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"Quanto avrei voluto essere così fortunata...". Questo è sempre stato uno dei miei più ricorrenti pensieri. "Char, non ti rendi conto di quanto bene sto ora, dovresti provare ciò che provo io ora per capire!", " Oh Rossa, fidati che non c'è niente di meglio". La gente ci prova proprio gusto a farmi rosicare. Ma non importa, sono sicura che anch'io riuscirò a far rosicare quegli stronzi.

Quella fredda mattinata di novembre sembrava non voler finire mai. Sorridere e servire svariati tipi di caffè a sconosciuti che non conoscono le espressioni "per favore", "buongiorno" e "grazie" era una tortura. Il mio sogno è sempre stato quello di fare la bar tender, ma nessun locale o nessun bar importante avrebbe mai assunto una che non ha mai avuto a che fare con uno shaker o una macchina del caffè, quindi per migliorare e creare esperienza devo fingere di volere bene a tutti, anche quando vorrei lanciare il latte bollente negli occhi di certa gente, e lavorare per bene.

In quel bar ci andavano sempre i soliti noiosissimi clienti che ordinavano le solite noiosissime cose e parlavano degli stessi noiosissimi argomenti.

Ma un giorno dall'entrata del bar entrarono due persone: un ragazzo e una ragazza. Sembravano più o meno coetanei, forse erano una coppia. Lui non era molto alto, magro, aveva i capelli scuri, un leggero accenno di barba e puzzava di fumo. Sicuramente era uno di quei fumatori sottomessi dalla sigaretta che avrebbero tranquillamente venduto la madre in cambio di una fornitura infinita di sigarette. Le occhiaie sotto i suoi occhi dicevano tutto. Lei invece aveva dei lunghi capelli biondo cenere, occhi verdi, valorizzati da un leggero, ma ben fatto, velo di trucco. Era leggermente più bassa di me e un corpo nascosto sotto vestiti di qualche taglia più grande della sua. Sembrava spaventata, chissà perchè.

La coppia si sedette a un tavolo e iniziarono a parlare tra di loro. Dopo poco mi avvicinai a loro e dissi gentilmente "Buongiorno! Cosa desiderate?". Il ragazzo mi guardò infastidito e mi disse "Per me un caffè corretto".

Eccolo, un'altro stronzo, bello...

Allora guardai la ragazza per chiederle cosa volesse concentrandomi su quei bellissimi occhi verdi, ma prima che lei potesse dirmi cosa volesse il ragazzo la interruppe alzando la voce "Ma sei sorda? Ti ho detto che voglio un caffè corretto! E non serve che le chiedi cosa vuole perchè lei non vuole niente. E ora vai, muoviti che non ho tempo da perdere!". Annuì cercando di calmarmi e guardai per un'ultima volta gli occhi, ora pieni di lacrime, della ragazza e andai a preparare quello stupido caffè. Mi dispiace molto per questa ragazza, nessuno dovrebbe essere trattato in questo modo.

Pronto il caffè mi riavvicinai al loro tavolo e diedi il caffè all'uomo che bevve in un solo sorso e senza pensarci lanciò addosso alla ragazza la tazzina appena mi girai. L'aveva colpita, si era sentito dal rumore che aveva fatto la tazzina prima di cadere e rompersi sul pavimento. Nessuno fece niente, neanche io. Pochi secondi dopo si sentì il rumore di uno schiaffo e un lamento da parte della ragazza. Tutti stavano guardando la scena, immobili, allora l'uomo alzò la voce verso la ragazza "Sei una puttana! Devi morire!" tirandola per i capelli facendola cadere per terra. Lì non ci vedetti più, mi girai di scatto e lo colpì con tutta la rabbia che avevo conservato fino a quel momento, stordendolo e aiutando la ragazza ad alzarsi. "Chiamate la polizia, muovetevi! Quest'uomo deve pagare per ciò che ha fatto!".


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