Memories

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Vedeva tutto appannato, sfocato.

Il cuore batteva troppo velocemente e il corpo pesava esageratamente, come se avesse un macigno sullo stomaco.

I polmoni bruciavano che se avesse ingoiato la carbonella ancora infuocata.

La gola faceva gli faceva male, mentre le orecchie pulsavano e "pungevano".

La testa doleva incredibilmente: sembrava come se stesse per essere perforata da un martello.

I suoi sensi iniziavano ad intorpidirsi, la vista a diventare nera.

Lentamente si lasciò sopraffare da quel doloroso bruciore, finche non vide e non sentì più niente.

"Un bambino di circa quattro anni stava correndo giocoso nel prato della sua dimora mentre un' uomo di quasi trent'anni lo inseguiva divertito.

Quel bambino era tale e quale all'adulto: capelli mori, vispi occhi grigi e la risata sempre pronta.

Solo una cosa lo distingueva dall'uomo: la pelle pallida che aveva ereditato dalla madre.

Essa si trovava a pochi metri dal figlio e dal marito, intenta a cucinare uno dei suoi deliziosi manicaretti, riversando tutto il suo amore in quei piatti. Ayame adorava cucinare, era una cosa che la rilassava molto e a cui dedicava molto tempo visto che non lavorava. Ci pensava il marito a portare i soldi in casa, che con la sua carica di chirurgo guadagnava non poco.

In più, da quando aveva incominciato a lavorare per quello strano tipo, i soldi erano aumenti.

Fuugaku non le aveva mai detto perché lavorasse per quel viscido individuo, ma le aveva promesso che non sarebbe mai successo nulla di brutto.

Ayame ci credeva al marito, si fidava, ma l'angoscia c'era sempre.

Sapeva che lavorava in cose losche, ed aveva paura, ma finche erano insieme non sarebbe accaduto nulla, soprattutto al loro piccolo Law.

La donna dai capelli ambrati e dagli occhi azzurri, si sporse dalla piccola finestrella della cucina e richiamò a sé i due.

<< LA CENA E' PRONTA! >>

La voce cristallina di Ayame raggiunse i due che si fermarono sfiniti davanti la porta in legno di Noce.

Padre e figlio si guardarono sorridenti .

L'uomo si lisciò il pizzetto nero e poi posò la sua grande mano sulla testa del bambino, in seguito osservò il Sole ormai del tutto tramontato.

Ormai era Ottobre, era normale che il Sole fosse già tramontato alle diciannove di sera.

Fuugaku si rivolse al figlio e poi gli sussurrò di entrare in casa.

Law obbedì tutto sorridente e si avviò verso il tavolo da pranzo collocato vicino alla cucina.

Anche il maggiore entrò, ma invece che avviarsi verso il tavolo, andò in salotto a prendere un enorme pacco regalo adagiato sopra il divano.

Poi con poche falcate, raggiunse i due che avevano ormai iniziato a cenare.

<< Law, buon compleanno! >>

Il bimbo si girò di scatto guardando prima il padre e poi la madre che gli stavano sorridendo felici.

<< E' per me quel regalo? >>

The threads of HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora