11...chiara

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Nuovo giorno e quindi nuova sveglia.
La mia scatta a palla alle sette precise e mi metto immediatamente a sedere appena sento il suo frastornante suono invadermi i timpani. Lorenzo intanto si stiracchia e strofina gli occhi. Trovo in qualche modo le forze per alzarmi dal letto e vado a scaldarmi una tazza di te, per poi sedermi a tavola e inzupparci dentro i biscotti dondolando avanti e indietro le gambe sotto al tavolo.
Lorenzo si alza e mi si ferma davanti.

Bhe... Cazzo guardi?!

Sei tenera quando mangi i biscotti...
Risponde sorridendo.

E tu quando mi dici queste cose del cazzo.
Replico ridendo a mia volta.

Dai, dammene uno.

Con cosa?

In che senso?

Col cazzo!

Lui sbuffa e ci rinuncia, così va un attimo in bagno per sciacquarsi la faccia. Io finisco di mangiare e poi faccio lo stesso, dandomi anche una spazzolata ai denti e una pettinata ai capelli. Infilo dei vestiti puliti, mi metto lo zaino in spalla e le beats blu al collo attaccate al telefono riposto in tasca.

Andiamo?
Chiedo infilandomi le scarpe.

Sei sicura di voler andare?

No.

E allora perché non stai a casa?

Perché oggi c'è la simulazione d'esame e se la perdo sono fottuta.

Ah, giusto.

Te ne eri dimenticato?!

Direi che adesso non dovrebbe essere la nostra prima preoccupazione...

E fregacazzi. Se vuoi restare resta. Io è meglio che mi avvii prima che cambi idea.
Dico aprendo la porta, ma lui mi raggiunge.

Non ti lascio sola... Potresti essere un pericolo...

Quando mai non lo sono stata?

Prendiamo il pullman e andiamo a scuola. Non appana varco la soglia dell'androne mi accorgo di avere dimenticato il mio libro di chimica sul sedile, dato che ho ripassato durante il tragitto. Corro immediatamente indietro e mi faccio largo fra tutti gli studenti. Risalgo sul pullman ormai vuoto e lo raccatto poco prima che riparta. Scendo con il fiatone e mi sposto una ciocca selvaggia di capelli dietro l'orecchio. Cammino a testa alta verso la mia aula, però ad un certo punto noto qualcosa, qualcosa che non mi piace per niente. Mi fermo immediatamente e stringo gli occhi per essere sicura di vederci bene. Il corridoio è molto largo e molto lungo e nella parte finale vi é una piccola curva, dove vi è una cavità seminascosta da un breve tratto di muro, sul quale vi è la porta dello stanzino del bidello.
Proprio in quel punto vedo lorenzo parlare con un incrocio. Con questo non intendo che sta parlando da solo all'incrocio dei muri, ma con un incrocio tra bastardino e barboncino dai capelli biondi. Una sorta di supercagna insomma. Mi preparo psicologicamente ad una mega incazzatura, ma per fortuna la campanella annuncia l'inizio delle lezioni e decido di andare in classe. Mi siedo ad un banco in ultima fila vicino ad alex, così che almeno lui mi restituisca un po' di calma. Continua a farmi domande, ma io lo ignoro e fisso la porta tamburellando le dita sul tavolo. La professoressa di chimica entra e tutti si alzano per salutare, ma di lorenzo ancora nessuna traccia.
Ad un certo punto lo vedo sbucare dalla soglia tutto affannato, come se avesse corso per il ritardo. Si scusa con l'insegnante e si mette a sedere.
Passata l'ora di chimica, quella di motoria e quella di italiano è ora della ricreazione. Mi avvicino alla macchinetta e inserisco una moneta, per poi pigiare il tasto per la merendina alla nutella. Quando mi accorgo che non funziona, citando la cara vecchia gin, tiro un calcio secco sulla parte inferiore e, come se niente fosse, ritiro il mio spuntino.

Niente di troppo normale 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora