Cosa ci faceva Kellin sul bordo del letto? Perchè non c'era Andy ad aspettarmi? Stava bene? Cosa stava cercando di ottenere Kellin? Molte erano le domande che mi stavano tormentando la mente. Mi sedetti appoggiando la schiena alla testiera del letto e cercai di riordinare i pensieri che avevo in testa. Mi guardai intorno, non ero a casa mia, questo era ovvio, ma non ero nemmeno in un ospedale. Ero in una camera da letto con le pareti nere, molto grande. Sulla parete destra rispetto al letto c'era uno specchio in stile gotico con il bordo d'argento, e sotto di esso una scrivania nera. Sui lati dello specchio erano appese molte cornici, alcune foto raffiguravano alberi spogli, altre Kellin, e alcune occhi, occhi grigi, erano i miei occhi. Posai lo sguardo sulla parete sinistra. C'era un armadio di legno scuro che sembrava essere molto costoso e antico, ai lati delle casse da cui usciva una dolce musica che ricordava la natura. Sulla parete davanti al letto c'erano una porta e un tavolino con sopra un portatile. Guardai Kellin che sorrideva in silenzio. "Dove mi trovo?" indicò la stanza "Questa è camera mia, benvenuta." lo guardai male "Perchè mi trovo qui? Io non voglio stare in camera tua dopo quello che hai fatto. Dov'è Andy?" dissi con voce debole. Lui mi guardò, sbuffò e disse "Quando sei svenuta abbiamo deciso di smettere di darcele e di portarti da qualche parte per farti riprendere, e abbiamo optato per casa mia dato che da lui ci sono i suoi. Ma sappi che tra me e quell'idiota non è finita qui. E ora rilassati, è di la e sta aspettando il tuo risveglio." "Chiamalo." ordinai "No, voglio starci io con te, non voglio quello stronzo tra i piedi." sbottò "Se non lo chiami mi alzo e ci vado da sola." roteò gli occhi e si alzò uscendo dalla stanza. Qualche secondo dopo la porta si aprì e Andy varcò la soglia con un'espressione preoccupata in volto. "Bianca, piccola, come stai?" Mi chiese avvicinandosi al letto. "Meglio." Dissi abbracciandolo subito quando arrivò vicino. Mi strinse forte e mi diede un bacio sulla fronte, poi mi lasciò andare guardandomi negli occhi. "Portami via di qui, ti prego." gli presi la mano e la tirai per alzarmi dal letto. Mi prese in braccio annuendo e uscimmo dalla stanza. Quando Kellin ci vide venne subito verso di noi con lo sguardo iniettato di rabbia. "Lei non si muove da qui, chiaro?" feci segno ad Andy di mettermi giù e così fece lui. "Kellin senti, ti ringrazio per la tua ospitalità ma devo andare a casa, i miei genitori si staranno preoccupando, è tardi." gli dissi freddamente. Lui annuì e poi aggiunse "Però ti accompagno io." "No, te lo scordi." gli disse Andy fulminandolo con lo sguardo. "Lei viene con me brutto maniaco pazzo del cazzo. Devi lasciarla in pace, non perseguitarla più, non osare avvicinarti a lei." "Andy, finiscila. Andiamo via. Ciao Kellin." lo zittii io per poi prenderlo per il polso trascinandolo fuori da quella casa. "Perchè diavolo mi hai zittito? Quel deficiente deve capire che non deve provare neanche a sfiorarti. Cazzo Bianca, io non voglio che si avvicini a te." mosse il braccio per liberare il suo polso dalla mia presa e si diresse verso la sua macchina. "Non osare mai più parlare con lui. Nessun tipo di contatto. Io ti proteggerò, non gli permetterò di toccarti. Giuro che lo ammazzo se.." prima che potesse finire gridai "Andrew Dennis Biersack, questi sono fatti miei, è chiaro? Non ti devi intromettere. Ti ringrazio per starmi sempre accanto, per avermi difesa, ma questa è una cosa che non ti riguarda. Io parlo con chi voglio e vedo chi mi pare. E tu non hai il diritto di andare a picchiare qualcuno solo perchè sei geloso. Non comportarti da bullo in qualsiasi momento e con qualsiasi ragazzo si avvicini a me. L'hai sempre fatto e io non ho mai detto niente, ma mi sono stancata." presi fiato "Ora vado a casa. Ci vediamo." "No, scordatelo, ti accompagno." mi disse avvicinandosi e indicando la sua macchina. "Sali, ti prego." sospirai ed entrai in macchina. Non parlammo per tutto il viaggio, e la mascella di Andy rimase perennemente contratta. Era arrabbiato? Non mi interessava, si era comportato da immaturo e dovevo farglielo notare. Non che volessi veramente continuare a frequentare Kellin, quel ragazzo mi aveva stancata, anche se aveva come un potere calamitante su di me. Quando arrivammo davanti casa mia Andy mi salutò con un freddo "Ciao" e aspettò che fossi entrata in casa per partire di nuovo. Entrata in casa salutai i miei e salii subito in camera mia. Loro non mi fecero molte domande perchè gli dissi che io e Andy ci eravamo fermati un po' di più e avevamo passato il primo pomeriggio insieme. Erano le 17:00 quando controllai l'ora sul mio cellulare e non aveva nessuna intenzione di rimanere chiusa in casa, così mi lavai la faccia, mi truccai leggermente, presi il penny e dicendo ai miei genitori che dovevo incontrare una mia amica uscii. Volevo prendere una boccata d'aria, senza pensare minimamente a ciò che mi era successo quel giorno. Volevo distrarmi e uscire da quel mondo per qualche ora. Salii sul penny e misi le cuffie. Avevo voglia di musica rilassante, niente di rabbioso, così scelsi la riproduzione casuale dei The Fray e alzai il volume al massimo. Ero diretta verso il mio parco preferito. Durante il tragitto riuscii a non pensare a nulla e a lasciare che le parole delle canzoni e il vento mi portassero in un'altro mondo. Quando arrivai al parco ero rilassata e decisi di sedermi su una panchina sotto un albero, al fresco. Chiusi gli occhi senza togliere le cuffie e mi misi a canticchiare le parole di "How to save a life" che risuonava al massimo nelle mie orecchie. Ad un tratto qualcuno mi picchiettò un dito sulla spalla. Aprii lentamente gli occhi e vidi una ragazzo molto bello che mi guardava e diceva qualcosa che però non potevo sentire. Gli feci segno di aspettare con la mano e tolsi le cuffie. "Dimmi" gli dissi sorridendo. "Mi chiedevo se potessi sedermi qui accanto a te dato che è l'unica panchina libera al momento, solo che non volevo spostarti il penny. Scusa se ti ho disturbata." disse il ragazzo gentilmente. Aveva una voce davvero sexy. Lo guardai meglio, aveva i capelli marrone scuro e lunghi fino al collo e gli occhi color nocciola. Era pieno di tatuaggi e aveva i lineamenti del viso molto pronunciati. Indossava una canottiera nera dei Nirvana, degli skinny neri e ai piedi delle Dr. Martines basse. "Certo che puoi sederti" gli dissi e tolsi il penny dalla panchina. "Comunque sono Oliver, piacere." disse lui ad un tratto. "Io Bianca." sorrisi "Non ti ho mai visto da queste parti, per caso sei nuovo del quartiere?" gli chiesi curiosa "Si, mi sono appena trasferito qui dall'Inghilterra." Parlammo per tutto il pomeriggio e scoprii anche che frequentava la mia stessa scuola, ero felice e mi sentivo libera, e grazie ad Oliver non avevo pensato neanche una volta a quello che era successo durante la mattinata. Grazie Oliver! :)
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Occhi di nebbia. [Sospesa]
RomanceLe prese il viso tra le mani costringendola a guardarlo, e quando alzò lo sguardo i suoi occhi erano vuoti e grigi come la nebbia.