Era il 20 maggio,un giorno qualsiasi per molti ma non per me.Fu il giorno in cui non mi sarei più svegliata da sola nel letto e non avrei più affrontato la vita solo con le mie forze. Il giorno in cui sono stata certa che qualcuno mi amasse veramente con i miei pregi e difetti,con le mie debolezze,i miei limiti e i miei eccessi.
Fu il giorno in cui io e lui saremo diventati una cosa sola,già lo eravamo da tempo ma quel giorno lo sentii ufficialmente ....
Io e lui una cosa sola dinanzi al tutto.
Ero di fronte allo specchio volevo ricontrollare per l'ultima volta il ciuffo dei capelli che tendenzialmente cadeva e mi copriva la vista,quando vidi entrare dalla porta mia mamma,aveva un vestito lungo che scendeva a terra di qualche centimetro e indossava un sorriso smagliante che le facevano apparire le sue piccole rughe sotto agli occhi,amavo il sorriso di mamma,era uno di quei sorrisi che si mostra sul viso dopo aver affrontato la tempesta e vedi che nel cielo è appena comparso l'arcobaleno. Si,mamma era così. Mamma vedeva sempre il lato positivo in ogni cosa,affrontava tutto con energia e con coraggio anche quando sembrava un controsenso. Se il il mondo fosse crollato lei avrebbe trovato un motivo anche minimo per sorridere.Era forte davvero.
Si avvicinò a me,mi guardò e disse:«sei perfetta»
«Grazie mamma» sorrisi.
Mi fece un cenno con il capo suggerendomi di uscire,il momento era arrivato.
Quando arrivai in chiesa trovai papà all'uscio della struttura con la sua cravatta nera che faceva fatica a trattenere le lacrime,per un secondo pensai che probabilmente era più emozionato di me. Mi strinsi a lui e mi accompagnò all'altare mostrandosi fiero come un padre che accompagna la propria figlia alla gara di danza. Solo due volte notai quel orgoglio: una volta quando mi laureai e l'altro in quel preciso istante.
All'altare mi attendeva chi negli ultimi anni si era preso cura di me mutando le fatiche della vita in leggerezze e standomi accanto nella buona e cattiva sorte.
Fu un momento speciale soprattutto quando lui prese la mia mano tremante e infilò l'anello al dito e io feci altrettanto con lui,mi voltai e vidi i miei genitori sorridermi. Avvengono raramente giorni così: giorni che meritano di essere ricordati semplicemente perché si è felici davvero.
Non c'è bisogno di descrivere l'emozione che provai quando dopo la celebrazione fuori chiesa tutti i miei parenti e amici gettarono il riso,non c'è bisogno di raccontare neanche i complimenti ricevuti,le foto scattate nei pressi del Castel dell'Ovo, l'odore del mare, il calore del sole.
Finalmente il tanto atteso giorno giunse ed io e Gabriele non potevamo chiedere di più.
Ormai la mia vita era perfetta,avevo sposato l'uomo della mia vita,da un anno ero la dottoressa specializzata in psicologia della famiglia e adesso mancava soltanto mantenere la promessa che ci facemmo.
Fu un matrimonio semplice,naturale,memorabile tanto che se avessi la possibilità di riviverlo lo farei senz'altro.
Io e Gabriele ci augurammo una vita serena e felice,pensammo che il nostro amore avrebbe superato qualsiasi ostacolo che la vita ci avrebbe posto davanti. Ci sentivamo forti,giovani,indistruttibili e amati.
Dopo il matrimonio preparammo le valigie, chiudemmo le finestre della nostra casa dove le pareti profumavano ancora di pittura fresca e partimmo, lasciammo tutto alle nostre spalle:lavoro ,parenti,amici ,sacrifici che negli ultimi mesi ci avevano massacrato e viaggiammo.
Ci promettemmo di girare il mondo, di osservare ogni particolare delle grandi città e dei monumenti.
Visitammo la grande muraglia cinese dimenticandoci del domani,percorremmo il tragitto con fatica ma non ci importava, c'eravamo noi e il mondo, nient altro.
Guardammo Parigi dalla Torre Eiffel e per un secondo ci sentimmo padroni di qualcosa di inevitabilmente immenso. Ci incantammo ad analizzare i quadri,i dipinti e i gruppi scultorei del museo di Louvre ,studiammo ogni sfumatura,ogni schizzo,ogni colore. Sembravano perfetti nelle loro imperfezioni proprio come era il nostro amore.
Cavalcammo l'onda di tutte le nostre piccole insicurezze.
Ci recammo a Siena,entrammo nella chiesa di Santa Sofia ,toccammo con le nostre mani la parete esterna del duomo e ci stendemmo a terra in Piazza del Campo .
Era enorme,c'erano decine e decine di persone intorno a noi anche loro distesi a terra a godersi il calore del sole che batteva sulla pelle e il panorama di una lunghezza smisurata ,essi si muovevano come uno stuolo di uccelli che volano nel cielo. Alcuni Avevano una destinazione altri semplicemente vagavano senza meta. Negozi,gelaterie,ristoranti,bar erano tutti lì . C'era vita.
Al suono di Wake Me Up ci svegliammo ad un tratto nella baia di Shaykh circondata dal mar Rosso. La differenza tra carnagione chiara e scura non era più visibile, con un clima secco galoppammo i dromedari , la nostra pelle era bagnata dall'acqua cristallina del mare e sfiorata dalla sua stessa sabbia. Un anno di viaggi,un anno di spostamenti colti costantemente da una sete di conoscenza. Il museo del pittore olandese Van Gogh ad Amsterdam seguito dall'alloggio segreto della giovane scrittrice Anna Frank,la basilica di Santo Stefano a Budapest, quella che era stata la capitale del Sacro Romano impero:Praga, dove la notte più lunga eterna non è,bagnata dal fiume Moldava visitammo La cattedrale San Vito e riprendemmo ogni istante di fronte al Muro di Lennon.
Molte città hanno perso l'intensità e la ricchezza di una volta ma ci sono città che anche se passano anni e anni rimangono sempre tali. Il tempo non le logora,le rende ancora più magnifiche.
Ogni viaggio mi ha segnato e insegnato. Ovunque andiamo lasciamo una piccola parte di noi ,è il segno di essere stati lì ,di aver preso qualcosa ma nello stesso tempo di aver lasciato qualcosa di nostro.
Questo Accadde anche nel rapporto con gli altri e nella vita,l'importante è lasciare un segno ovunque e dovunque senza mai stancarci perché un giorno della nostra esistenza rimarranno questi piccoli ma grandi gesti. Cerca di lasciare sempre segni positivi perchè quando te ne andrai la gente avrà un ricordo di te gioioso e magari pensandoti dal loro volto apparirà un sorriso.
L'ultima cosa che intravedremmo furono le Cascate Delle Marmore,in Italia. Ci trovammo nel cuore della natura,l'acqua, gli alberi, gli animali,il marmo bianco delle rocce,il suono dell'acqua che fluiva e scendeva a valle...ora che lo descrivo mi sembra di percepire quel suono nelle orecchie e tutto ciò che mi trasmette è un'idea di beatitudine.
Le macchine fotografiche con la memoria piena,il denaro che stava svanendo, la stanchezza e lo stress si facevano sentire e fummo costretti a terminare quel Esodo e tornare a casa.
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Cuore di Ceramica
RomanceVittoria è una donna alla quale la vita le pone davanti un ostacolo,qualcosa di davvero difficile da superare. Qualcosa che la consuma,che la indebolisce,che la intimidisce,che la ferisce,qualcosa che la fa sentire diversa dalle altre.Una donna che...