Capther 12

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Dopo il viaggio in treno arriviamo a casa, non mi va di fargli fare subito un altro viaggio verso Modena, quindi lo faccio entrare, anche se questa cosa mi mette molta ansia, più che ansia direi imbarazzo, però, visto le condizioni di casa mia.

Una volta entrata tiro su le tapparelle di camera mia e della cucina, dopo qualche secondo sento che anche Ben stava aprendo le tapparelle

"Ben?" Dico, dirigendomi verso il salotto

"Le stavo tirando su anche io..." Mi risponde mentre lo guardo appoggiata sullo stipite della porta

"Lasciale stare, non le alzare"

"Ma è una bella giornata, ed è tutto buio qui"

"Ben lascia stare..." Non mi ascolta e continua finché il soggiorno non è completamente illuminato. Più luce vedo più comincio a sentirmi male, non è così che deve stare, non riesco quasi ad entrarci in soggiorno quando è buio, figuriamoci vederlo così illuminato, come lo aveva lasciato lei.

"Dovete imbiancare?" Mi chiede indicando i sacchetti della spazzatura sui mobili

Scuoto la testa sperando capisca quello che voglio dire, e stia fermo con le mani.

Ma lui è un impiccione e con uno strattone toglie i teli dalle credenze. Vedo tutte le particelle di polvere che fluttuano nella luce che entra dalla finestra, e potrebbe sembrare normale per chiunque, ma non per me. È come se il tempo rallentasse fino a tornare indietro di pochi anni, riesco a sentire la sua voce che mi chiama, per l'ultima volta, poi non l'avrei mai più rivista.

Le lacrime scendono calde sulle mie guance, alla vista delle foto, sopra la credenza, sì perché, quelle sono il problema, sono l'ultima cosa che può ricordarmi di lei, e io non voglio ricordare, anche se è inevitabile.

Mi avvicino alla mia preferita, l'ultima prima che tutto andasse a rotoli; ci siamo io e lei abbracciate, sedute su una poltrona in bambù, che ridiamo; mi ricordo quel giorno, eravamo al mare d'estate, e la sera avevamo deciso di andare a trovare mia zia, in campagna, stavamo facendo un po' le sceme, non mi ricordo neanche per cosa, e mia zia, una fotografa, ci aveva scattato quella foto di sorpresa. Una volta tornata dalle vacanze, fu tutto diverso, non ridemmo mai più come quella volta... Anzi era gia strano se parlavamo senza litigare.

Benjamin nota che sto piangendo e io rivolto a faccia in giù la foto prima di scappare in camera
"Rimetti tutto a posto" gli dico con la voce incrinata dal pianto

"Mad? Mad stai bene?" Mi dice lui seguendomi nella mia stanza

"Mad..." Mi dice ancora scuotendo appena le coperte sotto le quali mi sono nascosta. Le scosta un pochino, giusto per vedere il mio viso, devo essere un mostro in questo momento.

"Mad che è successo?" Mi chiede cauto, avvicinandosi

"È-è morta Ben, mia madre è morta due anni fa" dico scoppiando nuovamente a piangere.

Lui semplicemente, mi tira su a sedere e mi prende in braccio su di se, coccolandomi con delle carezze sulla schiena, mi sento una bambina ad auto-commiserarmi su di lui, per altro rischio di bagnarlo di lacrime.

Mi stacco piano in imbarazzo, ma lui mi stringe ancora a se, più forte di prima
"Non ti devi vergognare di questo, io sono qui per te" mi dice cullandomi ancora.

A poco a poco cado in uno stato di dormiveglia, e lo sento appena quando si toglie la maglia e le scarpe, prima di infilarci entrambi sotto le coperte e stringermi ancora a lui. Mi addormento, alla fine, sotto il ritmo del suo respiro.

Scusa Ma Ti Amo ||B.M||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora