Capther 11

91 8 1
                                    

I giorni successivi sono passati in fretta e siamo arrivati a mercoledì... Finalmente. La giornata è stata praticamente inutile, a scuola non abbiamo fatto niente, com'è giusto che succedesse, e abbiamo cazzeggiato tutto il tempo. Per fortuna ora è finita, stiamo uscendo dal cancello e mi guardo in torno alla ricerca di Ben.

Appoggiato per la schiena alla rete metallica, con piede sul muro sotto ad essa, il ginocchio alzato, e le braccia incrociate, c'è un ragazzo tutto incappucciato con gli occhiali da sole, che si guarda in giro.

So perfettamente chi è, così gli passo davanti facendo finta di non averlo riconosciuto, e mi guardo attorno fingendo di cercare qualcuno; poi le sue mani si accostano di scatto ai miei occhi, oscurandomi la vista, mentre il suo petto aderisce alla mia schiena, mi sussurra sul collo

"Cerchi qualcuno?" Sulle labbra mi spunta un sorrisino e dopo gli rispondo

"No" mi fa voltare verso di lui, con un espressione sorpresa
"Cosa?" Gli scoppio a ridere in faccia e mi avvicino a lui abbracciandolo forte e baciandogli le guance

"Scherzavo" gli dico.

Lui mi prende in braccio, facendomi legare le gambe alla sua vita, e mi stritola in un altro abbraccio
"Ma quanto sei scema?"
"Ti voglio bene Ben" dico premendo il mio viso sul suo collo
"Io di più" afferma convinto mentre mi fa scendere dall'abbraccio
"Forse hai ragione" gli faccio una faccia furba e lui ride insieme a me.

Mentre ci incamminiamo verso la stazione, per prendere il treno che ci porterà a Milano, incontriamo Emanuele che ci guarda storto da lontano, non riesco a sostenere lo sguardo e le punte dei miei piedi diventano improvvisamente interessanti, mentre Ben riesce a fissarlo e così facendo gli fa capire che deve stare lontano.

Una volta saliti sul treno Ben si siede accanto a me, prendendo le mie gambe e poggiandole sulle sue.

"Allora come è andata oggi a scuola?" Mi chiede con un tono sarcastico

"Ti vanti solo perché tu l'hai finta?" Gli rispondo ridendo anch'io

"Forse..." Mi fa uno sguardo provocante "e poi, oggi era l'ultimo giorno, anche tu l'hai finita" mi prende in giro ancora

"Ma che stronzetto..."

"No... Io sono un pezzo di mucca" mi dice serio e io scoppio a ridere, lui ci rimane leggermente male, anche se penso stia fingendo solo per avere un po' di coccole.

Gli accarezzo piano il braccio facendo finta di essere dispiaciuta e lui mi stringe forte a lui, bloccandomi con le sue braccia e non facendomi quasi respirare

"Ben, Ben non respiro" gli dico ridendo

Allenta un po' la presa e poi mi bacia sui capelli, continuando comunque ad abbracciarmi.

Dopo qualche minuto arriviamo a Milano e cominciamo camminare per il centro, mentre lui mi prende la mano.

Dopo neanche mezz'ora che siamo in giro già quattro ragazze ci hanno chiesto di fare delle foto, o comunque ci hanno fermato per chiederci qualcosa dei prossimi concerti, inoltre ho visto diverse ragazze scattarci delle foto da lontano, come se avessero paura di venirci a salutare.

Mi sento osservata, con tutte queste persone che ci guardano non mi era mai successa una cosa del genere, per questo Ben mi porta in un piccolo bar alla fine di un vicolo

"Fanno un gelato, che è la fine del mondo, fidati" mi dice, vedendomi non molto sicura.

Una volta entrati la prima cosa che vedo è il colore predominante degli interni, praticamente tutto rosso, e la disposizione particolare dei tavoli, perché quelli al centro della stanza sono messi sopra una scacchiera gigante, ovviamente rossa e bianca e ogni tavolo ha come centrotavola la pedina a cui in teoria dovrebbe corrispondere.
I tavoli vicino al muro invece, al posto delle sedie hanno un divano semicircolare, come i Diner americani, anch'esso rosso.
In generale, anche se la scelta dei colori è vistosa, non è un pugno nell'occhio, però si nota la differenza tra tutta la stanza e il bancone del bar, che è completamente nero, compresi bicchieri, bottiglie, lavabo e tutto il resto.

Scusa Ma Ti Amo ||B.M||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora