16/05/'16
Caro Diario,
Non so che mi prende. Oggi sono andato a scuola. La prima ora ho dormito sul banco dell'ultima fila e la prof mi ha svegliato alla seconda. Mi ha cominciato a sgridare e mi stava facendo incazzare. Poi Luca, un mio compagno di classe drogato, mi disse "Coglione" e lo spinsi giù dalla sedia e uscii dalla classe. Credo anche di averlo calpestato mentre me ne andavo. Me ne andai sul tetto della scuola. Non avevo mai fatto nulla di male e ora mi ritrovo ad essermene andato sul tetto dopo aver quasi picchiato un mio compagno di classe. Non ci ho più visto, non so neanche perché l'ho fatto.
A quel punto però arrivò una ragazza.•Ehi, che succede?
~Vattene.
•Che hai?E si sedette vicino a me, e la guardai bene. Era la ragazza della festa, solo che aveva una felpa enorme, scarpe enormi, pantaloncini da calcio ed era struccata. Ma era lei, me la ricordo perfettamente.
~Perché lo vuoi sapere?
•Ah, beh.. sei qui tutto solo. E ci vengo praticamente solo io qua.
~Oh. Se vuoi me ne vado.
•Nono. Cioé.. fai come vuoi.
~Tu eri alla festa?
•Eh? Quella a Palice?
~Sì, quella degli studenti.
•Oh, beh sì ma sono andata via presto.
~Mh
•Cosa c'è?
~Nulla. Giulia?
•Si?
~Allora sei tu.
•Cosa?
~Quella che mi ha baciato.
•Cosa? Ehm...
~Sei venuta da me, mi hai portato ai divanetti, mi hai baciato e quando mi hai portato via il telefono ti sei salvata da sola in rubrica. E ti sei segnata Giulia. A quanto pare non ti interessava non farti scoprire.
•Oh... ecco.. ehm... ero ubriaca.
~Va bene.
•Scusa..
~Tranquilla. Ho solo dato il mio primo bacio a una persona che non conosco.
•Senti, ero ubriaca, che colpa ne ho? Hai qualche problema? Beh credo di no dato che avevo bevuto anche tu. Quindi non c'è bisogno di farmi sentire una merda. Ciao.E se ne andò. Così. Ero troppo arrabbiato e triste per badare a lei. Ma mi sorprende che io abbia fatto tutto ciò in un giorno solo..
Poi mentre andai a prendere il pullman, come se non bastasse, vidi Paride che mi guardò per un secondo e svoltò bruscamente cambiando strada velocemente.
Tornai a casa e spaccai la matrioska di mamma. Era ancora lì, la matrioska che papà le regalò come primo regalo di compleanno, quando si furono conosciuti. Era ancora li, e io tanto infuriato che ero con Paride, con Giulia ma soprattutto con me stesso la spaccai. La presi senza neanche vedere cosa fosse e la lanciai contro il muro del soggiorno. Ero tanto arrabbiato con loro ma ora sono ancora più arrabbiato con me stesso. Domani andrò a chiedere scusa a Giulia. Per ora ho solo voglia di dormire.
A domani.
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Fastest Slowest Moment
Teen FictionCarlo è un ragazzo del liceo, moro con gli occhi scuri. È pieno di difetti che non sopporta e pieno di pregi che non ammette di avere. Vuole cambiare la sua vita ed essere veramente felice. Un giorno però viene trascinato ad una festa dove incontra...