Uno sguardo al passato

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Sono arrivata in orario. Occupo un posto a metà aula.
Il cecchino, come lo chiamiamo noi, ancora non si è fatto vivo.
Nell'attesa prendo il mattone di letteratura dalla borsa e lo sfoglio.

Ed eccolo entrare con il suo metro e cinquanta di statura, i pochi capelli per metà grigi, il volto segnato da un paio di rughe e ravvivato da due occhi ispidi e scuri.
Prosegue con andamento frettoloso verso la cattedra: non è solito entrare a quest'ora.

Ripone la borsa sulla sedia e, senza attendere neanche un minuto, comincia a sparare domande a raffica.

Riesce sempre a fare colpi secchi tanto precisi da far invidia ad un cecchino reale.

Questa mattina, però, non sono proprio in vena di sentire nomi di grandi autori...vorrei solamente un po' di pace.
Ma, essendo uno dei suoi bersagli, mi sa che non potrò averla.

"Signorina Stevens, un famoso letterato dell'800".

Ed ecco che comincia con la cultura generale.

"Oscar Wilde".

"Ottima scelta. Mi elenchi tutte le sue opere."

"Ravenna, la sfinge, la ballata del carcere di Reading..."inizio.

"Bene. La sua preferita?"

"Il ritratto di Dorian Gray"rispondo.

L'ho sempre adorato. Il desiderio di intrappolare il tempo in un quadro, insieme all'avidità e al cinismo. La sfida contro il destino intrapresa da un uomo che diviene schiavo di un ideale, perché l'arte e la vita, purtroppo non possono coincidere perfettamente.

Il cecchino cambia bersaglio. Finalmente la quiete.

Apro il quaderno degli appunti. Nell'angolo a destra di una pagina un paio di righe evidenziate con il giallo:
"Cercasi ragazza carina e intelligente. No spaventapasseri. Per informazioni chiamare il numero qui sotto indicato."

L'aveva scritto per scherzo Albert, poco prima di cambiare facoltà.

Quando arrivavamo in tempo, io e lui occupavamo due banchetti al centro dell'aula.
È in gamba e un gran burlone.
Purtroppo è da molto che non lo sento. Ho avuto un po' da fare con i corsi in questi ultimi mesi. Magari dovrei fargli uno squillo.

Anche se piene le ore passano con una certa velocità.
Mentre esco controllo il cellulare. Mi ritrovo una chiamata persa da un numero che non conosco e un messaggio: è di Logan.
Mi ha dato appuntamento fra un'ora fuori alla biblioteca.

Sarei dovuta andare con Beck's a fare shopping, così la chiamò per disdire.

"Ehi Becky, dopo non posso venire...facciamo domani?"

Ovviamente ha accettato anche se, stranamente, non mi ha chiesto il motivo di questo cambio di programma.

Ma non ho tempo per pensarci.
Prendo un respiro, ritorno all'appartamento e mi cambio.


L'ora che avevo a disposizione si è conclusa da cinque minuti ormai.
Sono fuori alla biblioteca, ma lui ancora non c'è.

Mi soffermo a guardare l'edificio appena ristrutturato. Le grandi porte in legno lo rendono più antico nella sua modernità.

Una mano mi tocca la spalla.

"Ehi, scusa per il ritardo".

Mi volto istintivamente.

Indossa una camicia bianca che fuoriesce dai jeans scuri.
Lo guardo negli occhi. La sua espressione mi suscita simpatia.

"No, fa nulla".

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 31, 2016 ⏰

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