La mia voglia di vivere, in posti come questo, è latitante tanto quando un pluripregiudicato.
Ho bisogno della mia amica, ho bisogno di un volto amico.
Il telefono non da segni di vita e lei non ha risposto.
Le ho lasciato pure dei messaggi in segreteria ma non ho ricevuto risposta.
Ovviamente avrà il telefono scarico..
Sai com'è, la chiamano sfiga!
Rimamere ad aspettare sola e al buio in un parcheggio mezzo vuoto, non mi sembra un'idea intelligente, quindi decido di seguire il flusso di gente e mi dirigo verso il mare.La spiaggia è affollatissima, non vedo nessuno di mia conoscenza e francamente non mi sento del tutto a mio agio.
Cerco di non fare caso a questa cosa, o perlomeno di non darla più di tanto a vedere.
Ci sono ragazzi già ubriachi, saranno qui da questa mattina..mi trovo davanti un tipo che dalla parlata suppongo possa essere di nazionalità spagnola.
Mi dice qualcosa che non capisco, mi segue e continua a parlarmi; dopo poco lo sento allontanarsi, non credo sapesse nemmeno di essere a questo mondo.
Devo stare attenta a dove metto i piedi, ci sono persone sdraiate a terra, mani e piedi che escono da tende.. Indumenti vari sparsi in giro.
Vado verso il pontile, non vedo nessuno, mi sembra una zona tranquilla e lontana dal chiasso assorsante della musica.
Una musica tra l'altro terribile che fa da contorno perfetto per una mia e personale immagine di "festa di Merda".
Che poi festa... Più che altro a me sembra un Rave.. Ma vabbe'.Mi siedo, i pantaloni che indosso sono molto coeti, quindi appena mi accomodo sento subito il contatto della sabbia sulla pelle nuda.
Fa un freddo cane.. sinceramente, fa tanto freddo, ma la sabbia fresca mi da sempre una bella sensazione.
La accarezzo, ne prendo un pugno e la faccio scivolare tra le dita.
La sabbia scivola via con una velocità tale, da non riuscire a seguirne il percorso con lo sguardo.
Lo faccio ancora un paio di volte, è una cosa che mi divertivo a fare spesso quand'ero bambina..Prendo il telefono e non trovo nessun messaggio e nessuna chiamata, cerco di contattare Penelope per l'ennesima volta per cercare di capire dove cavolo si sia cacciata, sono qui da quasi un'ora e mi sto cominciando ad innervosire..
Dopo un paio di squilli mi risponde:" Scusa. Scusa!" non mi saluta nemmeno, parte con una raffica di scuse senza lasciarmi rispondere.
"Scusa, scusa, scusa, scusa."
"Dove diavolo sei?" Sono scocciata, seccata, nervosa e infastidita.
Non ho mai tollerato le persone in ritardo, mi fanno perdere del tempo, le considero una piaga della società.
"Sei già li?" sento dal modo in cui si pone nei miei confronti la paura di sapere; mi ha posto una domanda di cui sa già la risposta.
"Dimmi dove cazzo sei." ...sono la finezza in persona.
"Ti prego, scusa. Veramente non sapevo.. Giacomo non è andato via.. Cioè è andato ma ha perso il treno e ho dovuto accompagnarlo. Non puoi capire.. Un casino."
"Spero per la tua incolumità che la tua distanza da me sia pari ad un paio di km al massimo." uso un tono freddo.
Poi proseguo "Muoviti e vieni qui.."
"Dammi un'ora e saro' lì, giuro.. Un'ora sola."
"Tu sei fuori.."
"Ti prego, ti prego! Correrò il più veloce possibile.."
"Penelope cazzo! Possibile che tu debba essere sempre in un perfetto stramaledetto ritardo? Ho portato il vostro cavolo di amico che guarda.. Stendiamo un velo pietoso.. Ma sono rimasta in silenzio, e adesso sono qui da ormai.." controllo l'orologio che ho al polso, " .. Ormai da più di un'ora.. Sono qua da sola, è notte, sono ad una cavolo di festa di fattoni e tu sei chissà dove perché tuo moroso Giacomino il bello, si è perso in giro per il mondo!"
"Cesare è venuto da te?!" ne è visibilmente stupita.
"Si cazzo! E non cambiare discorso!!" sono molto arrabbiata.
"Aspetta, Cesare è sul serio venuto da te?"
"Siiii!!" sto urlando.
"A casa Privali?! Nella grande dimora Privali?!.. Non ci credo.. Scusa e tua madre?"
"Non c'era.."
"E tuo padre?!"
"Si be.. Poi mia nonna, tua zia, il gatto, il topo e l'elefante.."
La sento ridere al telefono, ma perché qui tutti ridono?!
"Senti tu fai quello che vuoi, io me ne vado. Domani sono a pranzo con mio padre e vorrei essere in forma per evitare troppe domande.. Ciao." non la lascio riapondere, la saluto bruscamente e metto giù.Sono a pochi metri dalla macchina, ho il respiro affannaso dovuto dalla camminata svelta.
Nel mentre cerco le chiavi nella borsa, con molta fatica le trovo e le estraggo.
C'è un gruppo di gente poco distante che si sta prendendo a cazzotti, cerco di sbrigarmi per andarmene il prima possibile da quel posto.
Sto per far scattale la serratura quando sento un "Teresaa!"
Mi volto di scatto e sento un colpo.Cado per terra, chiudo gli occhi e non sento più nulla.
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Le Rose Rosse Profumano Di Alloro
General FictionA chi come me trova la pace nel caos. A chi il caos se lo crea, perché è quasi linfa vitale. Una storia inventata, o almeno vorrei che in parte fosse così. La inventero' nei nomi, ne smussero' gli angoli ma ne accentuero' i colori. Non mette...