Finale

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Narratore esterno
Quella mattina tutti quei trenta ragazzi si svelgiarono.
Il loro risveglio portò un'ondata di gioia nell'ospedale.
Infatti, in quella mattina di giugno, tutti coloro che erano stati vittime del terremoto al Liceo Mazzini, si svegliarono dal coma.
Come medico non avevo mai visto nulla di simile.
Insomma, quando mai in seguito ad un terremoto si possono trovare addirittura trenta ragazzi ( trenta!! ) in coma?
La cosa che mi stupiva di più era il fatto che si fosssro risvegliati tutti insieme, nello stesso momento, dopo vent'anni in quello stato.
Era... Un miracolo.
Un vero miracolo.
- Dottor O'Connor! - Mi chiamò un collega.
- Dica -.
- Per favore, vada a controllare le persone nella lista -.
Mi porse un foglio con i nomi dei pazienti che si erano svegliati.
Mi diressi verso la prima.
Letizia Pagani.

Narro io

- Margherita... -
È la prima parola che dico appena apro gli occhi.
La luce mi acceca, mi viene la nausea, voglio vomitare.
Dov'è Margherita? Dov'è Sara? Dov'è Davide? E la scuola? E Ben?
Dove mi trovo?
Entra un signore nella stanza, che solo ora mi accorgo di essere in una stanza di ospedale.
- Ciao Letizia. Come ti senti? - Mi chiede.
- Dove sono? Dov'è la scuola?-.
- La scuola? E crollata, vent'anni fa. Tu e altri ventinove ragazzi siete finiti in coma -.
Ragiono sulle sue parole.
Ventinove ragazzi...
Il numero degli studenti della 3ªC...
- Come la scuola è crollata??-.
Non capisco.
- Vedi Letizia... Non sappiamo come possa essere successo, ma è avvenuto un terremoto che nessuno si sarebbe mai aspettato. E la scuola e crollata -.
- Si sono salvati tutti? -.
Lui nega.
- Molti non ce l'hanno fatta. Il tuo professore di italiano ad esempio. Te lo ricordi? -.
- Durisi.. -.
- E non solo. Però tu eri nella IV A, giusto? -.
Annuisco.
- Si è salvata la tua compagna. Sara, mi pare si chiami -.
Sara... Anche lei era nella 3ªC.
- Margherita e Davide? -.
Lui mi guarda negli occhi.
- Non so chi siano -.
Mi sento morire.
- Della mia classe si è salvato qualcun'altro? -.
- Sì, quasi tutti. Tranne due persone. -.
Il mondo intorno a me smette di girare.
Tranne due persone.
Tranne due persone.
Tranne due persone.
Tranne due persone.
Senza che me ne accorga le lacrime iniziano a scendere copiosamente sulle guance.
No. Non può essere così.
Non deve essere così.
- Letizia, vuoi guardarti allo specchio per vedere come sei cambiata? - Mi chiede il medico con voce dolce.
Annuisco, quasi in trance.
Mi porge uno specchio rotondo e mi guardo.
Ora che ho trentaquattro anni sono cambiata molto.
Sono più magra, i miei occhi sono un po' più spenti.
Restituisco lo specchio al medico.
Voglio stare sola.
Devo realizzare ciò che mi ha detto.

Sono passati tre mesi dal mio risveglio.
Ora cammino quasi sempre, parlo e ragiono lucidamente.
Ma non mi sento felice.
Quando ero in coma almeno c'era Margherita.
Mi sento tremendamente in colpa.
Ho sognato lei che mi salvava, ma mi sento come se io non fossi riuscita a salvare lei.
Ho rivisto Sara.
Anche lei ha fatto il mio stesso sogno, come gli altri ragazzi.
Così sono giunta ad una conclusione: la classe 3ªC era il coma.
Noi non potevamo uscire da lì perché non potevamo svegliarci. Quanto a Ben... Penso che fosse la personificazione del coma.
Sto impazzendo.
Tutti pensano che sia impazzita.
Però lo psicologo è interessantissimo alla 3ªC, in quanto noi trenta e il prof gli raccontiamo sempre la stessa cosa. Ed è strano che complessivamente trentun persone abbiano fatto lo stesso sogno.

È mattina.
Piove.
Lancio uno sguardo alla sveglia sul comodino: le nove del mattino.
Strano non mi abbiano svelgiat...
Toc toc toc.
Come non detto.
- Avanti - Borbotto.
Entrano due persone.
- Posso accendere la luce? - Mi chiede uno.
Lo riconosco: è il dottor O'Connor.
- Faccia pure -.
La luce si accende.
E la vedo.
Margherita.
- Oh.. -
Non riesco a parlare.
Le lacrime scendono, scendono, scendono. Non si fermano. 
Margherita si avvicina.
- Ciao Lety. Sarei dovuta venire mesi fa a salutarti, ma ho avuto problemi col lavoro. Davide invece non è potuto venire-.
- Io... Io pensavo foste morti-. Sussurro.
- No, il dottore si è sbagliato. Nella classe nostra sono sopravvissuti tutti. E ti salutano -.
È cambiata tantissimo.
Ora i capelli le arrivano fino alla schiena e sono quasi ricci.
Anche lei è dimagrita ed ora ha un fisico perfetto.
È diventata bellissima.
Il dottore ci lascia da sole.
Io e lei parliamo di tutti.
Di cosa fanno i nostri vecchi compagni, del suo lavoro sulla Costa crociere, del successo di Davide come suonatore di Jazz.
Sono così felice.
Io invece le racconto della 3ªC, del sogno.
Ma lei m'interrompe.
- Lo so, l'ho sognato anche io. È come se tutto fosse successo realmente-.
- È.. Impossibile -.
- È.. Strano. E... Interessante-.
Sorrido.
- Almeno siamo qui -.
Lei ricambia il sorriso.
- Grazie Margherita. Hai salvato tutti noi -.

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