Capitolo Tre.

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«Ti scoccia?» gli chiedo incerta.
«No, altrimenti non te l'avrei chiesto» mi sorride.

So già che me ne pentirò.

Camminiamo, fianco a fianco, lungo il corridoio di prima, senza dire una parola.

Mi permetto di dare un'occhiata al suo abbigliamento.
Indossa un paio di scarpe nere, dei jeans beige stretti che mettono in risalto il suo fisico asciutto e un maglioncino dello stesso colore delle scarpe.

É bellissimo. Semplice, ma bellissimo.

«Vuoi qualcosa?» mi domanda, dopo aver raggiunto il distributore automatico delle bevande calde.
«Mmm...no, grazie» rispondo, presa alla sprovvista.
«Sicura?» insiste, aggrottando le sopracciglia.
«Puoi offrirmi un thè, se vuoi...» gli concedo, balbettando.
Scuote la testa divertito.

Dopo pochi minuti, mi porge un bicchiere di plastica fumante
«Grazie» gli sorrido.

«Come mai ti sei trasferita qui?» mi domanda quando ricominciamo a camminare.
«Beh, per farla breve, l'azienda in cui lavora mio papà ha cambiato sede e, per non perdere il lavoro, ha deciso di trasferirsi qui a Milano. Io e mia mamma lo abbiamo seguito...» terminata la frase, mi accorgo di essere giunta in uno dei cortili interni della scuola.
É piccolo rispetto a quello esterno, ma é molto più tranquillo.
«Ci sediamo sul muretto?» mi propone, indicandomelo.
«Si, va bene» accetto, con piacere, la sua proposta.
Raggiungiamo un muretto marrone, alto la metà di me.
Si siede, senza aggiungere una parola. Io faccio lo stesso.
Il silenzio é padrone della situazione.
Vorrei chiedergli tante cose, ma ho paura che sia troppo presto...

«Sei fidanzata?» interrompe il silenzio con una domanda secca.
Mi sorprende.
«No...» rispondo imbarazzata. «Tu?» gli chiedo, a mia volta, sorseggiando il thè, fingendo che non mi interessi.
Scoppia in una fragorosa risata.
«No, l'amore non fa per me.»
Non so se mi stupiscono di più le sue parole o la sua risata.
«Ah no?» mi azzardo a chiedergli.
«Fumi? » mi domanda, cercando di cambiare argomento. Annuisco.
Estrae dalla tasca sinistra dei jeans un pacchetto di Camel, le stesse che fumo io.

Prima o poi, questo destino mi farà impazzire!

Apre il pacchetto, tira fuori una delle poche sigarette rimaste e me la porge. Allungo il braccio per prenderla e, per pochi secondi, le nostre dita si sfiorano.
Prendo la sigaretta e me la porto alla bocca, lui fa lo stesso con la sua.
Dalla stessa tasca estrae un accendino blu e accende la sua sigaretta poi, tenendolo acceso, si avvicina alla mia. Tiro per accenderla.

I nostri occhi si incontrano per l'ennesima volta.

Penso di non aver mai visto degli occhi così belli in tutta la mia vita.

«Quanti tatuaggi hai?» gli domando, cercando di introdurre un nuovo discorso, fissando quello che ha sul collo.
«Due» mi risponde, facendo uscire nuvolette di fumo dalla bocca.

Mi piace parlare con lui, o meglio, mi piace sentire il suono della sua voce, ma non riesco a trovare un argomento di cui poter parlare.

«Sei figlio unico?» riprovo.
«No, ho una sorella» risponde irritato.
Evidentemente ho toccato un tasto dolente.
Abbasso la testa imbarazzata.
«Scusami, é solo che non mi piace parlare della mia famiglia...» continua, con più calma di prima. Annuisco, alzando di nuovo la testa per guardarlo.

Una folata di vento mi scuote i capelli e mi fa rabbrividire.
«Vuoi entrare?» mi domanda, accorgendosi del tremolìo.
«No, sto bene...» sussurro.

Sento il suo sguardo fisso su di me.

Alzo gli occhi per confermare il mio presentimento.
Non posso fare a meno di notare che mi sta fissando le labbra.
Rimetto in bocca la sigaretta e, per alleviare l'imbarazzo, gli soffio del fumo in faccia.
Mi sorride divertito, scuotendo la testa.
Lo rifaccio, solo per il gusto di rivedere quel sorriso.

«Alissa, smettila o ti bacio!» minaccia, fissandomi le labbra.
Non lo farebbe, ne sono più che sicura, ma amo tremendamente vincere le sfide.
Faccio l'ultimo tiro dalla sigaretta e, con nonchalance, ripeto il gesto.

Con la mano destra mi afferra la nuca, avvicina il suo viso al mio.
I nostri respiri si sfiorano.

La campanella della scuola trilla ripetutamente, facendoci sobbalzare.

Ti porto via con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora