8...luca

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Arriviamo in un quartiere a nord della città, di quelli tranquilli e ordinati, con dei vialetti di alberi rigogliosi e lampioni in stile francese, dove vivono le famiglie benestanti. Ci fermiamo di fronte ad una villa bianca con un giardino circondato da un cancello in ferro battuto. Lui lo apre con un telecomando, per poi mettere la macchina in un parcheggio interrato. 
Spegne tutto e mi fa cenno di scendere. Io lo seguo all'interno della taverna, per poi sfociare in un salone enorme, arredato come le case dei cataloghi.

Wow.
Commento guardandomi intorno.

Ti piace?

Sembra finta tanto è bella.

Dai smettila...

Dico davvero...dove sono i tuoi?

I miei?

Bhe, non vorrai che io stia a casa vostra senza che mi sia neanche presentata.

Non credo ci sia il problema...io vivo da solo.

Ah.
Replico stupita.
Hai tutta questa villa per te?

Per me e la mia ragazza.
Tu vivi con i tuoi?

Non esattamente.
Vivo anche io da sola, cioè non proprio sola sola, con due miei amici, però siamo soli, cioè...

Cosa?!

È complicato.

Ok. Seguimi.

Io gli vado dietro sulle scale, fino a giungere al secondo piano, dove ci avventuriamo in una serie di corridoi fino ad arrivare ad una stanza bellissima, con un letto matrimoniale, un armadio di legno e una splendida portafinestra ad arco

Accomodati...
Dice aprendo la porta.

Guarda che a me andava bene anche il divano

Lui ride
Lo so, ma immagino che qui dormirai meglio.

Grazie davvero.

Chi devo chiamare per farti venire a prendere?

Chiama il mio ragazzo, ti passo il numero.

Ok.
Gli detto il numero e lui avvia la chiamata, ma dopo poco attacca.
Non risponde.

Figurarsi...

In che senso?

É arrabbiato con me da ieri perché avevo un impegno importante il giorno dei sei mesi insieme.

Mi spiace.

Anche a me. Ora è meglio che riposi un po', aspetterò domani mattina per tornare a casa, tanto ormai sono le 3:20.
Dico, per poi tentare di chiudere la porta della camera, ma lui mi ferma.

Aspetta. Lascia che ti disinfetti un po' quei tagli, così starai meglio.

Ah, ok.
Dico con un sorriso. Lui esce dalla stanza e torna poco dopo con una bacinella riempita d'acqua, un pezzo di stoffa e del disinfettante. Io mi siedo sul letto e luca davanti a me. Imbeve il panno d'acqua e lo strofina leggermente sulla mia guancia. Al contatto sento subito sollievo e continuo a fissarlo negli occhi, mentre lui accarezza il mio viso con un po' troppa dolcezza. Quando applica il disinfettante faccio una smorfia per via del bruciore provocato e lui subito ritrae la mano, per poi riavvicinarla piano. Sposta poi il panno al taglio sul mio braccio, non smettendo però di fissarmi negli occhi. Improvvisamente mi alza il viso con l'altra mano e mi bacia. Io, contrariata, lo respingo immediatamente e lo vedo arrossire un po' per l'imbarazzo.

Niente di troppo normale 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora