Chapter four

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"She was like a volcano. And I, the molten lava which spewed from her mouth."

MATTY'S POV

Entrai in casa dopo che ebbi salutato April.
Che strana quella ragazza. Ogni mossa che faceva risultava imbranata. Poi non potevo pensare ad un incontro migliore di quello di ieri sera.
Sembrava messa in imbarazzo pure da un semplice saluto. La guardavo e lei arrossiva. Devo ammettere però che questa cosa mi piaceva. Era bello vedere come le cascavano i capelli castani sulle guance rosee.
April era il contrario di lei, Gemma, la ragazza che mi rubò il cuore e lo schiacció come una sigaretta consumata nel posacenere.
Perché alla fine io ero questo per lei, solo una sigaretta che dopo che si è consumata l'ha buttata via e ne ha presa un'altra dalle tante.
Ma io non ne avevo mai abbastanza dei sui baci, delle sue carezze, di lei. L'avevo messa al primo posto mettendo da parte tutti.
Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati a quella festa.
Indossava un vestito nero che metteva in risalto tutte le sue forme, che non erano tante, ma di cui io andavo pazzo. I suoi occhi grandi e azzurri mi catturarono subito e non mi lasciarono più andare. Amavo i suoi capelli, biondi e ricci che le cascavano sulle spalle.
La osservai tutta la sera. Sembrava una ragazza euforica e così sicura di sé. Aveva questa strana abitudine di toccarsi il naso che era rosso quasi sempre. Aveva ballato tutta la notte e io non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei.
Finalmente ebbi il coraggio di andare da lei, forse a causa dell'alcol o forse perché io avevo bisogno di lei.
Era così innocente con il suo visino d'angelo.
Parlava tanto. Mi raccontava delle sua vita e dei suoi progetti futuri. Io la ascoltavo in silenzio sotto le luci al neon.
Volevo baciarla e non ci pensai due volte. Le sollevai il mento e la baciai come se per non soffocare avessi bisogno delle sue labbra, che erano come ossigeno per me. Sapevano di birra e fumo ma a me piacevano così.
Andammo nel mio van appena fuori dal locale e, dio che notte. Se mi concentro riesco ancora a sentire il suo respiro sulla mia pelle, il profumo dei suoi capelli e i gemiti. Mi ricordo che una volta che avevamo finito, le uscì del sangue dal naso. Mi disse di avere il raffreddore e io non ci diedi tanta importanza allora.
Gemma era un sogno bellissimo dal quale non mi volevo svegliare. Ma sappiamo che prima o poi la cruda realtà ci sveglia tutti.
Io ero pronto a seguirla all'inferno, costi quel che costi, perché il diavolo non era quel tipo rosso con le corna ma una bellissima ragazza che mi rese uno schiavo del suo amore.
Dopo un po' che ci frequentavammo notai delle cose in lei.
Spesso tremava nonostante facesse caldo; era paranoica, mi rifacciava che io la tradissi, cosa assurda perché io mai avrei toccato una ragazza che non fosse stata lei. Non aveva mai fame, infatti era dimagrita tantissimo oppure aveva la febbre.
Finché un giorno con l'ennesima scusa si rifugiò in bagno. Bussavo ma lei non mi faceva entrare. Guardai dal buco della serratura e quello che vidi mi lasciò senza parole.
La vidi tirare fuori una bustina con una sostanza bianca. La svuotó sul lavandino e la tirò su col naso. Non ci volle tanto per capire che quella non fosse farina ma cocaina.
Gemma era una cocainomane.
Avevamo litigato tantissimo quella sera. Mi disse che non voleva dirmelo perché l'avrei abbandonata. Piangeva disperatamente. Le dissi che mai l'avrei fatto perché io l'amavo più di me stesso. Mi aveva promesso che avrebbe smesso, ma non fu così. Quando dissi che l'avrei seguita pure all'inferno non scherzavo.
Divenni anch'io dipendente di questa sostanza, oltre ad essere dipendente di lei.
Eravamo come Bonnie e Clyde. Lei che mi spingeva a fare cose cattive e io che la seguivo a ruota perché troppo innamorato di lei.
I soldi finirono e dovevamo procurarceli. In un momento di follia la vidi arrivare a casa con una pistola fasciata in una stoffa. La aprì e ciò che vidi mi provocò un brivido lungo la spina dorsale. Sarà stato perché non avevo mai tenuto una pistola in mano o perché dovevamo usarla.
Era stata una pessima idea di due cocainomani.
Avevamo preso di mira un piccolo negozio che si trovava alla fine della strada. Prima di partire ci eravamo fatti una mega dose di "polverina magica", come la chiamava lei. Forse eravamo anche un po' ubriachi.
Fatto sta che andammo in quel negozio, tirai fuori la pistola e minacciai il commesso mentre Gemma teneva in mano un sacchetto. Lui tirò fuori i soldi dalla cassa e li mise nel sacchetto. Prima di uscire il commesso tirò fuori un fucile e le puntó verso Gemma. Le mani mi tremarono dalla rabbia e puntai la pistola verso di lui. Non ci pensai due volte e sparai. Sentivo ancora il suono che mi rimbombava nei timpani. Poi sparimmo.
Correvamo come pazzi, mano nella mano finché non sentimmo le sirene della polizia.
Ci rifugiammo in un vialetto dietro a dei cassonetti della spazzatura. Non realizzavo quello che avevo fatto, forse perché ero troppo fatto e l'adrenalina era alle stelle.
Restammo lì per un po' finché non sentimmo più le sirene.
Arrivati a casa Gemma rideva come un'isterica, faceva quasi paura. Allora non ci pensai. La presi e la portai in camera da letto, la stesi sopra e la spogliai da quei vestiti che mi facevano da barriera. Presi il sacchetto dei soldi rubati e iniziai a spargerli su tutto il letto e sopra il suo corpo divino. Poi facemmo l'amore.
Il mattino dopo realizzai la cazzata che avevamo fatto. A Gemma non pesava più di tanto, non era stata lei a premere il grilletto. Non sapevo se avevo ucciso o meno una persona. Non ne volevo più sapere di questa storia, la mia vita con lei era un casino. Nonostante tutto io non avevo mai smesso di amarla.
Così era anche con la droga. Quando vedi la tua vita andare in rovina ti decidi di smettere, ma appena senti i segni dell'astinenza, ritorni da lei in ginocchio.
Lei piangeva e a me faceva male il cuore vederla così ma tutto ciò era necessario. Entrambi avevamo bisogno di tempo per pensare. Mi minacciava che se fossi uscito da quella porta non sarei dovuto tornare mai più.
Faceva male sentire queste parole ma non potevo lasciarmi trascinare giù.
Quel periodo era stato un incubo. Cercavo di assumere sempre meno cocaina ma la cosa più difficile era stata non dover tornare tra le sue braccia.
Cedetti, perché io l'amavo. Avevo comparto un mazzo di fiori rossi, i suoi preferiti, e andai da lei. Volevo farle una sorpresa ma quando arrivai a casa sua, quella sorpresa non era stata lei, bensì io.
Era su quello letto, dove noi eravamo soliti fare l'amore, distesa con lui, il mio migliore amico, Chris. In quel momento avrei voluto sparire, il male al cuore era dieci volte più intenso che quello provato dall'astinenza.
Mi disse che lui non contava niente, che non l'amava. Io non riuscivo a dire una parola. Me ne andai con il cuore distrutto in mille pezzi dall'unica ragazza che avevo mai amato. Lei cercava di tenermi per un braccio tirando mi indietro per non lasciarmi andare.
Il mazzo di fuori lo buttai nel primo cestino che trovai.
Una notte mentre non riuscivo a dormire, ricevetti una telefonata che mai avrei voluto ricevere.
Era l'ospedale. Mi dissero che Gemma aveva avuto un'overdose da eroina.
Mi precipitai fuori e con il van mi diressi in tutta furia all'ospedale.
Tutte le cose che mi aveva fatto e detto sparirono dalla mia mente. Ora c'era solo lei distesa su un letto bianco e con il dottore affianco a me che mi diceva che c'era un'alta probabilità che non ce la facesse.
Piangevo mentre le tenevo la mano. Non poteva andarsene così. Avevo paura, lo ammetto. Avevo paura che mi abbandonasse in questo mondo.
Arrivò Chris. Venni a sapere che era stato lui che le aveva procurato l'eroina. Quando gli chiesi il perché lui mi disse che la coca non le bastava più, aveva bisogno di qualcosa di più forte. L'aveva avvertita delle conseguenze ma non gli aveva dato retta, tipico di lei.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Nonostante tutto le aveva dato quella robaccia e ora lei si ritrovava in quel dannatissimo letto. Un attacco di rabbia mi invase il corpo e le presi a pugni. Entrambi fummo buttati fuori dall'ospedale.
Io me ne andai a casa con il volto piene di lacrime, un occhio nero e il cuore rotto ancora più prima. Non dovevo abbandonarla, era stata tutta colpa mia.
Venni a sapere qualche giorno dopo che morì. Non andai al suo funerale perché vederla in quella barra di legno, pallida e senza vita sarebbe stata la conferma che non avrei mai più visto il suo sorriso e sentito il suo calore sulla mia pelle.
Ora che pensavo di nuovo a lei sentii una lacrima rigarmi il viso. Velocemente la asciugai e tirai fuori il pacchetto di sigarette. Ne presi una e l'accessi. Fumare mi distraeva dai mei problemi per qualche minuto. Dovevo ammettere che la Gemma-non-fatta mi mancava da morire, mentre dall'altro lato ero contento di essere scappato dalle sue grinfie.
Volevo cambiare aria. Los Angeles mi aveva portato solo guai e sofferenza. Ogni cosa mi ricordava di lei.
Venni a sapere che dopo la morte di mia nonna i miei genitori avrebbero messo in vendita l'appartamento. Colsi l'occasione per cambiare vita definitivamente e mi trasferii qui.
Poco dopo mi addormentai sul divano con ancora lei in mente.
Quando mi svegliai, ebbi una fame da leone, infatti era ora di cena. Andai in bagno a darmi una sistemata perché volevo andare fuori a mangiare, ma non da solo.
Andai con decisione a bussare alla porta di April. Non sembrava una ragazza che usciva spesso quindi decisi di passare la cena insieme a lei. Poi non mi andava di mangiare da solo.
Dopo alcuni secondi April mi aprì con ancora indosso il suo buffo pigiama rosa e bianco.
<< Vestiti, ti porto a mangiare fuori. >> le sorrisi.


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Sembra una OS lol.
Ok sono consapevole di aver riscritto la divina commedia (per la sua lunghezza) ma non potevo riassumere troppo, sarebbe risultato banale sennò 🙈
Mi scuso ancora se fa un pochino 💩 (ormai lo dico sotto ogni capitolo), è che prima di scrivere ho mille idee che mi frullano in testa e quando devo scrivere esce una cacchetta. Già :(
Spero di aver reso più o meno il passato tormentato di Matty.
Ah, voglio ringraziarvi per le +100 visualizzazioni. Lo so che non sono tante rispetto ad altre storie ma quando ho iniziato pensavo di non arrivare nemmeno a 5 haha.
Non so più cosa dire. Al prossimo capitolo 🐙💕

She's American//Matty Healy//[SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora