10th. Solo le sciocche cadono

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(Spero che questa gif a dir poco divina si veda! Buona lettura)

Eloise camminava di fretta. Era passata un'intera giornata da quando aveva lasciato il palazzo del conte Styles con una sfuriata che non si sarebbe mai perdonata.

Aveva esagerato? Forse. Era sempre stata una ragazza un po troppo impulsiva per i gusti di sua madre e la sua lingua lunga era sempre stata un problema che però fino ad ora aveva saputo domare.

La pioggia cadeva fitta sui suoi capelli quel giorno. Eloise si guardò attorno titubante stringendo fra le sue mani la borsa con le nuove stoffe del commerciante e quei pochi denari che aveva guadagnato dai Winkils facendo loro un abito buono ai due bambini.
Sperava ardentemente che alla madre sarebbero bastati, erano pochi, sì, ma erano pur sempre qualcosa.

Appena si era praticamente licenziata dalla famiglia Styles, una vecchia domestica che aveva assistito forse al battibecco, aveva scortato lei e sua madre fuori dalle mura del palazzo senza un soldo. Era lì che Eloise aveva dovuto sputare fuori la verità difronte la crisi di nervi della madre che, imprecando furiosa, le aveva nuovamente ricordato quanto fosse una nullità.
Eloise ormai vi era abituata ma in cuor suo sapeva che anche se aveva fatto la cosa giusta, quel conte dallo sguardo profondo e dalla gentilezza apparente, le sarebbe mancato molto.

"Elizabeth, Pheobe, sono a casa!" Urlò Eloise entrando nella piccola abitazione familiare. Non era molto grande, anzi per nulla, ma non poteva lamentarsi; bastava per quello che le serviva. Una piccola stanza d'ingresso fungeva da entrata per una stanza del bucato e per la piccola cucina che dava su un salotto scarno con a malapena due divani scomodi e un caminetto; una rampa di scale portava al piano superiore, alle tre stanze da letto e i due bagni. Non era sicuramente la reggia degli Styles ma era casa.

"Eloise, Eloise, sei tornata!" Esultò la piccola di casa, Pheobe. "Joe era in pensiero, stava per venire a cercarti." Ridacchiò la piccola seguita dal fratello maggiore di appena diciotto anni.

"Ah ma davvero?" Sorrise divertita Eloise posando le buste della spesa e il borsone sul tavolino della cucina.

"No, Pheobe non sa distinguere ancora la realtà dalla finzione. " alzò gli occhi al cielo Joe aiutando Eloise.

"Sì, invece! " gli fece la linguaccia Pheobe. "Hai comprato la frutta?" Chiese poi curiosando fra le buste.

"Purtroppo no, piccola, non bastavano i denari." Si dispiacque Eloise accarezzando la guancia della sorellina. "Però ho preso i fagioli e della pasta! Vedrai ti piacerà. " sorrise Eloise cercando di trasmetterle entusiasmo.

"Non penso, la mamma non sarà contenta. "

"La mamma sarà contenta, non possiamo permetterci altro." Replicò Eloise con un tono di voce duro.

"Ah sì? E perché non possiamo permetterci altro, sgualdrina?" Ruth Gheller fece la sua entrata nella piccola cucina seguita da un sorriso furioso. La tensione si fece palpabile nell'aria tanto che la piccola Pheobe preferì correre nella sua stanza piuttosto che assistere all'ennesimo litigio della madre e Eloise.

"Non capisco perché continuate a chiamarmi così, non ho fatto nulla di male!" Disse duramente Eloise sostenendo lo sguardo freddo della madre.

"Sciocca! " la mano di Ruth colpì con forza la guancia di Eloise, "se tu non avessi fatto gli occhi da cerbiatto al conte quella sera, noi saremmo apposto per l'intero anno!" Disse mentre Joe si parava arrabbiato davanti alla sorella tentando di difenderla da quella che era sempre stata una madre violenta e testarda.

"Io? Ho solamente salvato la mia dignità, madre! " si difese Eloise.

"Mettendo noi sulla strada! Sai quanto ci costa mantenere una famiglia così da quando tuo padre se n'è andato! Eppure tu vai alle feste a fare la puttanella ai conti e dopo te ne penti per paura! " le parole dure e cattive della madre scalfirono la facciata sicura di Eloise come frecce.

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