Alex's povEntro in quel posto, posto, perché se uso altre parole per descriverlo mi devono censurare. Vedo infermieri vagare, dottori, gente a caso e poi ci sono io, che non penso ad altro che alla mia migliore amica. Vado all'accettazione, dove una signora sta seduta dietro ad un grande bancone tasteggiando con il computer e scribacchiando su degli appunti. Mi avvicino e mi paro davanti a lei. Un po' scazzata lei alza lo sguardo dal pc, si infila gli occhiali e impila una serie di fogli.
Cosa vuole?Salve. Io sono qui perché una mia amica ha avuto un incidente e volevo sapere se fosse possibile farle visita.
Nome?
Dice aprendo un registroGinger Lain.
Lei chi sarebbe? La sorella? La cugina? La madre?
La guardo un po' stranita e schifata
Ehmm, no. Io sono la sua migliore amica.Allora alzi i tacchi. Un paziente in terapia intensiva può essere visitato solamente dai parenti.
La prego, so che lei vorrebbe che fossi lì.
A me frega meno di niente. Le regole sono regole, signorina.
Ascolti, se insisto è perché io DEVO vederla. Abbiamo avuto l'incidente insieme.
Guardi, rimarrei a chiacchierare volentieri con lei, magari bevendo té e biscotti, ma qui abbiamo altri pazienti e tanto lavoro da fare, quindi devo andare.
Dice depositando gli occhiali e prendendo un pacco di carte, per poi alzarsi dalla sedia e iniziare a camminare per i corridoi bianchi in mezzo al marasma.
Al momento la mia coscienza é divisa in due:
Il mio buonsenso- io sono una ragazza comprensiva e razionale, quindi se il regolamento prevede questo io devo farmene una ragione, andarmene e sperare per il meglio.Il mio cattivo senso- ma c'u cazz proprio. Io non lascio la mia migliore amica in mano a sti stronzi!
E ovviamente il mio cattivo senso ha la meglio e mi avvicino alla mappa dell'ospedale posta in centro all'androne, dove leggo: rianimazione e terapia intensiva-chirurgia, sale e alloggi (piano 4). Vado diretta verso l'ascensore, ma proprio nel momento in cui si apre mi ritrovo di fronte la wonder scassapallist. Lei non apre neanche bocca, ma con un dito mi indica l'uscita. Faccio un sorriso forzato e vado verso di essa, però nel primo momento in cui si volta le faccio un bel doppio dito medio, giusto per ricordarmi della mia migliore amica.
Prendo il pullman alla fermata e così come sono arrivata me ne vado con l'amaro in bocca, pur sapendo che in un modo o nell'altro entrerò in quella fottuta stanza. Arrivo tardi al rifugio, sono ormai le sei. Mi aspettavo di trovare alex, ma niente, solo il vuoto più totale. Stranita prendo il cellulare e lo chiamo una, due, tre, quattro volte finché non alza la cornetta.Io: ciao alex.
Alex: cosa vuoi?
Il suo tono scontroso e offeso mi preoccupa, dato che non mi ha mai risposto male.Alex: allora?
Io: scusa.
Alex: detto così?
Io: sì, niente discorsi, niente giri di parole, solo scusa.
Alex: per cosa?
Io: per averti abbandonato oggi a scuola. Non avrei voluto, ma fidati, se fossi restata avrei solo fatto ulteriori danni.
Alex: me la spieghi questa storia di merisi?
Io: preferisco di no, ti prego.
Alex: non importa, comunque domani prima delle lezione il vicepreside ci aspetta per la penitenza.
Io: non andarci.
Alex: devo.
Io: no. Non devi. Io ho sbagliato io pago.
Alex: smettila alex!
Urla esasperato e io rimango ammutolita dal suo tono.Io: d-di fare cosa?
Alex: questo! Sempre questo cercare di aggiustare le cose quando il danno ormai è fatto! A proposito, oggi ho parlato con il tuo ragazzo (dice con tono sprezzante)
Io: e quindi?
Alex: niente, ho solo capito che sono stufo. Vedi, quando tu litighi con lorenzo, non ci vai d'accordo, sei triste, incazzata, svogliata, nullefacente, scontrosa e storta ci sono sempre io. Io aggiusto sempre le cose, io ti consolo, io ti faccio stare meglio, io ti salvo dalle situazioni di merda e miglioro sempre la relazione fra te e lorenzo perché voi non avete mai le palle di parlarvi faccia a faccia, occupandomi di faccende che non mi coinvolgono e non mi interessano. Io sono la spalla su cui piangere e l'amico su cui si conta sempre, però ho anche io una vita e dei sentimenti. Ti dico sempre: non lasciarti prendere dall'ira o dal panico e porca puttana se mai mi ascoltassi. Poi fai le cazzate e se ci vado di mezzo io che importa, tanto alex se la cava, tanto alex é alex e non importa a nessuno. É inutile che mi tratti così e poi mi dici: no, adesso aggiusto tutto io, come se ti importasse qualcosa, come e fossi veramente mia amica, perché ormai quello che è fatto è fatto e certe cose non si sistemano solo perché lo decidi tu.Dice tutto d'un getto, probabilmente sul bordo del pianto data la voce tremolante e il tono quasi disperato, per poi attaccare. Io getto il telefono sul divano letto e lascio cadere il peso sulle ginocchia, cadendo a terra. Mi porto le mani sugli occhi e inizio a piangere. Le sue parole non erano quelle di una semplice litigata, ma quelle di uno sfogo e sono state molto pesanti. Io ho fatto tutto questo, io l'ho trattato così, io sono u-un mostro, come persona e come amica, anche se date le sue parole io non mi sono mai comportata neanche lontanamente come tale.
Lorenzo è via, gin morente, alex mi ha mandata a fanculo: sono di nuovo sola, come all'inizio della mia storia.
Nonostante io sia tristissima non sarei mai in grado di fare l'autolesionista, perché ho molto rispetto per il corpo e nemmeno l'anoressica, anche perché la depressione mi fa venire la voglia incontrollata di mangiare tutto ciò che trovo. Proprio per questo decido di ricompormi un attimo e scendere alla locanda dei genitori di gin a mangiare, dato che, come diceva mia nonna, dopo aver mangiato si sta sempre meglio.
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Niente di troppo normale 2
Genç KurguAlex, gin, alex e lorenzo sono tornati. Con loro nuove avventure e nuovi personaggi. I ragazzi hanno fatto tanta fatica per essere dove sono, ma chi ha detto che ora sia finita???