Escape plane

381 21 0
                                    

Law dischiuse gli occhi quando dei singhiozzi gli giunsero alle orecchie.

Un piccolo fremito alla spina dorsale gli fece sputare sangue.

Portò una mano all'altezza dello stomaco, dove era sicuro sarebbero comparsi molti ematomi.

Sentì il sapore ferroso del sangue riempirgli la bocca, mentre ricacciava dentro un conato di vomito.

Si issò sulle ginocchia, toccandosi sempre con la mano la parte dolente.

Il ventre, ormai del tutto nudo, presentava graffi, sangue e lividi.

I pantaloni invece erano strappati in più punti.

Quando alzò il capo, ancora rivolto verso il basso, un capogiro gli fece richiudere gli occhi.

Del sangue iniziò a ricolare dal naso, mentre uno zigomo incominciò a pulsare ferocemete.

Il respiro, corto per le costole sicuramente incrinate verso l'interno, sembra essere diventato estremamente pesante.

Quando la sua testa smise di girare, lasciando spazio al dolore, Law riaprì lentamente gli occhi.

La vista era inizialmente appannata, difatti il moro riusciva a distinguere solamente leggere ombre.

Poi iniziò a schiarirsi, permettendo a Trafalgar di distinguere chiaramente le figure davanti ed intorno a lui.

Quando capì in che situazione era la ragazza, la testa sembrò smettere di fargli male, il respiro sembrò superfluo ed il sangue inesistente, così come i graffi che bruciavano.

Nami era sospesa in aria, distesa orizzontalmente.

I lunghi capelli arancioni vorticavano nel vuoto, mentre il corpo era sollevato da tanti fili azzurri.

Gli occhi chiusi, le labbra aperte.

Sembrava non respirasse più.

Sulle gambe scoperte dai corti shorts, erano presenti molti più lividi di quanto ricordasse.

Il viso era sporco di sangue che, imperterrito, colava dalla fronte.

Sul terreno sottostante a lei, erano presenti grandi macchie di quel colore vermiglio.

<< Nami... >> un lieve ringhio di dolore uscì dalle labbra del ragazzo.

Il più velocemente possibile si alzò in piedi.

Barcollò per diversi istanti, credendo di cadere a terra un paio di volte.

Quanto trovò l'equilibrio, mosse un passo verso la ragazza, distante da lui un paio di metri.

<< Ti sei svegliato, Law. Iniziavo a preoccuparmi che fossi morto! Sei lì da otto minuti, ma tranquillo, ho trovato un modo per divertirmi... Fufufufufu! >>

Law voltò il capo in direzione dell'uomo.

Se ne stava tranquillamente seduto sulla scrivania, bevendo il liquore ambrato contenuto nel suo bicchiere.

La mano sospesa a mezz'aria, il capo biondo reclinato all'indietro verso la finestra coperta.

Quando Law spostò lo sguardo sulla poltrona, notò che la sua arma e quella della Navigatrice, erano lì abbandonate.

Il moro ricacciò le parole offensive che gli stavano salendo in gola.

Doveva trovare un piano, ma prima doveva salvare Nami.

Uno scoppio potente lo distrasse dai suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo verso la finestra coperta dalle tende.

Un secondo boato riempì l'aria, seguito da un terzo ed un quarto.

The threads of HellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora