Io non so il motivo di certe cose, la spiegazione del perché accadano nel tempo talvolta ripetendosi come una maledizione.
Mi piacerebbe saperne il motivo.
Le cose mi sfuggono dalle mani, mi scivolano via senza che me ne renda del tutto conto.
Restano sospese nell'aria quasi ad aspettare, quasi non fossero dovute accadere lasciandomi, per giunta, in una specie di limbo decisionale nel quale non so che dire e nemmeno che pensare.
Tutti quando raccontano, parlano di sotuazioni ben stabilite scandite da un susseguirsi di eventi che ne portano ad un inizio e ad una fine.
A me invece nella maggior parte delle situazioni, o insomma, in quelle più irrilevanti, capita sempre di capitarvi quasi per sbaglio tanto che, la fine di esse, arriva sempre puntuale e in aspettata nei momenti sempre meno opportuni lasciandomi , talvolta, parecchio di stucco.Ciò che è accaduto con Cesare mi ha lanciato così;ci addormentammo così, sfiniti da quella cosa che sorprendentemente ci aveva entrambi travolto.
Il profumo della sua pelle è rimasto ancora in me, anche se sono passate una manciata di ore e, mia madre è tornata, lui se n'è andato e io mi sono pure fatta un bagno.
Non mi ha nemmeno salutato, ha alzato i tacchi e se n'è letteralmente fuggito via.
No, ma ora dico.. Cazzo un minimo!
Almeno un CIAO!
Niente, zero.. Un biglietto?!
Nemmeno.
Mi sento male, sono sincera.
Un indumento vecchio, mi sento questo, ora.
Da sfondo a questo triste quadretto in cui ne faccio da unica protagonista c'è solo la mia camera con le sue tende blu alla fanestra e dei papaveri rossi alle pareti.
Mi chiedo, perché è accaduto se doveva andare a finire così? E io ci sto male.. E come se ci sto male.
E ci sto..
E mi addormento, grazie a Dio."Teresa, come mai esci così presto?"
"Vado a correre un po', ho voglia di prendere un po' d'aria.. Quando torno beviamo un caffè assieme e poi vado al lavoro.. Se ti va.."
"Certo cara, quanto pensi di stare fuori?"
"Mmm...una mezzora.. Penso.."
"Ok.."L'aria è fresca e si sta bene, mi lascio coccolare da una gigante felpa ivernale; è comoda, calda e non mette in risalto le forme, esattamente come piace a me.
Non me ne accorgo e tra un pensiero e l'altro mi trovo ad aver fatto tanta strada, più del previsto.
Torno a casa in fretta e furia, ci tengo a fare colazione con mia madre ma sopratutto di non arrivare tardi al lavoro.
Entro in casa e chiamo mia madre.
Lei non mi risponde, sento dei rumori ma nessuno parla.
Mi agito, non capisco e mi precipito burrascosamente in sala da pranzo travolgendo la quiete che fino a poco fa ne faceva da sola padrona in questa casa.Un foglio e mia madre in una valle di lacrime.
Non so cosa sia, non ne ho la più pallida idea.
La guardo, accasciata su se stessa, sfigurata da lunghe righe di lacrime le le segnano il viso e sembra lacerino anche il cuore.
Ho paura.
"Mamma.." esclamo con un tono di voce sostenuto.
Non è tempo di scherzare, me lo sento.
Nessun nome di persona ma solo il nome di quello che veramente lei è per me.
Davanti non ho Beatrice come tutte le altre volte, ho semplicemente una madre, la mia; e ce l'ho davanti, inerme.
In un corpo unico ma ridotta in mille pezzi.
Mi vede, si alza e mi abbraccia.Qualunque cosa sia, mi fa una paura folle.
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Le Rose Rosse Profumano Di Alloro
Fiksi UmumA chi come me trova la pace nel caos. A chi il caos se lo crea, perché è quasi linfa vitale. Una storia inventata, o almeno vorrei che in parte fosse così. La inventero' nei nomi, ne smussero' gli angoli ma ne accentuero' i colori. Non mette...