Il loro paradiso terrestre, però, fu distrutto da un'armata di uomini.
Li accerchiarono e li minacciarono con le lance puntate contro e con gli scudi per proteggersi.
L'attenzione dei soldati era solo su Herobrine e Jane; infatti le altre due ragazze furono recuperate e "salvate" con la forza.
- VOI DUE SIETE IN ARRESTO. - gridò uno di loro.
La coppia era stata messa in ginocchio e coi capi chini.
- H-herobrine... Non posso... Teletrasportarmi... - gli sussurró l'amata, con lo sguardo in preda al panico.
Per loro sfortuna, le manette e le catene con cui i soldati li avevano bloccati erano di un materiale indistruttibile e magico, capace di tener bloccato qualsiasi cosa.
- Non preoccuparti. Andrà tutto bene. - la confortó l'altro.
Alzò il capo e lo sguardo verso il soldato che sembrava essere il capo della spedizione e che stava proprio davanti a lui.
- Chi vi ha mandato? E quali sono le accuse contro di noi?! - urlò Herobrine, iracondo.
- Notch ci ha ordinato di farvi fuori, mostri che non siete altro.
E poi, credo che possiate capire da soli quali sono i vostri crimini. - spiegò con tono fermo e sicuro il capo, sorridendo beffardo e tirando un calcio allo stomaco dell'uomo in catene. Ma non gli fece neanche il solletico.
- Notch, eh? Dovevo immaginarmelo.
Se dobbiamo essere giustiziati, vorrei che lo facesse lui in persona... E non i suoi "cani da guardia". - affermò con disprezzo il dio.
- Per caso, ha paura di farlo? - continuò Jane, anche lei con lo sguardo ostile. Aveva capito a che gioco stava giocando il Creatore.
Il caposquadra si stizzó talmente tanto da permetterglielo.
- E VA BENE! VI GIUSTIZIERÁ LUI! - gridò il soldato, irritato dai due prigionieri.
Quest'ultimi si guardarono con una punta di soddisfazione e sollievo.
- Portateli via, immediatamente. Non voglio vedere queste schifezze un secondo di più. - ringhió il capo, voltandosi per andarsene.
- Ma, signore... Ci sono anche due ragazze. Che facciamo con loro? - lo informò un altro soldato.
" YUIYA! " pensarono i genitori della ragazza, guardaronosi assai preoccupati e cercando di trovare un modo per salvare le due quattordicenni.
" Se non diciamo nulla, forse le lasceranno andare pensando che non c'entrano affatto con noi. " pensò Herobrine, guardando la ex principessa.
Jane lo capì, potendo leggergli il pensiero: era un potere che si era rivelato solo in seguito alla trasformazione da Enderman in umana.
Annuì tristemente all'idea.
- Due ragazze? Huh... Portiamole con noi che questo posto è pericoloso per loro. Portatemele qui, voglio vederle. - ordinò il caposquadra.
L'altro subordinato fece il saluto militare per poi andar a prendere le due giovani.
Jane stava per sbraitare qualcosa, ma fu zittita e calmata di Herobrine.
- Eccole qui. Anche se stanno opponendo forza... - informò il soldato, portando le due per il braccio.
- LASCIACI! ORA! - si dimenava Yuiya, mentre Dyna se ne stava buona e tranquilla e con lo sguardo basso e arreso.
- Bene. Ditemi, ragazze: siete umane? - domandò forte l'uomo, facendosi osservare dalla coppia di amiche.
Gli sguardi di Herobrine e Jane esprimevano tutto: sembrava che quegli occhi dicessero "Siete umane! Sì che lo siete! Dite soltanto questo!".
Yuiya e Dyna capirono.
- Sì... Lo siamo. - affermò la ragzza dai capelli verdi, trattenendosi a stento dall'emettere il suo verso.
- Molto bene: allora non vi dispiacerà seguirci per andare da Notch, giusto? - chiese ancora il capo, un po' meno minaccioso di prima.
- Non possiamo... Vede, dobbiamo tornare a casa. O i nostri genitori si preoccuperanno. - spiegò la "non" strega, mentendo perfettamente.
- Mi spice, ma era un ordine detto con gentilezza: dovete venire con noi per forza. Avviseremo noi i vostri genitori...
Scortate anche loro via. - ordinò infine.
Le giovani si sentirono sconfitte e non opposero resistenza quando furono portate su dei cavalli.
Ma ancor più abbattuti e disperati erano i due fidanzati che avevano paura per la loro cara figlia.
La truppa e i prigionieri viaggiarono su dei cavalli per la foresta, cercando l'uscita dal posto.
Il capo dei soldati era in testa mentre la famigliola incatenata era al centro del gruppo, in modo che non potesse scappare.
Quelle catene bloccavano ogni magia o potere ed erano estremamente pesanti sull'ostaggio per via d'un incantesimo.
Jane era seduta sullo stesso cavallo di Herobrine, dietro di lui. Gli diede una leggera spinta con la spalla.
L'altro voltò la testa verso di lei.
" Sì? " pensò.
La donna mimó con le labbra la domanda " Qual è il piano? ".
" Ho intenzione di ammazzare quel bastardo di mio fratello una volta e per tutte. Magari potrei prendere io il suo potere e a quel punto... Ci sarebbe finalmente la pace. " pensò ancora, facendo varie espressioni.
Non parlavano per non esser scoperti dai soldati, ovviamente.
Ella annuì convinta: il piano le piaceva e secondo lei avrebbe funzionato alla grande anche col suo di aiuto.
Entrambi sorrisero sicuri per poi far finta di nulla.
Dyna e Yuiya erano su degli altri cavalli, di fianco al capo. Una a destra con un soldato dietro e un'altra dall'altro lato, sempre con un soldato dietro.
Erano piuttosto giù di morale. Non azzardavano aprire bocca.
" Mamma... Papà... Sono certa che ce la faremo! " pensò Yuiya, cercando di girarsi dietro per vederli, ma la guardia la costrinse a guardare avanti.
Ma nessuno aveva più paura di Dyna: era terrorizzata all'idea di ritrasformarsi in un creeper e quindi di esser ammazzata nel peggiore dei modi. Tremava e teneva gli occhi sbarrati dal terrore.Passò un giorno quando riuscirono ad arrivare a uno degli accampamenti, dove si trovavano delle jeep per tornare alla Capitale.
Era sera: i soldati stavano cenando mentre la coppia di giovani adulti era stata rinchiusa in una delle jeep maggiori, senza cibo né acqua, con un solo soldato che faceva da guardia al di fuori del veicolo.
I due erano stati legati il più lontano possibile l'un dall'altra.
- Hero... Stai bene? - chiese la donna, molto stanca.
- A parte un po' di fame, sì che sto bene... E tu? - sospirò l'altro.
Jane scosse la testa.
- Non tanto... Mi gira la testa e mi fa male la pancia... - fece un ghigno di dolore.
Il Creatore, con un sorriso rassicurante, si sporse in avanti per avvicinarsi all'amata.
- Non preoccuparti, vedrò io che fare... - la confortó.
- HEY! Dacci un mano! - gridò, volendosi far sentire dal soldato fuori dalla jeep.
Quest'ultimo diede un pugno allo sportello.
- ZITTO. - gli ordinò.
- La donna qui sta male! - continuò l' altro.
- Non c'è ne il bisogno... Davvero... - mormorò Jane.
- NON MI INTERESSA. SE PROPRIO STA MALE, DOVRÀ ASPETTARE DOMANI MATTINA. - concluse la guardia, sbraitando come un cane rabbioso.
- Idiota, sta male adesso! - gli rispose ancora il dio.
Il soldato, ormai seccato dalla sua insistenza, aprì le porte per poi assestargli un pugno in faccia e poi un altro allo stomaco.
- Ti ho detto di stare ZITTO. - ringhiò tra i denti minaccioso l'uomo.
Herobrine alzò lo sguardo: era furioso. Quei pugni non lo avevano per niente scalfito.
- Heh, fai schifo quasi quanto mio fratello, complimenti. - Lo derise Herobrine.
Jane guardava la scena atterrita.
Il soldato si fece prendere dall'ira e gli mise le mani alla gola, quasi strozzandolo.
- Ti zittirò io, allora! - si arrabbiò la guardia.
- Lascialo! Lascialo stare! - Jane si divincolava spaventata: era pallida e tremante.
Il viso dell'uomo si stava colorando di un rosso profondo.
E qualcuno alle spalle del soldato gridò a squarciagola:
- LASCIALOOOO! -.
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Obsidian Soul
FanfictionHerobrine, Jane e Yuiya hanno iniziato una nuova vita come una normale famiglia. Vivono felici e contenti, nessuno sa della loro serena esistenza, accompagnata dall'amicizia della creeper Dyna. Ma la tranquillità non dura mai in eterno: gli Umani li...