Capitolo 4

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La perdita di papà segnò l'inizio di un anno difficile per me. La sua mancanza la sentivo ovunque : al lavoro, a casa, nel mio cuore che si era irrigidito, quando ero con mamma.
Lui era il perno della famiglia, colui che l'aveva portata avanti, colui che mi aveva cresciuta,colui che mi amava incondizionatamente. Mi domandavo in quale luogo la sua anima gironzolava, pensavo al paradiso che forse lì non avrebbe vissuto gli orrori che sono presenti sul nostro pianeta. In qualunque parte si trovasse ero sicura che lui aveva trovato la pace perché la sua pace eravamo io e la mamma e se noi eravamo felici lo era anche lui, ma era proprio un'impresa esserlo in quel momento.
Immaginavo che lui ci sorvegliasse da lassù e che in realtà era accanto a noi solo che non era visibile.
Perché siamo destinati a perdere le persone ? In una storia nel quale il ciclo vitale del protagonista era completamente l'opposto di un'essere umano, la donna che aveva sfidato il tempo pur di stare accanto a lui amandolo , gli disse che solo perdendo le persone possiamo capire quanto erano importanti per noi, ma come si fa a dubitare dell'amore di una figlia nei confronti del proprio genitore ?
Se i miei genitori non si fossero mai amati io adesso non sarei qui a scriverti ne tantomeno ad attenderti. Tu non hai la minima idea di quanti bambini nascono ogni giorno, di quanti ovuli vengono fecondati in ogni donna amata. Milioni di spermatozoi che muoiono durante il percorso e solo uno riesce ad arrivare. Di quante combinazioni si formano, di quanti DNA che si duplicano questa volta però insieme ad un altro Dna diverso, due Dna con caratteristiche differenti che danno origine ad un Dna formato dall'alternanza dei loro caratteri.
Ci sono cose nel mondo bambino, davvero straordinarie e credimi nulla deve essere dato per scontato e niente accade per caso.
Il mio cuore ad un tratto si congelò, Gabriele tentava di scioglierlo, credevamo che ogni perdita avrebbe comportato una vittoria, alcuni ci dicevano che ogni morte chiama o annuncia una nascita e speravamo tanto che fosse così.
Ti attendemmo abbracciati stretti nel letto la sera, mano contro mano a domandarci quando arrivava il nostro giorno, il giorno in cui tu avresti preso parte di me e di noi capovolgendo le nostre vite.
I medici ripetevano che in noi non c'erano anomalie né dal punto di vista fisico né biologico da non poter avere figli.
«Non è ancora giunto il tuo momento, fra poco arriverà!» incalzava mamma.
Quante volte ho pianto in quel periodo convincendomi di essere inferiore alle altre donne, ho sofferto come chi non può ricevere il dono più grande di questa vita . Mi sono sentita minuscola di fronte alle paure e mi sono sentita anche grande dinanzi alle piccole carezze e gesti delle persone che amavo.
Ho evitato l'incomprensione, l'ingiustizia, l'egoismo. Sono stata come un pesce nell'acquario per anni, osservavo ogni cosa che mi circondava comprendendo quanto queste fossero così grandi al mio cospetto. Sono stata in mezzo ad altri pesci diversi da me, sopravvivevo all'interno di una cupola la cui esistenza era affannosa e fingevo di ridere in compagnia dei miei amici, quando uscivo con loro ascoltavo i loro argomenti, ma non ne ero mai partecipe quasi come non m'importasse più  di ciò che facevano.
La abitudine di scherzare, di prendere con leggerezza le cose e di divertirmi mutò poiché miei occhi guardavano il mondo in modo diverso ora.
Talvolta l'unica speranza a cui mi aggrappavo era Dio perché mi trasmetteva senza accorgermene la forza di cui avevo bisogno. Avvertivo una mano sulla spalla tutte le volte e piangevo e non riuscivo a smettere, poteva asciugare le lacrime e trasformare i miei occhi rossi in occhi che emanavano luce.
Le incessanti preghiere e le grida che rivolgevo a lui servivano a placare il dolore che si era insediato nella mia anima e che faceva male come lame conficcate nella pelle.
Facemmo molti Pellegrinaggi con la chiesa che avevamo preso parte a praticare da qualche anno dopo la morte di mio padre e andammo in varie zone dove la gente si recava per far sentire le loro preghiere più vicine a Dio.
Mi commossi davanti alla statua della Madonna a Lourdes, sudai e mi si gonfiarono i piedi salendo lo scoglio a Medjugorje, ma nel momento in cui vidi la statua della donna avvolta da una stola celeste mi inginocchiai a lei e sentii il male interiore svanire, sentii la speranza crescere dentro me.
Vidi il miracolo davanti ai miei occhi , a pochi centimetri da me : le rose di Santa Rita che non si seccano mai nonostante il tempo e le cose sfavorevoli che accadano nel mondo.
Quella rosa rappresenta la forza di Dio perchè è fragile e pura nonostante le spine, è rossa come l'amore e la passione. È eterna .
Più le mie preghiere erano forti più sentivo che Dio era accanto a me.
Il mio cuore gioiva per le bellezze del mondo e per l'amore che ricevevo. Guardavo mio marito, la mia casa, mia mamma e la natura, l'arte, sentivo
profumo dei fiori,  ammiravo il cielo stellato e
pensavo a quanto fosse meraviglioso il mondo, e che esso può diventare d'improvviso l'inferno quando ci manca qualcosa o qualcuno.
La vita è un continuo movimento che va dagli istanti in cui ti senti in paradiso ai momenti in cui ti senti all'inferno.
Bambino voglio che tu sappia che quando ti sentirai in paradiso goditi ogni cosa e non osare pensare che da un momento all'altro può terminare, ma tocca premendo forte e respira a pieni polmoni ciò che ti circonda.
Quando ti sentirai all'inferno aspetta, il tempo scorre, i giorni passano ,le cose cambiano, soffri e poi rinasci perchè il sole sorge di nuovo, il paradiso ritorna e ricorda che dopo la tempesta c'è sempre l'arcobaleno. Affronta le cose sfavorevoli e godi delle cose favorevoli.
Io probabilmente dovevo sentirmi all'inferno per molto tempo, ma se sentivo Gesù vicino a me sapevo che prima o poi sarebbe ritornato il paradiso in un modo o nell'altro.
Nel frattempo la mia attesa era vaga, difficile, faticosa e non ce la facevo più.
Osservavo la gente intorno a me, osservavo le donne nei parchi che rincorrevano i propri figli, che li sgridavano, che giocavano con loro o che aspettavano che scendessero da uno scivolo. Le osservavo al supermercato che portavano in braccio un fagottino che piangeva o un bambino chiedere alla mamma cose che non sa. I bambini sono così sono curiosi di tutto, riempiono di domande e sono sempre gioiosi anche per una caramella ricevuta.
Le osservavo e volevo essere come loro, volevo essere una donna che abbraccia il proprio figlio e lo bacia, volevo essere una mamma al quale mio figlio addormentandosi sul petto sentiva il mio calore.
Tra dolori, mancanze, gioie, amore, speranze, fede, inferiorità, guardare il mondo con una prospettiva differente, studiare i casi della gente, credere nel "possibile" senza dare troppo spazio all'impossibilità, viaggi, preghiere, perdita di pazienza, pianti...in questo modo trascorsero 9 anni della mia vita.

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