Capitolo 2: il sogno

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Aprii gli occhi a fatica, come fossero cuciti, come se le ciglia andassero a creare una rete, formata appunto da tanti sottili fili neri intrecciati l'un l'altro, ma erano pesanti, come dopo una giornata passata a nuotare in un mare formato dalle mie lacrime amare di disperazione, senza protezioni agli occhi,  a quella parte di noi che ci consente di vedere solo l'apparenza di ciò che ci sta davanti. Comunque,era il primo giorno di scuola, il tutto era abbastanza confuso; stavo torturando la mia povera gomma trafiggendola più volte con la punta affilata della mia matita grigia come daltronde tutto, tutto era grigio:
Il cielo, le pareti, i miei vestiti... il mio umore...
Ad un tratto entrò in classe una ragazza, una ragazza bellissima dai lunghi capelli biondi e gli occhi come il mare, che cominciarono a colorare tutto: il cielo, le pareti.. e anche la mia matita non sembrava più così grigia; nella classe vi erano sei o sette sedie libere e chissà perché fra tutti i posti liberi scelse proprio quello accanto al mio, mi guardò a lungo negli occhi; i suoi erano candidi e innocenti come piccoli fiocchi di neve incerti se adagiarsi a terra e finalmente mettere fine alla loro corsa o se, aiutati da uno o più colpi di vento, continuare il loro viaggio, non perché non ancora pronti, ma perché non si accontentano di un posto qualsiasi;
i miei Invece come vulcani, che ormai stavano per eruttare perché erano pieni fino all'orlo, erano stati delusi, abbandonati, scartati, e presi per i fondelli troppo e per troppo tempo, e che ribollivano di lava..anzi magma incandescente;
Ma lei non sembrava intimorita, come d'altronde lo era chiunque avesse mai incrociato il mio sguardo, ma no, lei non lo era, anzi, le scappò un sorrisetto che mi fece insospettire.
Le sussurrai all'orecchio destro:
"Nessuno ti ha parlato di me? Di Ann? La bestia?!"
Ma da parte sua non ottenni niente se non il medesimo sorrisetto irritante...
"Allora?! E poi perché ti sei seduta accanto a me?"
Allora le scappò una risatina...sbatté gli occhi...un suo tipico vizio... e mi disse:
"Sai a volte si prende per cattiva una persona che ha dovuto sopportare troppo e che poi è scoppiata..."
"Come hai detto?" Le domandai io..
"Sai per molti è facile dare per Iena chi in realtà é un leone..."
"Ma...che..."
"Piacere Katerine Mcgerald"
"..."
"E tu?.."
"Emh...io sono...sono Anna DiCastelLeone..puoi chiamarmi Ann..se ti fà piacere.."
"No"
"Cosa vorrebbe dire <No>?"
"Leo"
"Eh?!"
"Ti chiamerò Leo...non Ann..."
"E perché? "
"Te l'ho già detto...i leoni vengono spesso presi per Iene..e tu una Iena...non la sei di certo!..sei un leone...un povero leone confuso..forse più confuso di quei babbuini che lo danno per Iena...forse così confuso da credere davvero di essere una Iena...ma è un Leone...e io lo so... anche se sono solo una antilope so molto bene chi è il re di questa sottospecie di savana...
Per questo tu per me sarai Leo..."
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Tutto diventa bianco....e poi nero...era un'illusione...

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