Girando in tondo

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Giungo al mio piccolo appartamento condiviso con una seconda inquilina: Becky. Entro, poggio il mio trench sull'appendiabiti, la mia borsa sul divano e mi siedo sul letto emettendo un piccolo sospiro.
Un'idea mi spinge a guardare sotto il letto: lì c'è una scatola, datami da mia madre, nella quale ho conservato alcuni ricordi. Approfitto dell'assenza di Becky e le do un'occhiata.
All'interno alcuni vecchi diari e degli album fotografici.
Non c'è quello che cercavo! Credevo fosse lì...
Cerco sulla scrivania, apro un vecchio carillon ed eccola: una collana di conchiglie, identica a quella di Logan Wilson.
L'ultima sera trascorsa insieme ci scambiammo delle collane fatte con quelle conchiglie raccolte in tante ore di risate e spensieratezza.
La afferro e la metto ben in vista sulla scrivania.

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La mattina seguente mi vesto e, col volto segnato da un piccolo sorriso che marca quasi segretamente la mie labbra, indosso la collana.
Passo per il salotto, prendo la borsa, e con un fugace bacio sulla guancia, saluto frettolosamente Becky.

Alzo la mano facendo cenno al tassista di fermarsi. Apro la portiera e mi butto a capofitto sul sedile.
"Destinazione?"
"C.U." rispondo.
Guardo avanti sul cruscotto per scorgere l'orario: è la stessa ora di ieri. Alla prima ora ho letteratura....e se entrassi un po' più tardi?
Così, senza indugio, riformulo la mia destinazione.
"Mi porti all'Housing Works Bookstore Café."dico.
Varcando la soglia del bar, un brivido mi attraversa. Non so bene cosa sia, non capisco per quale motivo mi stia capitando, so solo che, in un attimo, la mia mente si è svuotata da ogni pensiero. Spingendo quella maniglia ho spinto fuori tutto.

Il passo in avanti che compio mi rimbomba nella testa in un suono assordante che prevale sulle voci dei clienti. Le mie gambe si alleggeriscono e, al contatto con il pavimento, il mio piede emette un'onda sonora che si propaga velocemente nello spazio.
In quell'attimo la mia vista s'appanna. Per un secondo non vedo e non sento con lucidità.
Muovendo gli occhi da destra a sinistra cerco di mettere a fuoco i volti: uno mi appare meno saturo. Mi concentro su di esso finche' l'immagine non diviene nitida :"non è lui" mi dico.

Compio un ulteriore passo: finalmente vedo tutto!
Scuoto la testa e rinnovo le palpebre. Mi sento diversa, non so spiegarlo.
È come se i miei polmoni si fossero liberati da un macigno che impediva loro di espirare.
D'istinto mi tocco la collana e la porto fuori dal trench.
Sospiro e, con passo deciso, raggiungo il mio solito posto e mi siedo sulla mia solita sedia.

Ordino al cameriere di turno un cappuccino.
Aspettando il mio ordine, guardo attentamente chi si trova nei paraggi. Ho osservato tutti da cima a fondo, ma lui non c' è.
Comincio a pormi delle domande...come mai non è ancora qui? Verrà?
Sto esagerando! dopotutto, l'ho visto solo una volta in questo bar!

Eppure ci spero, spero inspiegabilmente di incontrarlo. E spero in maniera assurda: spero, ma non ne comprendo la causa.
Non riesco ad evitarlo: è più forte di me.

Sono passati trentacinque minuti.
Ho consumato già da un bel pezzo il cappuccino insieme ad un croissant. Ho preso un libro dallo scaffale per ammazzare il tempo. Sono arrivata al secondo capitolo.

Nel voltare pagina guardo oltre il libro. Sta entrando qualcuno.
Il primo ragazzo è biondino dagli occhi blu profondi; il secondo ha i capelli castani e gli occhi nocciola: è Logan.
"E' arrivato!"penso con un certo sollievo.
E sono, stranamente, contenta. 
Fingo di non averlo notato e continuo a leggere.
Lui ed il biondino si siedono al tavolo di fronte al mio.

Leggo qualche altra pagina, o almeno ci provo. Non riesco a concentrarmi. Ripenso a come ci divertivamo allora e a come tutto sia cambiato nel giro di qualche mese.
E mi perdo nei miei pensieri, come fossi in un labirinto. Non trovo via di fuga, non faccio altro che imboccare strade sbagliate, non riesco ad uscire da questo stato di trance che mi ha incollata alla sedia e mi ha costretta a mascherarmi mediante una copertina.

Che mi sta succedendo?
Cercando risposta a questa domanda, torno al presente. Se non voglio perdere anche la prossima ora devo darmi una mossa!
Chiudo il libro e lo poso delicatamente sul tavolo.
Scostando la sedia, incrocio fugacemente gli occhi di Logan: i nostri sguardi si intrecciano ed io mi paralizzo per un attimo.
Ashley che combini! mi auto critico. Abbasso rapidamente lo sguardo in direzione delle mie scarpe.
Dopo qualche secondo volgo i miei occhi verso destra, prendendo la borsa. Cammino senza voltarmi aggiustandomi il trench.

Al chiudersi di quella porta butto in fuori tutta l'aria dai polmoni.

Mi prendo un paio di secondi per svegliarmi, mi aggiusto i capelli e procedo nella direzione opposta all'entrata della metro.
Devo allontanarmi per un po'. Ho bisogno di un pò d'aria fresca. Giungo alla fermata del bus e decido, senza pensarci su due volte, di salirci.

Scendo a Columbus Circle.
Occupo un posto innanzi alle fontane.
Al centro la statua di Colombo che si vaneggia dal piedistallo più alto. Di sottofondo lo scroscio delle fontane come una colonna sonora. Perché ho scelto questa piazza? Per la tranquillità che mi suscita.
Osservo le persone che passeggiano, osservo i padroni con i loro cani, fidanzati mano nella mano.
Rimango ad osservare a lungo senza muovermi né emettere un fiato.

Dopo un pò decido di alzarmi. Passeggio lentamente nel parco, continuando a guardarmi intorno.
L'attività dell'osservatore è quella che più ti rende consapevole di ciò che ti circonda.

Non mi interessa ciò a cui la mia testa pensa, adesso mi interessano le azioni esterne.
Non mi capisco e sono stufa di non capirmi.
Preferisco guardare anziché pensare.
Preferisco rimandare a quando tutto mi sarà più chiaro.

Un giorno sarò pronta ad affrontare la realtà, ma quel giorno non è oggi.

Like a drop: l'acqua che erode le rocce.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora