3. Coccole e tamponamenti

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-Sout Los Angeles, 25 Maggio 2015

6:45 AM.

-cosa credevi? Che saresti andata alla festa e non ti avrei spedita a scuola? Alza il tuo culo moscio dal letto signorina- mia madre parlava e le uniche cose che sentivo erano parole indecifrabili e incomprensibili. Quella notte avevo dormito esattamente 45 minuti, se poi quello che avevo fatto poteva essere definito "dormire".
Ero tornata a casa più che ubriaca, non avevo preso nessuna pillola peró, non ero fatta per le droghe. Ogni cosa che ero riuscita a guadagnare era finita nelle mani di Derek che mi aveva perquisito pure le scarpe pur di non perdere neanche un centesimo, avido.
Mi ero alzata ancora con gli occhi chiusi e avevo sussurrato qualche parola per poi lanciarmi sotto la doccia, fredda per la precisione, per due motivi: il primo perchè dovevo assolutamente aprire gli occhi e svegliarmi e il secondo perchè non avevo scelta, non avevamo pagato la bolletta per l'acqua calda.
Avevo raggiunto la scuola a piedi e da sola, mentre trascinavo le mie converse rovinate sull'asfalto. Una volta arrivata filai subito in classe non vedendo l'ora di sedermi, Jason che quella mattina aveva avuto un prelievo era appena arrivato e si stava dirigendo verso il banco accanto al mio quando un ragazzo da me poco conosciuto prese il suo posto.

-è occupato- dissi svogliatamente senza neanche guardarlo in faccia.

- si, da me- disse il ragazzo, alzai lo sguardo e notai fosse Sammy allora sospirai e feci cenno a Jason di sedersi dietro di me.

-devo controllarti io quest'ora- continuó poi, -dopo verrà Tez, lui ti dirà chi ci sarà l'ora dopo e via dicendo- annuii, ero parecchio stanca e mi sarebbe andata bene qualunque cosa.
La giornata proseguiva tranquillamente e fui praticamente scortata dai ragazzi ad ogni lezione poi arrivó l'ora di pranzo e come ogni giorno mi sedetti al tavolo con Jason quando i Bloods decisero di unirsi, inaspettatamente a noi.

-ho capito che dovete starmi sempre attaccati al culo, ma datemi un'ora di tregua, non vi sopporto piu- dissi aprendo la carta del mio panino.

-di questo ne devi parlars con Derek, neanche a noi fa piacere vedere la tua faccia tutto il tempo- disse uno dei ragazzi che non avevo visto la sera prima.

-come ti pare, dov'è Derek?- chiesi divorando il mio panino.

-aula 13, secondo piano, sta svolgendo alcuni affari- disse Nate e mi sorrise, mi alzai dalla sedia e camminai sempre più svogliatamente verso il secondo piano dove trovai l'aula 13. Non andavamo mai al secondo piano perchè era chiuso per ristrutturazioni ed infatti fui sorpresa quando nessuno, vedendomi salire le scale, mi disse nulla. Bussai ed un "avanti" arrivó dall'interno dell'aula. Aprii la porta e Derek era seduto dietro la cattedra con in mano tanti, tanti soldi.

-non voglio che i tuoi amichetti del cazzo mi stiano attaccati al culo.- dissi, non ero così sfacciata quando ero sveglia.

-oh tesoro ma non decidi tu, se io dico che loro ti seguiranno ovunque, loro ti seguiranno ovunque- disse Derek prima guardandomi in faccia e poi continuando a contare i soldi.

-me ne sbatto di quello che dici ok? Sono esausta e vedo quelle facce di merda ovunque io vada! Non posso neanche pranzare in santa cazzo di pace!- urlai e Derek subito si alzó.

-oh oh taci cazzo- mi mise una mano sulla bocca -se ci sentono vorranno sapere che cosa facciamo qui- disse lui con un tono di voce basso ma deciso.
Provai a parlare ma la sua mano era ancora sulla mia bocca. -mh mi piacerebbe portarti fuori a cena sai, mi piaci- disse poi, all'improvviso, come se cinque minuti prima non avessimo affrontato l'argomento "facce di merda".

-non mi sembri il tipo da cena fuori, quindi passo, grazie.- dissi poi aprendo la porta ed uscendo dalla classe. Raggiunsi la mensa, presi le mie cose e cominciai a camminare verso casa. Una macchina andava a passo d'uomo proprio accanto a me e quando mi girai dentro ci notai, ovviamente Derek.
Urlai internamente e mi girai verso di lui e la sua macchina disgustosamente costosa.

-cosa diavolo vuoi ora? Non ci vengo a cena con te!- dissi sbraitando, io volevo solo dormire.

-cristo Rebecka, calmati. Venerdi sera c'è una festa e tu devi esserci, poi lo sai che devo controllare sempre dove vai. Sali in macchina che ti accompagno-
Disse lui in tono autoritario.

-BENE- dissi e salii in macchina per poi sbattere la portiera.

-non sbattere mai piu la portiera di Janette in quel modo!- disse lui facendo il finto offeso.

-Janette sarebbe la macchina? La droga ti ha dato alla testa Derek? Sei fuori come un balcone- risi e dopo poco arrivammo a casa.

-vuoi entrare?- dissi tranquillamente, non sarebbe tornato a scuola ed io ero sola quindi perchè no?

-volentieri, parcheggio ed arrivo.- disse lui sorridendomi e parcheggiando.
Entrai in casa, tolsi le scarpe e i pantaloni e misi dei pantaloncini, poi mi lanciai sul divano.
Sentii bussare ed urlai un "entra" per poi vedere la faccia di Derek varcare la soglia.
Si sedette e gli feci la domanda che avevo in testa da giorni.

-perchè hai bisogno del mio aiuto?- dissi tutto d'un fiato, talmente veloce che neanche Eminem.

-parla lentamente cazzo e comunque perchè hai il classico aspetto da brava ragazza, nessuno dubiterebbe di te. Avrei potuto scegliere chiunque ma quando ci siamo scontrati ho scelto te, senza un motivo preciso, eri la prima ragazza che avevo visto quella mattina- spiegó togliendosi anche lui le scarpe.

-bene, ha senso. Ti dispiace se guardiamo un po di tv? Sono molto stanca- dissi sbadigliando e stropicciandomi gli occhi.

-figurati, adoro spongebob comunque, metti qui- disse lui mentre toglieva le scarpe e appoggiava la testa sulla mia pancia.
Si stava tranquilli ed io ero parecchio rilassata, dieci minuti dopo il respiro di Derek si appesantì ed io mi persi ad ascoltarlo. Era la cosa più rilassante del mondo; tutto sommato quel ragazzo non era così male ed era anche molto carino. Cominciai ad accarezzargli i capelli ed osservai ogni singolo dettaglio del suo viso, partendo dalle ciglia lunghe e finendo per le sue  labbra carnose.  Più gli toccavo i capelli e più mi accorgevo di quanto fossero morbidi e profumati, il momento era così rilassante che finii per chiudere gli occhi anche io quando un tonfo proveniente dalla strada fece saltare entrambi dal divano. Derek uscii di casa in una velocità assurda e quando mi alzai lo sentii imprecare.

-mi hanno fottutamente tamponato la macchina. Quei bastardi schifosi. Se trovo chi è stato, porca di quella troia, gli smonto la testa. La mia Janette- piagnucoló, mise le mani tra i capelli e cercó di calmarsi.

-dovresti sporgere denuncia- dissi toccandogli la spalla.

-dovrei organizzare la vendetta- rispose lui.

MOLLY. //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora