Aprii gli occhi, (questa volta realmente) e mi ritrovai in una stanza vuota...opaca...spenta..
Era tutto confuso non capivo quasi niente; le vertebre cervicali erano come calcificate, non mi riuscivo a voltare ogni piccolo tentativo di girare il capo pareva una pugnalata nel ventre, respiravo a fatica, il mio ansimare era evidente, molto evidente, il cuore mi esplodeva nel petto, i miei tentativi erano vani, così mi limitai a fissare il soffitto; era buio... "sarà notte" pensai, ed era effettivamente così, allora chiusi gli occhi ed immaginai un cielo stellato, non ne avevo visti molti in vita mia, la cittadina di Ferdinaldsway: era molto nuvolosa , soprattutto la sera...c'era molta nebbia...o forse sono solo i miei ricordi offuscati, ma non li gradivo particolarmente, i cieli stellati, tutte quelle stelline mi ricordano tante dita pallide puntate contro di me pronte ad accusarmi di qualcosa che non ho commesso, di qualcosa che non sono.. così cominciai a sentirle ridere, risate raccapriccianti, di scherno, (...) riaprì gli occhi, questa volta era giorno, ma solo il periodo della giornata era cambiato : ero ancora in quella inquietante stanza a me sconosciuta; le pareti si facevano sempre più vicine e io non mi potevo muovere, non potevo fare nulla, non potevo gestire il mio destino, cosí cominciai a urlare sempre piú forte, con voce sempre più acuta, finché non dovetti fermarmi per aver esaurito il fiato e cominciai a tossire, una tosse stizzosa.
Sapevo che qualcosa non andava.
E sapevo che qual qualcosa era dentro a me...
La porta si spalanco bruscamente ed entrò mio padre, Mattews, seguito da un infermiera che si lamentava: "Lo sapevo, non è un posto per lei! Dovrebbe essere al manicomio!!" già, molto simpatica, e non di co dove starebbe bene lei (😒) .
Comunque papà si chinò accanto a me ed accarezzandomi il volto mi domandó : "Tutto bene tesoro?"
Ed io gli domandai a mia volta : "dove...d-dove mi t-rovo?"
"Non ti preoccupare amore, siamo all'ospedale!" Mi rassicurò (se può rassicurare una persona avere la consapevolezza di essere all'ospedale.... comunque)
Rimasi un secondo a fissare il soffitto e poi dissi: "Come faccio a voltarmi?"
Gli scappo un sorrisetto e gli scese una lacrima; arrivò mia madre allarmata e mio padre la calmò, non capì nulla di ciò che si dissero, sen non il "GRAZIE AL CIELO!" di mia madre che concluse il discorso. Mi si avvicino e mi chiese: "cucciola tutto bene?"
Io annuì e lei mi guardò a lungo negli occhi e mi abbracciò, a noi si unì mio padre e tutti insieme ci stringemmo in un vortice di lacrime e pianti ma allo stesso tempo di un affetto tale da commuovere anche quell'escremento rinsecchito dell'infermiera.
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☆Cadendo Nel Vuoto☆
FanfictionQuesta è la storia di Anne.... una giovane ragazza la cui vita viene segnata dal giorno della tragica morte della sua migliore amica Katerine McGerald. Ann entra in coma qualche mese dopo la morte dell'amica e, durante il trauma, capisce che, poich...