3ªC

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Sono le 23:00 quando io, Sara e Margherita entriamo nell'aula magna della scuola deserta e buia.
- E stata un'idea geniale lasciare una finestra aperta oggi - Dice Sara orgogliosa.
- Mmh... Sei sicura? Tua mamma si accorgerà che non stiamo dormendo! - Dico poco convinta.
- Nah tranquilla, mia mamma non controlla la gente mentre dorme -.
Accendiamo le torce e andiamo nell'atrio.
Il busto di Giuseppe Mazzini è lì nell'oscurità e il suo freddo volto di pietra ci scruta silenzioso.
Iniziamo a salire le scale.
- Siete sicure che non ci sia nessuno qui, vero? - Chiede Margherita a bassa voce.
- Certo! - Risponde Sara raggiante.
Finalmente arriviamo al pianerottolo del quarto piano.
La prima cosa che facciamo è controllare la serratura. Che c'è.
- Ma che diamine...? -.
- Come diamine fa una serratura a scomparire e ricomparire a proprio piacimento? - Chiedo sfiorandola.
- Probabilmente l'altra volta ero troppo nervosa e non l'ho vista... - Dice Sara poco convinta mordendosi il labbro inferiore.
- Dai, prendi la forcina! - La esorta Margherita.
L'altra annuisce, prende una forcina per capelli dalla tasca e dopo poco abbiamo aperto entrambe le porte.
Il corridoio buio e polveroso del quarto piano è di fronte a noi. E ci sta aspettando.

Mentre entriamo finalmente nel corridoio sembra che la Terra abbia iniziato a girare più lentamente.
La luce delle nostre torce illuminano il pulviscolo presente nell'aria e tutto pare immobile.
- Sembra che qui non entri nessuno da anni - Sussurra Margherita.
- È... Strano -. Risponde Sara.
Ci guardiamo intorno.
Siamo in un normale piano, ogni singola porta è disposta nello stesso modo delle altre della scuola.
Le apriamo e troviamo solo delle aule vuote.
I pavimenti sono ricoperti da uno spesso strato di polvere, le pareti sono piene di crepe.
- Cavolo, quanto vorrei poter usare una di queste... - Dico.
Sara sbuffa.
- Insomma, stiamo rischiando la sospensione solo per vedere una cosa che si vede tutti i giorni? Cos'ha questo posto che non va? Perché i prof non vogliono che ci veniamo? Non c'è nulla di... -.
- Ssh! Abbassa la voce! - Margherita la interrompe e allunga il braccio indicando l'ultima porta del corridoio.
- Guardate! - Sussurra.
Da sotto la porta filtra della luce.
C'è qualcuno nella stanza.
Io e le altre ci guardiamo, indecise se sbirciare o no.
- E se in quella stanza ci fossero le nostre peggiori paure? - Ipotizzo.
- Ma che dici...? - Dice Margherita.
- Ehi, non voglio entrare in una stanza piena di dottori! - Esclama Sara.
- Sssh, scherzavo. Venite, andiamo a vedere -.
Spegnamo le torce e ci avviciniamo di soppiatto alla porta e ci appoggiamo ad essa.
Dall'interno dell'aula provengono dei mormorii, sembrano dei ragazzi che parlano.
- Silenzio, fate silenzio! - Esclama un uomo.
- Bene, iniziamo la lezione -.
Si sente un rumore di libri che si aprono.
- Che cosa faremo oggi, prof?- Chiede una ragazza.
- Innanzitutto apriremo la porta -.
Io, Margherita e Sara ci appiattiamo contro il muro quando la porta si apre.
Dall'aula esce un uomo.
È basso e tozzo. Ha il naso rosso e dei baffi alla francese.
Si gira verso di noi, che siamo impietrite dal terrore.
Il professore ha uno sguardo triste, stanco e vacuo.
- Buonasera ragazze. È stato Victor a portarvi qui? -.
Noi ci guardiamo, senza sapere cosa rispondere.
Prendo parola. - Ehm... No. Noi... Ecco... -.
- Non siete della classe 3ªC? -.
- No... Noi siamo di IV A - Risponde Sara.
- Ma nella nostra scuola non c'è nessuna sezione C... - Osserva Margherita.
Il professore annuisce.
- Non nella scuola di chi è ancora vivo -.
A quelle parole rimaniamo impietrite.
Cosa... Cosa sta dicendo quell'uomo? È pazzo. È sicuramente pazzo.
O ubriaco. È una spiegazione più plausibile.
- Sta scherzando, spero-. Dice Sara con voce tremante.
Il professore scuote la testa.
- Vorrei scherzare -.
Indietreggiamo.
Ma allora gli studenti...?
- Non dovete avere paura ragazze. Non posso nemmeno toccarvi -.
- In che senso? - Chiedo.
Lui allunga una mano verso la mia. E ci passa attraverso.
- Perché sono uno spirito -.
- Ma cosa...? -
- Venite ragazze. Scommetto che siete entrate qui di nascosto. Bene, è il momento di capire perché è vietato l'ingresso al quarto piano -.
Lentamente ci muoviamo verso la classe, dove una marea di studenti ci guarda con occhi vacui e spenti.
Sono di varie età, dai quattordici ai diciott'anni.
Ancora non riesco a credere a quello che sta succedendo.
- Chi siete voi veramente? - Chiede Margherita.
- Noi siamo la classe 3ªC - Risponde una ragazza con voce meccanica.
- Grazie lo abbiamo capito, ma... Perché siete a scuola di notte? Cosa vi è successo? -.
Il professore sospira.
- Siamo qui per colpa di Victor -.
- O Alan -. Interviene una ragazza.
- O July - Dice un ragazzo.
- Cosa? Non capisco... - Mormora Sara.
Il professore riprende a parlare.
La sua voce è poco più che un sussurro.
- Non ricordiamo chi sia tutta questa gente, ma solo il nome. Sappiamo solo che erano persone che abbiamo incontrato quando il quarto piano era ancora agibile, o che alcuni di noi hanno incontrato entrando qui di nascosto come avete fatto voi.
Questa gente si è rivolta ai miei ragazzi dicendogli che se si fossero fidati di loro avrebbero preso solo ottimi voti a scuola, in cambio di un favore -.
- E che favore? - Chiedo col cuore che batte all'impazzata.
- Non lo sappiamo- Mi risponde un ragazzo.
- Sappiamo solo che ad un certo punto ci siamo ritrovati qui -.
- E lei? Perché è qui? - Chiede Margherita al professore.
- Io... Non mi ricordo -.
Noi tre rimaniamo in silenzio.
Non è vero. Non è possibile che quello che ci stanno raccontando sia vero.
Non è affatto possibile.
Improvvisamente il professore cerca di afferrare Sara per la felpa.
- Dovete aiutarci! Assolutamente! -
- Sì! Aiutateci! Fate qualcosa!-.
Tutti iniziano ad urlare e a camminare verso di noi.
Sembra che la gente calma e pacata di prima non esista più.
- Correte! - Urlo.
Io, Sara e Margherita iniziamo a correre più veloce che possiamo.
Senza mai voltarci indietro ci fiondiamo fuori dalla classe e fuori dal quarto piano.


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