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Da più di dieci minuti sono in macchina con Cam diretta verso l'hotel, guardo fuori dal finestrino i paesaggi che scorrono velocemente davanti ai miei occhi e ripensando alla serata, alle ore che ho passato a prepararmi, e alla faccia impassibile di Nic, una lacrima mi riga il viso, ed è una lacrima di rabbia e anche un po' di dolore.
Cam se ne accorge: "Ehi Alex, va tutto bene, non farci caso sono solo degli stronzi, infatti me ne sono andata anche io e prima di uscire dalla porta ho detto a Nic che è uno stronzo senza palle", rido per le sue parole, cavolo è l'unica che riesce a farmi ridere in una situazione così.
"Non piango perché ci sto male, forse un po' ma soprattutto perché mi sento presa in giro, devo smetterla di permettere a tutti di trattarmi come vogliono".
"Alex io te l'ho detto non devi stare con Nic, ho paura che si possa innamorare di te, e se questo accadrà tu dovrai vedertela con Nicole", innamorarsi di me, queste parole sono un tuffo al cuore, "innamorarsi di me?" Ripeto incredula, "si Alex, ho visto come ti guarda", questo discorso sta prendendo una piega strana, meglio finirla qui, non voglio casini.

Non ho più parlato dopo quell'affermazione di Cam, non ci posso e non ci voglio credere, non mi conosce neanche. Arriviamo all'hotel, saluto e ringrazio Cam per la milionesima volta.
Tolgo le scarpe per fare questi cinque stupidi piani, mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi per ripensare alle parole di Cam.
Senza volerlo mi addormento, non so se sto sognando ma dentro alla mia mente sento un rumore strano, mi sveglio perché capisco che è reale.

Mi affaccio alla finestra e non posso credere a quello che vedo, Nic è sotto alla mia finestra e mi chiama a bassa voce: "che diavolo ci fai qui?" Lo guardo incredula, "scendi un attimo per favore, devo parlarti", "Non penso sia il caso, perché non torni da Nicole?", "Alex per favore puoi scendere?", "solo cinque minuti", prometto.

Scendo le scale ancora con il vestito addosso ma questa volta ho le mie Superga ai piedi, mi ritrovo faccia a faccia con lui, "solo cinque minuti, non voglio problemi con la tua ragazza", "volevo chiederti scusa", "Mm per cosa? Per avermi cacciato da casa tua?", "lo so, scusami ", replica in tono sconfitto.
"Io posso anche accettare le tue scuse, ma la tua ragazza non la voglio neanche vedere", "Nicole non è la mia ragazza", ho un fremito di gioia, "Ah no? Beh fa lo stesso", cerco di non far trasparire la mia gioia dopo quell'affermazione, ma lui lo capisce, cavolo ci conosciamo da due giorni e mi conosce meglio di mia madre, ridiamo insieme, e coinvolti dal momeno ci avviciniamo l'uno all'altro, sempre più vicini, fino a sentire il respiro di entrambi, il suo profumo mi riempie le narici ed è il più buono buono che abbia mai sentito, stiamo per baciarci, realizzo.
"Ehi Alex, che ci fai li giù? È tardi, torna su, e poi chi è quel ragazzo", mio padre interrompe il momento affacciandosi alla finestra della nostra camera, imbarazzata rispondo "ehm si avevo dimenticato una cosa alla festa e Nic è venuto fin qui a portarmela", spero che sia una scusa credibile, ehm, piacere Nic e grazie, ora però vieni su Alex" e finalmente mio padre torna dentro.
Io e Nic ci fissiamo imbarazzi pensando a quello che sarebbe successo se mio padre non ci avesse interrotti, dopo qualche minuto mi guarda e mi bacia su una guancia: "Ciao Alex, e scusami ancora per questa sera", "Non importa, ciao Nic e buonanotte", si incammina e prima di scomparire nel buio si volta "ci vediamo domani in spiaggia? C'è una festa, inizia al pomeriggio e finisce alla sera tardi? Ci sarai vero?", "Cam c'è?", "si, ovvio", "va bene allora ci sarò, tienimi lontana Nicole per favore", ride in lontana insieme a me.

Salgo nella mia camera, mi cambio in fretta e cado in un sonno profondo, sogno ragazzi dagli occhi verdi, feste, alcool, sigarette e capelli biondo platino.

MY LIFE IN YOUR HANDSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora