Chapter five

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" Her words were like gin and I was drunk from her tongue "

Quel pomeriggio l'avevo dedicato alle facende domestiche. Avevo passato l'aspirapolvere, lavato per terra, fatto il bucato. Ero orgogliosa di me siccome non avevo quasi mai tempo (o voglia) di sistemare la casa. Mi sentivo una vera Cenerentola.
Infine decisi di farmi la manicure e la pedicure. Avevo le unghie dei piedi così lunghe che tra poco non mi entravano più le scarpe. Passai lo smalto nero sulle unghie di entrambe le mani e infine le agitai per farle asciugare.
Quel pomeriggio mi telefonò pure mia mamma. Mi chiese se lo spray al peperoncino fosse arrivato quel mese ed io esasperata risposi di sì. Avevamo parlato del più e del meno, di come andava il mio lavoro e se a Natale sarei ritornata in Florida. Tutto ciò significava passare le vacanze con i parenti, cioè quelle persone che non si fanno mai i cavoli propri e sono sempre lì a giudicarti.
Le risposi che forse dovevamo lavorare in quel periodo e non so se ce l'avrei fatta, cambiando poi subito il discorso. Ero sempre stata allergica ai parenti. Non facevano altro che chiedere 'E il fidanzatino?', sapendo ovviamente che non mi cagava nemmeno un paguro, 'E quando ti sposi? Il tempo vola sai.', perché ovviamente se non mi sposavo entro i venticinque anni, sarei stata destinata a vivere da gattara zitella.
Non lo sopportavo.
Quella era una delle poche serate dove potevo stare a casa e passare un po' di tempo con me stessa ,un bel film e una ciotola piena di popcorn.
Scelsi una di quelle commedie romantiche che all'inizio ti fanno ridere, poi piangi e poi sei felice perché stanno insieme e vivono felici e contenti per sempre. Anch'io volevo un uomo che alla fine si rendesse conto che io ero l'amore della sua vita e facesse di tutto per conquistarmi. Ma purtroppo nella vita reale queste cose non succedevano.
Mi misi il mio pigiama preferito, telecomando nella mano sinistra e popcorn nella destra. Non feci nemmeno in tempo a godermi dieci minuti di film che qualcuno bussò alla mia porta.
Scocciata, mi alzai dal divano e mi diressi verso la porta. Era ancora una volta Matty ed io ero ancora una volta in pigiama.
<< Vestiti, ti porto fuori a mangiare. >> mi disse tutto allegro appena mi vide in pigiama.
Io ero ancora perplessa da quella sua voglia spontanea di portarmi da qualche parte.
<< Io in realtà avevo intenzione di stare a casa. >> gli borbottai la verità. Non avrei avuto comunque con cui uscire.
Lui entra con decisione e si sistema sul divano.
<< Niente scuse. Non voglio lasciarti a casa da sola. E se non vieni con me sarò costretto a stare qui con te. >> disse ridacchiando.
Non avevo tante scelte. Andai in camera mia senza aggiungere altro e aprii l'armadio alla ricerca di qualche vestito decente da mettermi.
Non sapevo nemmeno cosa scegliere siccome non gli avevo chiesto dove andavamo. Optai per un paio di jeans neri stretti e una camicia di seta bianca con sopra una giacca di pelle nera.
Mi chiusi in bagno per sistemare la faccia e i capelli. Non feci niente ai capelli tranne lasciarli liberi sulle spalle. Come trucco, mi misi la base più un filo di mascara. Non volevo impasticciarmi la faccia con cose più complicate.
Quando finii, trovai Matthew disteso con le gambe sopra il tavolino e i miei popcorn quasi finiti.
<< Questi film sono una cazzata. >> aggiunse mentre potrò alcuni popcorn alla bocca.
<< Io li trovo belli. >> gli risposi facendo finta di essermi offesa.
<< Sono troppo smielati per i miei gusti. Mi fanno venire il diabete. Poi sono tutti uguali e per di più non fanno nemmeno ridere. >> remarcó infine.
Volevo chiudere quella conversazione perché stava offendendo i film che mi piacevano e non volevo iniziare una discussione proprio ora.
<< Andiamo o guardiamo il film? >> gli chiesi.
Lui, un secondo dopo, si buttò giù dal divano ed entrambi avanzammo verso l'uscita del condominio.
<< Dove andiamo di preciso?  >> gli chiesi curiosa.
<< In un posto dove andavo spesso quando venivo qui. >>
Non avevamo preso la metropolitana, Matthew disse che non era necessario. Conosceva qualche scorciatoia che ci avrebbe portati direttamente lì, qualsiasi fosse stato il posto.
Dopo alcuni giri tra le vie di New York finalmente arrivammo davanti a un locale che sembrava così animato all'interno.
Io ero indecisa se volessi entrare o meno ma Matty deciso, mi prese per una mano e mi trascinò dentro all'edificio.
Ci sedemmo a un tavolo e lui concentrato, iniziò a leggere il menù che si trovava sul tavolo.
Feci lo stesso anch'io nonostante la musica assordante di qualche band che si esibiva e la luce scarsa. Era piuttosto piccolo come posto, oppure c'erano troppe persone quella sera.
<< Cosa prendete? >> ci chiese la cameriera.
Non volevo esagerare perché dopo sarei stata io a pagare così scelsi le patatine e un'insalata.
Matthew invece ordinò del pollo fritto, un'insalata e delle patatine. In più anche una bottiglia di vino.
Mi chiedevo chi l'avrebbe bevuta tutta, perché io di sicuro no.
<< Ti piace questo posto? >> mi chiese quasi urlando e spostandosi in avanti perché riuscissi a sentire.
<< Non è proprio quello che mi aspettavo. >> gli confessaí.
Lui ridacchió quando poco dopo arrivò la cameriera con tutte le cose da mangiare.
Avevo tanta fame così iniziai ad abbuffarmi e a riempire la mia bocca con patatine.
Dopo che Matthew finì le sue, ne prese una paio da me.
<< Ehi! Non avresti dovuto finire subito le tue. >> gli disse mentre tirai verso di me il piatto con le mie patatine.
<< Sei buffa quando mangi. >> se ne uscì lui dopo che ebbe bevuto un bicchiere di vino.
Me ne offrì anche a me, e per non fare la guastafeste,  accettai. Non bevevo da tanto e perciò sentii subito gli effetti dell'alcol nel mio corpo.
Mentre mangiavamo, avevamo parlato del più e del meno. Mi disse che suonava la chitarra e che gli sarebbe piaciuto avere un cane.
<< Preferisco i gatti io. >> gli dissi mentre presi un altro sorso di vino.
<< Come fanno a piacerti? Sono solo delle palle di pelo che non ti mostrano nemmeno un briciolo di affetto. >>
<< Ma sono così coccolosi e le loro zampine sono così delicate. >> dissi portando entrambe le mani davanti a me e facendo finta di avere le zampe.
<< Di tutto quello che vuoi ma per me sono inutili. I cani salvano la vita e sono fedeli al padrone tutta la vita. >> disse Matty.
Tra noi due iniziò un aspra discussione su quale dei due animali fosse migliore finché lui non prese una patatina e me la lanciò addosso.
All'inizio rimasi stupita dal suo comportamento ma dopo stetti al suo gioco e gli tirai anch'io una finché non finirono.
Alla fine ridevamo entrambi come ebeti, forse un po' per colpa dell'alcol, mentre la gente intorno a noi ci guardava male.
<< Ti va di fare un gioco? >> lo guardai incuriosita da questa sua proposta. Senza aspettare la mia risposta continuò.
<< Prendo un'altra bottiglia di vino e ogni volta che qualcuno fa una domanda, beve un bicchiere. >>
Non mi ero nemmeno accorta che avevamo già finito la prima bottiglia. Ma euforica come ero diventata accettai.
<< Prima domanda >> iniziò lui portandosi una mano sul mento come per pensare meglio << colore preferito. >> e si portò il bicchiere con la bevanda alla bocca.
<< Giallo. È un colore che ispira felicità. Il mio turno. Ti piacerebbe diventare famoso un giorno? >> gli chiesi e buttai di colpo il vino giù per la gola.
<< La fama non è tutto. Se la gente mi segue è perché io con le mie canzoni riesco a trasmettere qualcosa. Ok, allora vediamo... A quanto tempo fa risale il tuo ultimo fidanzato? >>
<< Ehm, penso alle superiori. >> dissi farfugliando e un po' imbarazzata. Da quando abitavo a New York non avevo avuto nessun rapporto con nessun uomo. L'ultimo fidanzamento risaliva ancora al penultimo anno di liceo con un mio compagno del corso di inglese. Non faceva parte della squadra di football e nemmeno era il classico bad boy, era normale. Con lui sperimentai tutte le cose che una ragazza adolescente scopre in quel periodo.
Sembrava divertito dalla mia reazione.
<< Non c'è niente da ridere. >> finsi di essermi offesa << Se potessi cambiare una cosa del passato, quale sarebbe? >>
A questa mia domanda, Matty divenne serio in volto e sembrò perso bei suoi pensieri.
<< Niente. Se non fosse per i miei errori a quest'ora non sarei qui con te. >> mi rispose infine.
Gli sorrisi e lui ricambió.
<< Elencami cinque cose che dovrebbe avere l'uomo ideale per te. >> perché insisteva con le domande riguardanti la mia vita amorosa?
Ci pensai un po' su. In realtà non avevo una lista delle cose che un uomo doveva avere. Se mi attirava, mi attirava e punto.
<< Penso che debba farmi ridere. Che sia romantico, ordinato e protettivo nei miei confronti. >>
<< Manca una. >> mi fece notare lui.
<< L'ultima ma non la meno importante, che sia bravo a letto. >> a quest'ultimo punto Matty sbarró gli occhi forse perché non si aspettava che uscisse dalla mia bocca. Neanch'io me lo aspettavo ma il vino avevo fatto effetto su di me.
<< April, pensavo fossi una brava ragazza. >> mi prese in giro lui.
Dopo un altro paio di domande anche la seconda bottiglia finì. Matty si alzò in piedi e prendendomi per mano mi disse:
<< Andiamo a ballare. >>
Mi alzai ed entrambi andammo verso la pista da ballo davanti al piccolo palcoscenico dove la band suonava.
Iniziai a muovermi a ritmo di musica e stessa cosa fece anche lui.
Non mi divertivo così da una vita. Si poteva dire che per qualche ora avessi dimenticato tutti i miei problemi.
Dopo un paio di minuti che ballavamo, un tipi mi venne vicino e iniziò a strusciarsi contro di me. Mi trovai a disagio e cercai di allontanarmi da lui, ma continuava a seguirmi. Matty lo notó e gli urlò:
<< La ragazza sta con me! >> ma il tipo non gli diede ascolto, anzi lo spinse via.
Allora Matty gli tirò un pugno e lo fece barcolare fino quasi a cadere.
Rimasi stupita, non pensavo avesse tanta forza in quel corpo minuto.
Il tipo si risistemó e venne contro Matty per contraccambiare il pugno ricevuto, ma Matty lo schivó e prese un altro uomo che stava dietro di noi.
Quest'ultimo iniziò ad azzuffarsi con il tipo molesto finché Matthew non mi prese per un braccio e iniziammo a correre verso l'uscita.
Anche una volta usciti stavamo continuando a correre. Entrambi iniziammo a ridere mentre lui mi teneva la mano e le nostre dita s'intrecciarono.
Era una bella situazione nonostante la rissa nel ristorante.
Una volta davanti alle nostre porte che portavano agli appartamenti, mi fermai.
<< Ti va di entrare? >> gli chiesi con decisione mentre mi spostai una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio.
Lui mi guardò come per essere sicuro di aver sentito bene.
<< Certo. >> mi rispose infine.
Appena entrammo, lo tirai verso di me e appoggiai le mie labbra sulle sue. La mano destra si fece largo tra i suoi capelli ricci mentre la sinistra le accarezzava il viso.
Forse me ne sarei pentita il giorno dopo ma, fanculo.
Mordicchiava il mio labbro inferiore, come in una dolce tortura mentre il mio cuore andava ad un ritmo velocissimo.
Sentivo le scariche elettriche su tutto il corpo. Era fantastico sentire le nostre lingue esplorarsi gentilmente; era come se tutto in quegli istanti fosse dannatamente perfetto. Lui mi catturó a sé stringendomi mentre passava le mani sulla mia schiena.
Dopo alcuni istanti Matty si staccò da me.
<< Sei sicura? >> mi disse aprendo appena gli occhi senza allontanarsi dalle mie labbra. Sentivo il suo caldo respiro contro le mie.
<< Zitto Healy. >> quasi sussurrai mentre sul suo viso comparve un sorriso malizioso poi mi diede un'altra serie di baci.
Stavamo andando nella camera da letto cercando però di non separarci, come se fossimo una cosa sola.

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:3
Aiut
Si sono baciati :33
Il prossimo capitoli sarà 🔥
Che dite? Si pentirá April?
Btw che ne dite della nuova copertina? Era meglio quella vecchia?
Grazie per aver letto e commentate e stellinate 💕

She's American//Matty Healy//[SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora