno e mi sciaquai la faccia con dell'acqua fredda. Una volta asciugata mi guardai allo specchio e scostando i capelli, notai una cosa scura sul lato del collo. Mi avvicinai allo specchio e vi era un simbolo, come il marchio che avevo sul polpaccio, solo che ora erano due ed erano uno di fronte all'altro. Cosa diavolo stava succedendo?
Magari c'era qualcosa in quello che ho mangiato o bevuto ultimamente da portarmi ad avere allucinazioni simili, era l'unica spiegazione. E se fosse una conseguenza legata a quei demoni dell'altro giorno? Se mi avessero fatto qualcosa, che so io, con la forza del pensiero?
Cercai di non pensarci, o sarei diventata pazza.
Mi misi i miei fantastici pantaloni a vita alta neri che mia madre odiava tanto, e sopra un top carne con maglietta nera in pizzo, iniziava a fare freschetto. Superga bianche ai piedi e via. (Coldplay - Hymn for the weekend)

Salii sul bus e non esitai a mettere l'unica canzone che potesse distogliere i miei pensieri da qualsiasi cosa: hymn for the weekend dei Coldplay. Li amavo alla follia, non sbagliavano mai una canzone, qualsiasi cosa scrivessero, era sempre perfetta. Tra la voce di Chris Martin e la musica in sé, mi sembrava sempre di entrare in trans. Ascoltare la musica per me era come entrare in un mondo dove la puzza del bus causata dai troppo passeggeri schicciati modello sardine non importava, e neanche gli insulti di qualcuno al quale veniva pestato il piede e così via. Ero in pace con il mondo.

Devil's Seduction #Wattys2018Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora