Dal momento che ogni atomo del suo corpo stava invocando riposo, Mia non poté far altro che sentirsi sollevata, quando Ada decise di congedarsi. "Signore, è stato un vero piacere, ma ora devo lasciarvi, il lavoro mi attende". Con un gesto nervoso della mano, la contessa richiamò una cameriera intenta a sostituire alcune brocche d'acqua vuote sui tavoli. "Questo va in cucina". Sollevò il mento in direzione del vassoio e schioccò le dita, per far sì che la ragazza si affrettasse ad obbedire. Ricominciò a parlare, solo quando la vide spingere il carrello carico di caraffe fuori dalla veranda. "Alla reception vi daranno le chiavi delle vostre stanze ..." Frugò nella tasca dei pantaloni e ne estrasse un pacchetto di Camel Light ancora sigillato. Ignorando lo sguardo perplesso delle sue ospiti, lo scartò e ne sfilò lentamente una sigaretta che accese con un accendino fatto comparire nel frattempo dal fondo dell'altra tasca. "... E tutte le indicazioni che potranno esservi utili." Mentre una cinerea nuvola di fumo si addensava attorno alla sua corta capigliatura bionda, strinse la sigaretta tra le labbra carnose e posò il pacchetto sul tavolo, poi, con precisione quasi chirurgica, ci sistemò sopra l'accendino, facendo in modo che i bordi squadrati dei due oggetti combaciassero alla perfezione. "Vi indicheranno anche le zone del castello alle quali avrete libero accesso." Palesando un'espressione indecifrabile, soffiò due grossi anelli di fumo verso il soffitto e spostò lo sguardo sulla sala deserta, senza dare peso al fatto che le tre donne stessero continuando a scrutarla, tutte allo stesso modo convinte di aver frainteso il discorso.
C'erano delle restrizioni?
Spiazzata dalla novità, Lisa si fece avanti. "Perché, scusa? Non possiamo andare dove ci pare?"
Ada aggrottò appena le sopracciglia, poi, con il dito ossuto, picchiettò stizzita sul filtro, facendo così cadere un po' di cenere sul pavimento. "Come ho già detto, dovete rivolgervi alla reception. La mia segretaria vi spiegherà tutto quel che vi serve sapere." Lanciò un'ennesima occhiata al soffitto e, ancora una volta, solo Mia se ne accorse.
"Adesso devo proprio andare." In un battito di ciglia, il viso della contessa tornò a distendersi, assumendo un'espressione di diplomatica cordialità. "Ci vediamo a cena. Naturalmente mangerete al mio tavolo, in quanto ospiti d'eccezione." Sottolineò le ultime parole ammiccando al sorriso forzato della cugina, poi, annuendo compiaciuta al silenzio generale, raccolse le sue cose dal tavolo, le fece sparire nelle tasche degli ampi pantaloni grigi di taglio maschile e si allontanò senza aggiungere una sola parola. Mia la seguì con lo sguardo, finché non la vide attraversare con il passo vellutato di un felino la porta-finestra.
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L'addetta alla reception si chiamava Giada. Almeno così c'era scritto sul cartellino che portava appuntato alla camicetta di seta bianca. Riuscì a suscitare l'immediata antipatia di tutte quante, senza compiere il minimo sforzo: le bastò consegnare le chiavi, senza distogliere una sola volta gli occhi dal PC portatile.
"Ascensore di destra, secondo piano." La donna indicò con il dito gli ascensori situati in fondo alla sala, lo sguardo fisso sul monitor.
"Solo mia cugina poteva farsi venire la brillante idea di mettere degli aggeggi così brutti in un edificio antico." Borbottò Lisa a denti stretti.
La segretaria le lanciò un'occhiata torva, poi tornò a concentrarsi sulla tastiera. "Gli ascensori sono stati installati nel rispetto della norma contro le barriere architettoniche." Replicò asciutta.
Zittita dall'ovvietà della risposta, Lisa girò sui tacchi. "Andiamocene in camera."
"Devo ancora illustrarvi gli intrattenimenti dell'albergo!" In meno di un secondo, Giada avviò il salvaschermo e scattò in piedi.
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SPECTRUM
ParanormalL'antico castello immerso tra i boschi, dove Mia sta per trascorrere una breve vacanza insieme a zia Susi, sembra davvero il luogo ideale per potersi lasciare alle spalle il dolore dovuto alla recente perdita della madre. L'entusiasmo iniziale della...