Capitolo 6

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Una melodia corre lontana, anche sordi corrono dietro.

  Kanze seduto in seiza, in un angolo della sala , la serva si affacciò sulla soglia della cucina, e a un cenno del padrone , poco dopo venne con un vassoio di cibarie , una ciotola di riso e un vasetto di tsukeemono , verdura sottaceti.

« mangiate il riso insieme ai cetrioli ripieni con basilico e peperoni... sono molto saporiti » gli disse indicando il vasetto « una specialità della casa, Vi piaceranno » posò il vassoio sul tavolino , s'inchinò e tornò a riordinare i tavolini.

Kanze , mentre si serviva con le bacchette , hashi , addentò un cetriolino ripieno , ebbe la netta sensazione che un pugno stesse per colpirlo, non appena sentì l'aroma pungente.

Quand'ebbe pulita la ciotola di riso e i sottaceti , il bruciore dei peperoni indugiò sulla lingua ancora per molto nonostante il tè caldo bevutogli sopra.

Tornò la serva , e gli domandò « ne volete ancora ?»

« iee! , no , grazie sono sazio » ripose Kanze

« vi sono piaciuti i sottaceti ? »

« eccellenti davvero , ma forti , da stecchire le mosche » si alzò per andare nella sua stanza,le fece un inchino con il capo « domo arigatou » sentiva lo sguardo sorridente della serva su di sé, mentre saliva le scale.

Si sdraiò vestito sul futon , la katana al suo fianco , immobile nell'oscurità , solo un debole brandello di luce lunare , proveniva da uno spiraglio della finestra , illuminava in modo spettrale la stanza. Da lontano si sentiva un suono di un shakuhachi , flauto di bambù , che con le sue note lamentose , volavano sopra i tetti di Himeji , e si intrecciavano alla luce del firmamento.

Kanze , chiuse gli occhi e si concesse il lusso di abbassare la guardia per un solo istante , immergendosi nel ritmo lento della musica. Era una melodia malinconica , inequivocabilmente triste. La sua mente si aprì, a dei ricordi belli, e dolorosi , al castello , alla piccola Suisen . I suoi occhi si riempirono di lacrime. 

Lui non si era mai sposato, aveva passato i suoi anni nel castello al servizio del suo signore e signora , seguendo la via del Bushido, come fu suo padre e suo nonno.
Aveva un compito ben preciso , ritrovare la loro figlia e riportarla dalla madre.

Suisen:

  Era una fredda giornata d'inverno.
Una pioggerellina sottile sottile cadeva insistente e uggiosa dalla mattina, mentre un vento freddo soffiava ad intervalli, sobillando fra le tegole della casa.
A tratti trovava qualche piccolo pertugio nelle finestre o riusciva a farsi strada nella cappa del camino ed entrava a sfiorare il volto di Suisen che stava preparando le verdure per la misoshiru, zuppa di miso e wakame, inginocchiata davanti al fuoco per cercare un po' di calore.
Accanto a lei il gatto faceva le fusa ed il cane abbaiava alle fiamme, scodinzolando.

Ogni volta che il vento la raggiungeva, la bambina si stringeva nel vecchio kimono che le avevano dato quando era arrivata due anni prima.
A quel tempo era troppo grande per lei e doveva ingegnarsi per non inciampicarvici ad ogni passo, ma nel frattempo era cresciuta ed ora riusciva a malapena ad avvolgerlo intorno al corpo.

Del resto, la padrona non aveva nessuna intenzione di spendere per lei e già gli avanzi del pasto, che le permetteva di dividere con gli animali della casa, le sembrava un investimento eccessivo.
Tuttavia le avevano permesso di tenere i pezzi di stoffa rovinati, che il mercante non poteva vendere e di ricavare pezze dai vecchi kimono degli abitanti della casa, prima di buttarli via.
Con queste stoffe poteva cucirsi gli indumenti di cui aveva bisogno.

Così, Piccolo Fiore nei ritagli di tempo si stava facendo un abito dai colori improbabili, ma accostati con tanto gusto che alla fine il risultato sarebbe stato alquanto gradevole.
Comunque il tempo era sempre poco ed il lavoro andava a rilento: lei sperava di riuscire a terminarlo per la stagione dei ciliegi in fiore.

Quando fu colta da un'ennesimo brivido alzò gli occhi alle fiamme che danzavano allegre nel camino e le ricordarono i colori degli splendidi vestiti che indossava quando era a casa con la sua famiglia.

Rimase così, con il coltello alzato in un gesto interrotto a metà, a sognare dei tempi passati.

Non poté dire quanto tempo durarono quei ricordi che le scaldavano il cuore, quando fu colpita da un violento calcio.
Era il figlio della padrona che, entrato in cucina per cercare il cane, era andato su tutte le furie vedendola in quella posa.

« Che stai facendo!
Ti stai scaldando invece di preparare la cena?
Ora ti tolgo io tutta la pigrizia che hai addosso a suon di frustate! »


Suisen fu sveltissima a scappare via prima di essere raggiunta da altre percosse, inseguita dal cane e dal gatto che avevano voglia di giocare.
I tre uscirono come fulmini dalla casa sotto la pioggia e andarono a ripararsi sotto una tettoia un po' distante.
Il giovane padrone, che non aveva nessuna intenzione di bagnarsi, rimase sull'uscio a vomitare i più sconci improperi che la sua rabbia gli dettava.

Nella sua fuga, la bambina non aveva dimenticato di prendere il piatto dove stava tagliando le verdure....chissà cosa sarebbe successo se la cena non fosse stata pronta all'ora stabilita!
Le veniva la pelle d'oca solo a pensarci e riprese con voga il suo lavoro, anche per scaldarsi e per coprire quelle orribili grida con il ritmico toc..toc...tac..tac...toc..tac..del coltello che affettava impietoso le verdure.

Suise, si meravigliò della sua crescente maestria con quella lama ed un pensiero le attraversò fugace la mente.
"Sto diventando brava con il coltello quasi come il samurai Kanze con la sua katana.
Sono sicura che sarebbe molto orgoglioso di me!"  

   


Suisen piccolo fioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora