Capitolo 8: la stanza d'ospedale

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Mi svegliai di colpo...i lamenti della sirena dell'ambulanza echeggiavano nella mia mente...ero confusa...ancora...mi trovavo in un posto a me non ignoto...già visto...sentii piangere mia madre...e la voce tremolante di mio padre...e capii di essere di nuovo lì.. in quella tetra e cupa stanza di ospedale...macabra quando inquietante...c'era un forte odore di disinfettante...mi voltai...vicino al mio, un altro letto vuoto...sul quale vi erano ancora le tracce del vecchio paziante che ci dormiva...il tutto era immerso in un silenzio assordante...si sentiva solo lo scricchiolare delle assi del pavimento del piano di sotto..
Le voci fiere dei dottori che annunciavono
le loro diagnosi, anche le più assurde, a volte positive, e altre no...i pianti disperati dei parenti di alcuni malati ai quali vengono assegnati il 2 tipo di diagnosi...
come se i medici potessero farci qualcosa...
La rassegnazione di poveri ammalati le cui vite stanno per giungere al capolinea...
E di cui forse farò parte...
La porta si aprì di colpo...facendomi sobbalzare...entróun uomo alto dalla carnagione straordinariamente chiara, grassoccio, dalla nuca pelata...quasi del tutto calvo...ad esclusione di alcuni capelli (se così li possiamo definire...) marroni ai lati del capo....aveva gli occhi azzurri...coperti un po' dal grasso del volto e un po' dalle borse sotto di essi...
Dopo di lui si fecero largo i miei genitori... erano bianchi in viso...anche più del medico... avevano le lacrime agli occhi...non avevo mai visto mio padre piangere...Mi sussurrò che stato bene...che tutto andava per il meglio...ma io sapevo che non era così... "se stesse tutto andando per il meglio"...pensai..."non sarei qui"
"E non sarei svenuta"

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