Capitolo 5: Ultimo accesso

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Ero appena uscita di casa, da quelle tetre quattro mura; mi ero appena ripresa dal primo trauma, accesi il cellulare e aprii whatsapp mi sedetti su una staccionata e cominciai a rileggere tutte le chat che avevo affrontato con tutti, una mia solita abitudine e mi misi a riflettere; tutti i "mi dispiace molto..." scritti dopo il giorno dell'incidente o i giorni seguenti, messaggi scritti da persone che di me conoscevano semplicemente e unicamente il nome, persone mai sentite, che non mi hanno mai rivolto la parola, conoscenti sconosciuti, ai quali non importa niente di me; messaggi di consolazione scritti per obbligo dei genitori, senza vero interesse, non per consolarmi, ma per dimostrare in qualche modo di avere cuore.
Se solo avessi ricevuto un abbraccio per ogni falso messaggio ricevuto per scopi propiziatori,.credo che non sarei così giù...
Ma che ci posso fare se la gente è mutata se siamo soltato dei luridi germi che sfruttano il pianeta in cui viviamo senza renderci conto che una volta distrutto il mondo non ci saremo più neanche noi, anche se forse sarebbe meglio così, nessuna sofferenza... provocata o sofferta....ma nemmeno gioia, non vedendo più nessun sorriso nato grazie a te e non sorridendo più, non illuminando la giornata di persone giù di corda...
MA CHE STO DICENDO!!!! SE solo negli ultimi 16 anni qualcuno mi avesse mai sorriso, io non sarei... così; ma lei, lei sì.. lei mi sorrideva sempre, e io sorridevo. A volte, quando eravamo insieme. Ma ora no... non ho più motivazioni per sorridere.
E comincia a piovere: tante lacrime amare versate su un mondo desgregato, proveniente da un cielo, ma che dico, un infinito che a noi appare turchese, colmo di sogni accesi dalla speranza di tante povere ed illuse persone; ma un giorno capiranno che è tutto inutile.
Peró un giorno, solo per poco, ma per quel poco sì, per quei giorni, in quei tanti attimi lei riusciva a far accendere la luce, quella della mia stella,.ma quella cupa mattinata invernale quell' infinito immenso perse due stelle, le nostre stelle...e in un certo senso si riprese un poco di infinito perché lei era il mio piccolo infinito, ma era troppo importante e lui la rivoleva indietro, e si è spenta la luce, e tutto è diventato il nulla, un nulla umido, freddo, scuro e deserto.
Sola... ancora... sola... per sempre...
Ero letteralmente ricoperta di acqua, un po' proveniente dal cielo e un po' dai miei occhi lucidi, e così mi incamminai verso casa continuando a leggere i messaggi delle varie chat finché il mio cuore non smise di battere; lessi un nome.
L'ultima chat... mi sforzai a pronunciarlo
"K...e.... " le lacrime ebbero la meglio cominciai ad urlare. Diedi un ultimo sguardo al cellulare e lessi l'ultimo accesso ...caddi a terra in lacrime chiusi gli occhi. Strinsi i denti. Non riuscivo a respirare... NERO....

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