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Sono in viaggio, sono a pochi km da casa.
Per tutto il tempo ho cercato di pensare ad altro, a concentrarmi sulla strada da fare. Mi sono persa un paio di volte e non nego di essermi fatta prendere dal panico, ma grazie a Dio hanno inventato i navigatori anche per le persone imbranate come me, quindi mi sento in una botte di ferro.
...più o meno.
Ho spento la connessione dati, non volendo essere disturbata dalla ricezione di messaggi.
Ho ricevuto due chiamate che però ho rifiutato subito.
Un numero sconosciuto di cui però conosco bene l'identità.
È il suo, non l'ho mai salvato.
Lo so che può risultare strano ma faccio sempre così, salvarsi un numero di telefono significa ritenerlo importante e utile.
Peccato che per me non sia mai stato ne l'uno ne l'altro.
Non l'ho mai salvato anche perché, in alcune occasioni avrei potuto utilizzarlo per contattarlo e quello sarebbe stato il più grande sbaglio che potessi fare.
Cercarlo, dimostrargli che avevo bisogno di lui anche solo per un saluto, anche solo per sentire la sua voce sarebbe stato poco producente.
Decisamente poco producente.
Avrei nutrito il suo ego già bello enorme di suo.
Magari mi avrebbe risposto pure gentilmente, si decisamente, ormai lo conosco, mi avrebbe dato retta e avrebbe assecondato senza indugio ogni mia richiesta.. Quasi ogni mia richiesta, ma al momento opportuno me l'avrebbe fatto pesare, avrebbe voluto qualcosa in cambio.
Se avessi avuto bisogno di lui, lui mi avrebbe aiutato ma, al momento opportuno io avrei dovuto saldare il mio debito. Sdebitarmi, a qualunque costo e in quadunque modo.
Queste erano le regole, con lui funzionava così.

Arrivo al cancello di casa e parcheggio.
Molto bene, non c'è nessuno.
Vivo con mia madre, sarà senz'altro uscita a fare delle commissione come ogni sabato mattina. Scendo dalla macchina, prendo la mia borsa e apro la porta di casa.
Me ne vado dritta in camera, vado in bagno e apro l'acqua della doccia.
Mentre aspetto che si scaldi mi spoglio e mi siedo su uno sgabello in legno color nocciola che stranamente si trova giusto dietro la porta del bagno.
Siamo leggermente disordinate, ma cosa possiamo farci?
L'acqua si scalda, diventa bollente e in un momento mi ritrovo avvolta da una nube di vapore.
Mi sono lasciata trascinate dai pensieri, dal sonno..
Entro in doccia, praticamente mi brucio ma va bene così.
Ho bisogno di lavare via i pensieri, il profumo di cui mi è rimasta impregnata la pelle, il suo profumo, e l'impronta del cuscino sul mio viso.

Mi sto vestendo, la camera è in penombra, i balconi sono mezzi socchiusi. C'è silenzio in casa, un profondo silenzio. A scandire il tempo solo il ticchettio delle gocce dei miei lunghi capelli fradici, sul pavimento di parquet.
Un ronzio, un silenzio, e poi una vibrazione.
Uno squillo sul telefono, era dai tempi delle scuole medie che non ne vedevo uno!
Guardo il telefono e mi scappa un sorriso.

Come se lo sapesse, come se sapesse del mio bisogno di vedere un volto amico.

Richiamo il numero "Arrivo!", rispondo a gran voce, mi asciugo i capelli in fretta, li raccolgo in uno spettinatissimo chignon che poi sciogliero' e buttero' da un lato.
Capelli puliti, aria fresca e una splendida giornata di sole.

Prendo la macchina e parto.
Voglio qualcosa di nuovo, e ci voglio sorridere in quel qualcosa di nuovo.
Mi piacerebbe proprio tanto.

Le Rose Rosse Profumano Di AlloroWhere stories live. Discover now