Capitolo 10

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Axel camminava per il boscetto, cercando Dyna e chiamandola a gran voce.
- Ma dovera sarà finita quella... Huh? - il giovane sentì un piangnucolio provenire da sopra un albero. Incuriosito ed insospettito, camminó silenziosamente e a tentoni nell'oscurità verso il pianto. Si fermò e alzò la testa, vedendo penzolare due scarpe nere, sporche ancora di fango.
- Dyna... ? - la chiamò, appoggiandosi al tronco e guardando la ragazza.
- Che vuoi, stronzo?! Tss tss! - quasi si spaventó. Si asciugó velocemente le lacrime ed incrociò le braccia, ringhiando di fastidio.
Axel sospirò prima di iniziare a parlare.
- Non dovevi scappartene via in quel modo... - le disse, iniziando a scalare l'albero per mettersi accanto a lei.
- E perché no, scusami!? Lei non mi vuole vedere più, perciò me ne vado! Tss tss! - rispondeva acida e arrogante, così da allontanare il ragazzo per starsene da sola.
- Hey, eddai... - Axel le mise una mano sulla spalla, sorridendole.
- Succede di litigare tra amiche, no? - la consoló.
Ma la creeper lo spinse giù dal ramo, facendolo atterrare di schiena.
- Non mi toccare, schifoso umano! Tss tss! - era furibonda. Si potevano vedere i suoi occhi neri brillare di collera.
L'altro si mise a sedere, gemendo di dolore e cercando di massaggiarsi il punto dolente. Di certo ora aveva un enorme livido sulla schiena.
- Non andrai da nessuna parte se continui ad avere questo caratteraccio. - le spiegò, rialzandosi e guardandola con le mani ai fianchi.
- E tu che ne sai, eh?! Tss tss! -
- Anch'io prima ero così... Perciò te lo dico. - rispose secco.
Dyna lo guardò confusa visto che l'umano sembrava essersi rattristato.
- Dai, scendi da lì... - le chiese con un filo di voce.
In un minuto, la ragazza fu al suo fianco, guardando a terra.
Il ragazzo si voltò verso di lei, poggiando una mano sulla sua testa e facendo scorrere le dita tra i suoi capelli verdi. Le sorrise ancora come per perdonarla.
Si guardarono negli occhi per un attimo, ma quell'attimo fu rotto da un tuono che squarció il silenzio.
Axel si spaventó mentre Dyna si preoccupò: sapeva che quel tuono era opera di Herobrine.
La creeper prese l'umano per il polso e iniziò a correre verso l'accampamento.
- Ma c-che ti prende ora?! - domandò affannato.
- Dopo ti spiego! Tss tss! - rispose l'altra, facendo passi lunghi e veloci.
Quando tornarono alla jeep, videro Herobrine fuori dalla casa di pietra. Se ne stava appoggiato alla porta, a braccia conserte e nero in viso.
Di Jane e Yuiya non c'erano tracce.
- Hero... Cos'è successo...? Tss tss - esitò a chiedere la giovane, avvicinandosi all'uomo e lasciando il polso del ragazzo.
Herobrine sospirò nervoso, alzando lo sguardo accigliato.
- Oh, sei tornata. Entra immediatamente a parlare con Yui prima che mi incazzi di più. - ringhió tra di denti, scostandosi dalla porta.
- Ma... -
- Niente ma. Entra. - le ordinò. La sua voce faceva paura.
La creeper aprì la porta ed entrò nella casetta di pietra per confrontarsi con l'amica. Uscì invece Jane, con uno sguardo preoccupato.
- Vediamo se sono abbastanza grandi da risolvere da sole i loro problemi. - sperò la donna.

Dyna e Yuiya erano l'una difronte l'altra, scambiandosi occhiatacce.
Ma poi Yuiya abbassò la guardia, sedendosi sul suo letto, tenendo le mani in mezzo alle gambe e guardando malinconica la terra.
- Ahm... B-bhe... - mormorò. Sapeva che si doveva scusare prima l'amica, visto che era stato il suo caratteraccio a combinare quel pasticcio.
- Scusa. Tss tss... - si scusó, con voce ferma e fredda, la creeper.
La strega la guardò stupita: " Si è scusata?! Lei non si scusa mai per colpa del suo maledettissimo orgoglio! " pensò sorpresa.
Ella alzò lo sguardo per incontrare gli occhi scuri e tristi di Dyna.
- Scusa... Ma era più forte di me. È che... Non mi piace affatto quello. Tss tss - spiegò, allungando una mano verso la migliore amica che però non si fece toccare.
" Ecco cos'ha provato Axel poco fa. " commentò mentalmente Dyna. Ritirò la mano.
- E perché non ti piace allora lo devi torturare? Ma stai scherzando? - al momento la sua voce sembrava pacata, ma la sua espressione diceva tutt'altro.
- Sai come sono fatta... N-non ci posso fare null-  la ragazza dai capelli verdi fu bloccata da uno sfogo di rabbia dell'altra.
- Sei fatta così? Non ci puoi far niente?! Ma non dire stronzate! Tu non sei MAI stata così odiosa! - sbottó, alzandosi in piedi e mettendosi petto contro petto. Superava la creeper di qualche centimetro e perciò, agli occhi del mob, appariva anche più spaventosa.
Stava imitando il fare di Herobrine quando si arrabbiava con qualcuno, anche se capitava raramente. Ma lo suo sguardo tagliente... quello l'aveva preso da sua madre. Dalla sua vera madre.
- Y-yui... Scusa... tss tss... - riuscì a stento a dire, dato che la paura la stava mettendo in difficoltà.
Yuiya inspiró, allargando molto il petto un po' piatto, ed espiró sbuffando col naso.
- Se vuoi che questa amicizia vada avanti, non azzardarti più a trattare Axel in quel modo. Sono stata chiara? - le ordinò con tono intimidatorio.
" Sta facendo sul serio... Ecco che succede quando abbasso il mio orgoglio." pensò infastidita Dyna.
- Sono. Stata. Chiara? - ripeté nuovamente.
La creeper annuì, indietreggiando e staccandosi dall'amica. Le dava molto fastidio quando qualcuno le dava degli ordini, ma non voleva assolutamente perdere l'unica amica che aveva.
Avrebbe sacrificato qualsiasi cosa pur di restare con Yuiya, anche se perfino a lei pareva un'idea stupida ed irrazionale.
Yuiya sbuffó nuovamente per poi buttarsi sul letto ed abbracciare il suo cuscino.
L'altra rimase qualche minuto a fissarla, aspettando che si addormentasse.
La strega cadde in un sonno profondo nel giro di cinque minuti.
Dyna uscì dalla casetta, non spegnendo la torcia piazzata su uno dei muri per allontanare le tenebre dai loro letti.
Quando si chiuse la porta dietro di sé, poté notare che Axel era seduto con le spalle accanto alla porta. Aveva gli occhi chiusi e respirava leggero, senza far rumore.
" Ci ha aspettato? " si domandò.
Lo spinse un po' per le spalle, cercando di svegliarlo.
- Axeeel... tss tss... - sussurró al suo orecchio.
Il ragazzo la prese e se la strinse forte a sé come un pupazzo, dormendo ancora.
La creeper cercò di scrollarselo di dosso, irritata. Sospirò, non riuscendo a liberarsi, e si lasciò cullare un po' di controvoglia da quel dolce abbraccio.

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