Capitolo 6

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Dopo che Genny lasciò la stanza non intenzionalmente, ma dettato dalla rabbia , slacciai l'orologio che avevo al polso e lo appoggiai sulla scrivania, ad un tratto mi ritrovai a riflettere sul valore della famiglia e come quest'ultima sia importante per ognuno di noi. La famiglia è una roccia poiché qualunque cosa accada è lì e puoi sempre appoggiarti ad essa. È una capanna costruita con le proprie mani, mani rivestite d'amore e di forza. All'interno ci sono le persone che ti hanno amato fin dal primo momento in cui sei venuto al mondo.
Essa dà le componenti essenziali e primarie per prepararsi ad una vita non sempre facile, è il posto nel quale si prendono le decisioni insieme, si mangia insieme e ci si prende cura se l'altro è malato o giù di morale. La famiglia è stata creata dai nostri genitori i quali sono le prime persone che ci hanno amato davvero e noi figli saremmo gli ultimi che , invece, ameranno loro.
Mi apparve in mente una frase, presi la prima penna che trovai e scrissi sull'agenda:
Come non parlare della famiglia quand'è tutto ciò che abbiamo?
La mia riflessione fu interrotta dal suono onomatopeico della porta seguito da una voce roca:"Posso entrare?"
Era Kevin, il ragazzo che faceva tirocinio da me da qualche mese.
"Si" dissi.
Aprì la porta ed entrò, aveva un telefono appoggiato all'orecchio e sentii dire:"D'accordo,ora gliela passo."
"È un genitore di un suo paziente. Ha insistito perché volesse parlare con lei."
Bisbigliò Kevin.
Annuii e il ragazzo uscì chiudendo la porta.
"Pronto, chi è?"
"Buongiorno Dott.ss,sono il sign. Toscano ,il padre di Nicola...Senta oggi non posso accompagnarlo da lei, può farmi un altro appuntamento possibilmente per questa settimana, le prego? "
"Non lo so, controllo in agenda se posso sostituirle il giorno."
Diedi uno sguardo e mentre ero sul punto di dire che non c'era posto lui mi anticipò incalzando:" È importante per mio figlio, le prego ancora."
Girai la pagina dell'agenda che elencava le giornate di fine settimana e infine dissi:" venerdì mattina alle ore 9:00, va bene?"
"Grazie tante" rispose staccando la chiamata.
Non ricordavo chi fosse il signor Toscano, pensai che forse era venuto da me solo una volta e quindi non mi ricordavo né di lui né di suo figlio, mi intrattenni nell'analizzare la voce bisognosa di quell'uomo per non dare spazio al dispiacere di aver messo l'appuntamento nel giorno del compleanno di Gabriele poiché avevamo organizzato di trascorrere un fine settimana a Venezia e adesso dovevo convincerlo di post-anticipare la partenza.
La giornata di lavoro era trascorsa  ,presi la mia borsa appoggiata sul sofà e mi diressi verso la porta d'uscita. Aveva smesso di piovere da un po' di tempo e nell'aria si espandeva un'odore delizioso di cibo  appena sfornato da mamme o da cuochi nella propria cucina, io invece rammaricata dovevo ritornare a casa, riscaldare l'acqua nella pentola, immergere la pasta e mangiare da sola.
Stavo aprendo lo sportello dell'auto quando mi sentii stringere il braccio e una voce strillante esclamò:"Dottoressa!"
Mi voltai quasi spaventata di chi fosse e guardandola la riconobbi subito.
"Giada, da quanto tempo!" sorrisi , lei mi chiese come stessi.
"Bene" risposi; ormai era diventata una bugia a cui non facevo più caso. Al dolore ci si abitua o lo si cerca di mettere da parte ?
Dopo varie domande simili  ad un questionario mi invitò a pranzare con lei in un fast food nei dintorni.
"Andiamo dai, infondo le devo qualcosa per avermi salvato!"  Esortò.
Giada era stata una mia paziente, forse una delle prime della mia carriera da psicologa, lei è riuscita a trovare in un tunnel di paure, di insicurezze e di paranoie, uno spiraglio di luce, si è aggrappata ad esso e si è salvata.
È riuscita a fuggire da un padre che non la meritava mutando la propria vita, imparando a godere della bellezza delle piccole cose e a ritrovare se stessa.
Pranzammo e mi raccontò di come procedeva la sua vita e di quanto fosse felice, mi disse che è diventata un'attrice di teatro e che si sposta da una città all'altra recitando nei più importanti teatri italiani e di quanto è amata dal pubblico.
La sua felicità la si poteva osservare negli occhi.
"Stasera c'è una mia rappresentazione scenografica al San Carlo, viene? So che a lei e a suo marito, amanti della cultura, piace il teatro. L'aspetto stasera!"
"Va bene" risposi senza esserne convinta.
Dopo di che ci salutammo attraverso un grande abbraccio.
"Non le ho mai detto grazie"
"Perché dovresti?"
"Mi sei stata accanto quando ero piccola e grazie a lei io ho trovato un po' di pace in me.
Ci sorridemmo caldamente e tornai a casa.
Il tempo naviga ad una velocità spaventosa, scorre davanti ai nostri occhi e noi non ce ne accorgiamo. C'è una clessidra accanto a noi, ma siamo troppo distratti per vederla. Ogni millimetro di sabbia che cade in basso rappresenta ogni opportunità che ci è davanti e che perdiamo senza acciuffarla con le mani.
Il mondo cambia, le circostanze e i luoghi anche, cambiamo anche noi : cresciamo, ci evolviamo, la nostra visione delle cose cambia da un momento all'altro, siamo felici e ad un tratto tristi , ci arrabbiamo con tutti e/0 con noi stessi.
Cambia il nostro aspetto, cambiamo look, compriamo un nuova maglietta perché quella di prima è diventata piccola o perché non ci piace più.
Le ringhiere, le scale, i marciapiedi, le pareti si coprono di polvere come può accadere anche all'anima.
Sono le emozioni a non cambiare, se hai amato amerai ancora, se hai sentito una sensazione travolgente la sentirai di nuovo anche se in un altro momento.
È il nostro cuore che non cambia.
Gli incontri che facciamo sono già combinati, il destino programma gli incroci durante il nostro viaggio.
Le persone che incontriamo restano nella nostra vita fino a quando non hanno terminato il loro compito. Tutte le persone che occupano un posto o che hanno occupato ci hanno insegnato qualcosa nel bene o male che sia. Ci sono persone che ci mettono alla prova, poi quelle che ti fanno capire di non diventare mai come loro, persone che ci fanno vedere il bello che abbiamo in noi.
Quelle che ci insegnano qualcosa dopo averti ferito e quelle che ti insegnano qualcosa pur stando in silenzio. Gli incontri hanno un valore e ci maturano.
Dopo 9 anni ho incontrato una paziente che credevo mi avesse dimenticato, invece tutt'altro, mi ha ringraziato ed è una delle cose che davvero mi rende lieta.
Il verbo Insegnare è costituito dal prefisso  in che si traduce dentro  e da segnare.
Le persone ci segnano dentro.

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