L'inizio

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Come tutte le altre mattine Margherita si siede accanto a me, anche se il suo posto sarebbe un altro. Però è impossibile resistermi, quindi siamo vicine.
Sara non c'è.
- Ovviamente- Sussurro.
Come tutti i giovedì le prime ore sono greco, inglese e matematica.
Alla terza ora Sara entra in classe con noncuranza.
- Sara, hai la giustificazione? - Le chiede la professoressa Ferraro posando il gesso sulla cattedra e voltandosi a fatica verso di lei.
- No, mia mamma non era in casa -.
Io e Margherita ci stringiamo per farla passare.
- C'erano dei compiti di greco o latino? - Mi chiede mentre si siede accanto a noi.
Annuisco.
- Me li fai copiare? -.
Sbuffando le porgo il mio quaderno, mentre lei senza curarsi della difficile lezione di matematica copia i compiti.
Quando suona la campana della ricreazione io e Margherita ci fiondiamo in corridoio per comprare la nostra amata focaccia di patate, prima che arrivi una folla di studenti affamati.
Concluso il nostro acquisto raggiungiamo furtivamente Sara sul pianerottolo del famoso quarto piano.
- Ok ragazze, dobbiamo trovare il modo per entrare qui dentro! - Annuncia con determinazione scuotendo i capelli castani.
- Sarà solo un piano come gli altri. Non c'è bisogno di rischiare una punizione-. Risponde Margherita staccando un grosso pezzo di focaccia.
- E dai, sarà divertente! - Dico io poggiando una mano sulla maniglia della prima porta.
Improvvisamente questa si apre.
Non posso crederci, è aperta!
- Qualcuno tenga la porta -. Dico ed entro nel piccolo corridoio, sperando che anche l'altra entrata sia aperta. Ma non lo è. 
- Cavolo, è chiusa! - Esclamo delusa.
- Che cosa si vede dalla finestrella? - Chiede Margherita incuriosita.
Mi alzo in punta di piedi e guardo.
Il vero è sporco, la polvere posata su di quello mi solletica le narici.
- Vedo... L'ascensore, il corridoio con alcuni armadi e delle porte. È tutto molto polveroso e in stato di abbandono. -.
Sara s'illumina. - Quindi l'ascensore arriva fino lì dentro?!? -.
- Probabile - Dico emozionata.
- Allora andiamo! -.
- No. L'ascensore va solo fino al terzo piano. Non c'è il bottone che porta al quarto -. Dice Margherita.
- Che stranezza... È come se...-.
- È come se tutti i docenti e il preside volessero nascondere qualcosa d'importante -. Concludo io.
- Ehi, ora vado in classe, prendo una forcina e scassino la serratura- Dice Sara decisa.
Non facciamo in tempo a fermarla, perché molla la porta aperta e corre giù.
Non riusciamo nemmeno ad uscire dal corridoio, perché la porta si chiude davanti ai nostri nasi. E non si apre più.

Io e Margherita ci guardiamo negli occhi prima di iniziare a cercare di aprire la porta.
- È chiusa! - Esclama.
- Lo vedo! -. Dico quasi urlando mentre spingo la maniglia.
- Com'è possibile?!? Prima non era chiusa a chiave!! -.
Mi fermo.
- Ok, calmiamoci. Quando Sara arriverà con la forcina ci libererà e faremo finta che... -. Non faccio in tempo a finire la frase, perché la campanella che segnala la fine della ricreazione mi copre.
- Cavolo, ora Sara non potrà venire ad aiutarci, la vedranno salire! - Urla Margherita. 
Come disperate iniziamo a colpire la porta con calci, pugni e spallate.
- Aiuto! Aprite! Aprite per favore! - 
- Ragazze! Ragazze, sono qui!-. Esclama Sara dall'altra parte.
- Sara, aiuto! - Esclamo.
- Aspettate, vedo se riesco... Ehm ragazze... Qui non c'è nessuna serratura -.
- Come non c'è la serratura?!? -
Adesso sto urlando.
- Lety, non c'è, ti giuro! -.
- Dai Sara, non scherzare. Prima c'era! Le serrature non scompaiono da un momento all'altro! -.
- Ora non importa! Sara, LI-BE-RA-CI! - Adesso anche Margherita urla. Più del solito.
- E come faccio? -
- Va' a chiamare la Giudici! -
- Ma ci punirà! -
- E chissenefrega! -.
- Ok, vado!! -.

Poco dopo io, le ragazze e la professoressa di greco siamo in classe, con i nostri compagni che ci guardano in silenzio.
Non ho ancora capito come, ma in qualche modo lei è riuscita ad aprire la porta solo abbassando la maniglia, cosa che Sara aveva fatto inutilmente centinaia di volte.
- Vi hanno detto mille volte di non andare in quel pianerottolo! Le porte non sono affidabili, inoltre è sporco e antigienico! - Esclama la prof su tutte le furie.
Poi fulmina Sara.
- E tu che ci facevi con una forcina? Volevi scassinare le serrature? -.
Silenzio.
- Rispondimi -.
- Sì. Volevo farlo-.
- Prof, ma perché non si può andare in quel piano? Perché non ci arriva l'ascensore? E perché la prima porta non ha più la serratura nonostante l'avesse qualche giorno fa? Perché non possiamo avere un'aula di quelle lassù? - Intervengo io.
- Il quarto piano è vietato, punto e basta. Inoltre non dire sciocchezze: la serratura c'è in quella porta -.
- Le giuro che non c'era! - Esclama Margherita.
- Smettetela, tutte e tre. Ascoltate, per questa volta non dirò nulla al preside, perché siete al primo anno e dovete ancora abituarvi al regolamento di questa scuola. Sappiate però che se vi becco lassù un'altra volta non la passerete liscia -.
Annuiamo.
Io e Margherita sospiriamo. L'abbiamo scampata per un pelo.

Alla fine della sesta ora Sara ferma me e Margherita in corridoio.
- Ragazze, dobbiamo capirne di più su tutto questo e per farlo dobbiamo salire al quarto piano-.
- Sì, ma come? - Chiedo.
- No, io non vengo. Oggi mi è bastato-. Dice Margherita scuotendo la testa.
La guardo implorante.
Lei sbuffa. - E va bene! -.
Sara si avvicina a noi.
- Ok, ecco come faremo...

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