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Sono quasi le quattro di mattina e il locale sta chiudendo, Antonio non ha bevuto quasi niente, si e no un paio di bicchieri.
Io e Giulio invece abbiamo forse un tantino esagerato, una chiacchera tira l'altra e lo stesso vale per i bicchieri.
In sostanza mentre mi allacciavo il casco per salire sulla Vespa sono caduta a terra per poi successivamente, scoppiare in una chiassosa risata.
Tutti e tre ridevamo, mi ricordo bene questo.
Solo questo.
Il viaggio è durato, non ho ben capito quanto, so solo che Antonio mi ha praticamente accompagnata in camera e che mi sono svegliata ancora con le Converse nere ai piedi.

Scendo dal letto e ho fame, sete, sonno, mal di testa e nausea.
Se vabbè, e dopo? Penso possa bastare così, grazie.
Sul comodino c'è una sveglia, e sulla sveglia c'è un fucsia Post-it: "Cos'hai combinato ieri sera? Questa sera dobbiamo parlare. MAMMA B"
..Mi sembra giusto.
Scendo dal letto e mi stropiccio la faccia, mi spoglio nel tragitto dalla mia camera al bagno, apro l'acqua della doccia, la porta del bagno è ancora spalancata.
Mi lavo, asciugo e sistemo i capelli nel miglior modo possibile.
C'ho una faccia, mamma mia, a chi la voglio raccontare?
Esco, chiudo la porta, inforco la bici, apro il cancello e vado al lavoro.
Io, con Antonio, a bere una cosa non ci esco più.

"Spugnetta.."
"Fanculo.."
"Buongiorno anche a te zuccherino, hai un'espressione che, wow! Sei una favola! Ma cos'hai fatto ieri sera di bello?!" e ride.
"Sono in un'altra dimensione questa mattina, sono stata a casa cinque giorni in riposo e torno con una faccia che guarda, giuro, non ho neanche il coraggio di guardarmi allo specchio.."
"Mmm.. cosa posso dirti, GIN TONIC?!"
Mi porto una mano allo stomaco, mi viene da vomitare.
Lui mi guarda, recepisce il messaggio e scoppia in una fastidiosissima quanto rumorosa risata.
"Non dirlo più intesi? Almeno per i prossimi tre mesi, ti prego.." sono in forte difficoltà e penso si possa intuire.
"Si si, va bene ho capito scusa, però ti giuro mi fai morire. No dico, chi l'avrebbe mai detto che la giovane loquace Teresa sapesse bere come un camionista ucraino. Porca miseria, Non la smettevi più.."
"Si appunto, non ho nemmeno il coraggio di guardare quanto ho speso, mamma mia.. che serata, mi ci vorranno dei giorni interi per riprendermi.."
"Per quello stai tranquilla, io e Giulio abbiamo pagato per te.."
"Bè allora dovete dirvi quanto vi devo, si insomma.."
"Vai tranquilla, va bene così. Ci siamo divertiti un mondo ad ascoltare tutte le stronzate che sparavi, dei discorsi che guarda, pazzesco! E avevano pure una logica.. ma solo secondo te però!"

Continuammo a parlare e ridere della notte appena trascorsa senza tralasciare nulla.
Ho scoperto di me cose che non sapevo, tipo di saper lo spagnolo.
Non ho mai studiato spagnolo in vita mia, nemmeno un minuto di lezione, eppure ieri sera ho fatto un intero discorso così.
Bha!
Come primo giorno di lavoro, nonostante tutto non è andata neanche così male.
La nausea era tanta, per non parlare del mal di testa, però oggi il capo non c'era quindi la giornata lavorativa si è svolta nel più sereno dei modi.
Non c'era molto da fare se non sistemare qualcosa un po' in giro e catalogare le nuove piante arrivate.

Sono le cinque del pomeriggio e tra un'ora la serra chiude e io e Antonio ce ne ritorniamo a casa.
"Mangiamo unna cosa assieme sta sera?"Mi volto e Antonio è in piedi che mi guarda.
"Mmm.. francamente non ho molta fame.."
"Eddai Tere, cazzo è da questa mattina che non metti in bocca niente. Un toast tranquillo?"
Ci penso su ma francamente mi dispiacerebbe digli di no.
Effettivamente mia madre questa sera è fuori per cena, me l'ha comunicato nel pomeriggio con un messaggio, quindi quasi quasi accetto.
"Si va bene, ma prima passo a casa a cambiarmi.."
"Ma scherzi? Non esiste, mangiamo una cosa tranquilla da me... dai dai, finiamo che poi andiamo a casa."

Sono le sei e mezza, salgo in Vespa ed entrambi ci dirigiamo a casa sua, lasciamo la mia bici al cancello della serra, al mio ritorno la troverò ancora lì e tornerò a casa con quella.

Le Rose Rosse Profumano Di AlloroWhere stories live. Discover now