Raggomitolata nell'enorme lettone, con la spessa coperta di lana tirata su, fino a coprirle il naso, Mia non fece fatica ad addormentarsi, nonostante le previsioni pessimistiche di zia Susi in proposito.
La luce del giorno era amichevole e rassicurante. Rubava spazio agli angoli bui della stanza, sedando così buona parte delle paure annidate nella sua mente. La condizione ottimale per prendere sonno, quindi, a discapito di tutto il caffè ingurgitato a colazione.
In ogni caso, nuove immagini terrificanti giunsero presto a popolare i suoi sogni. Esattamente come aveva temuto, quando, dopo un'ultima sprimacciata al cuscino, aveva provato a rilassarsi, la signora Duse si presentò puntuale a terrorizzarla, ormai il peggiore dei suoi incubi. E in breve, anche Davide s'intrufolò nelle pieghe del suo inconscio, lui e la sua faccia luminescente. Ma ogni volta che Mia si trovava sul punto di gridare in preda al panico, un velo di foglie ambrate si materializzava dal nulla e, sovrapponendosi alle immagini terrificanti generate dagli incubi, la trasportava carezzevole in un gioco di leggeri svolazzi. A sfiorarle, quelle foglie pulsavano umane sotto le sue dita, tanto che Mia si convinse di poterle toccare realmente. Le parve persino di vederle sollevarsi ed abbassarsi nell' atto di respirare, mentre il loro colore caldo e rossiccio vibrava di un verde smeraldo, al minimo contatto. Erano così seducenti da riuscire a confonderla. Misteriose e affascinanti, più le osservava roteare sospese a mezz'aria, più desiderava poterle vedere meglio. Moriva dalla voglia di annusarle. Riuscivano a suscitare in lei una necessità incontenibile di stringerle tra le mani e di immergersi nel loro profumo legnoso di muschio e di menta. Avrebbe voluto sprofondare per sempre nel loro fruscio sensuale e perdere la cognizione del tempo. Ma purtroppo, il momento del risveglio sopraggiunse in un istante. E pian piano, le immagini delle fronde colorate sbiadirono dai suoi occhi ancora sognanti.
Dopo essersi stropicciata gli occhi, Mia si mise a sedere con le gambe incrociate sul materasso e incominciò ad ispezionare ogni centimetro della stanza, quasi avesse potuto trovarci una solitaria lamella dispersa.
Per sbaglio, lanciò un'occhiata distratta ai libri di scuola impilati sul pavimento e subito si ritrovò a storcere la bocca in una smorfia di disgusto: non aveva alcuna intenzione di mettersi a studiare. Su questo non ci pioveva.
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Camminando quasi in punta di piedi attraverso il lungo corridoio dell'ultimo piano, Mia si domandò in quale momento, di preciso, le sue sinapsi avessero smesso del tutto di funzionare. Si stava arrischiando in un'escursione fuori programma, non esattamente il tipo di escursione che in quel momento stava tenendo impegnata zia Susi, ma, di sicuro, non meno emozionante. Cercando di rassicurarsi sul fatto che almeno non potesse essere più pericolosa, anche se non poteva fare a meno di sospettarlo, Mia fece scorrere il palmo sudaticcio sul freddo corrimano dello scalone in porfido, dislocato sul punto di confine con l'ala occidentale, ovvero nella zona proibita in cui le era stato proibito mettere piede.
Ma non c'era di che preoccuparsi, pensò sfregando qualche granello di polvere tra indice e pollice. In fondo, aveva calcolato ogni rischio, prima di decidersi a infrangere le regole. Più precisamente, aveva fatto affidamento sul fatto che Tommaso e Davide sarebbero stati occupati nei boschi per il giro turistico. La signora Duse, con ogni probabilità, si sarebbe invece divisa tra l'accoglienza dei nuovi arrivati e le sue noiose pratiche d'ufficio. Perciò, cosa che sperava sul serio, sarebbe rimasta per buona parte della mattinata rinchiusa nel suo angusto studio situato al piano terreno. Con un pizzico di fortuna, non avrebbe incontrato anima viva, ma, se per caso fosse incappata in qualcuno del personale, era sicura che se la sarebbe cavata fingendo semplicemente di essersi persa.
Sì, era tutto sotto controllo.
Inspirò a pieni polmoni e oltrepassò l'ampia scalinata, gli occhi fissi verso il fondo del corridoio che pareva perdersi nell'ombra rossastra proiettata dai tendoni di velluto chiusi da un cordone nero di seta intrecciata.

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SPECTRUM
ParanormalL'antico castello immerso tra i boschi, dove Mia sta per trascorrere una breve vacanza insieme a zia Susi, sembra davvero il luogo ideale per potersi lasciare alle spalle il dolore dovuto alla recente perdita della madre. L'entusiasmo iniziale della...