7. ...Maybe you don't.

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Era già quasi mezzanotte, e io e gli altri stavamo ballando da circa mezz'ora: i piedi cominciavano a bruciare, su quei tacchi.
Avevo conosciuto Luke Benward; era amico di Ryland, e di presenza era molto più alto di quanto sembrasse in Cloud 9. Era simpatico.
Stava lì a ballare con me e a fare lo scemo, e qualche volta mi sembrò vedere Ryland, trascinato da Danny poco più lontano, allungare il collo e guardare, quasi stesse controllando. Mi sentii prendere i fianchi, e girandomi vidi che era Chloe insieme a Beth e Pete. Ballai un po' anche con loro, Luke era sempre accanto a me, ma quando i piedi non ce la fecero più decisi di andarmi a sedere e riposarmi un po'.
   «Questi tacchi mi stanno uccidendo! Vado a riposarmi un po'!» urlai nell'orecchio a Chloe, per superare il volume della musica.
   «Okay, veniamo con te!» disse lei facendo lo stesso. Mi girai verso Luke, indicai i divanetti in fondo e mimai con la bocca "noi andiamo un attimo..", e mi rispose con un occhiolino e un "a dopo".
Il tragitto sembrò durare un secolo, ma quando mi sedetti il sollievo fu enorme. Tolsi i tacchi e poggiai i piedi sulle piastrelle fresche, poi presi un po' di sangria insieme alle ragazze.
   «Allora...hai conosciuto Luke finalmente!» disse Chloe.
   «Già! Me l'ha presentato Ryland e poi mi ha chiesto di ballare e-»
   «E ha cominciato a fare il simpatico. V, ci sta provando con te!»
   «Ma dai, stava solo..come fai a dirlo?»
   «Dato che è il mio ex..»
   «Oh, è lui quel Luke? Mi dispiace»
   «Ehi, relax. Stiamo meglio da amici. E poi è un bravo ragazzo!» subito Chloe assunse uno sguardo assorto per un secondo « ...Effettivamente non stareste male insieme» disse poi sorridendo.
   «Okay, frena. L'ho appena conosciuto!» risi allo strano pensiero di Chloe.
   «E poi, Vanny ha già la testa occupata» disse Beth sorridendo.
   «A proposito di quello..»
   «Aspettate, da chi?» sorrise Chloe, curiosa
   «Beth crede che tra me e Ryland Lynch ci sia qualcosa»
   «Oh, e c'è e come!» confermò ridendo.
   «Dov'è Pete, B?» le dissi ridendo, facendole capire di smetterla.
    «Sta parlando con amici dell'hockey, mi sa che vado a raggiungerlo»
    «Okay..ah, B?» si girò verso di me «Rossetto» dissi facendole l'occhiolino, indicandole di ripassarlo.
Prima della fine della serata deve baciare Pete, per forza!
«Che dici, torniamo in pista?» dissi a Chloe che era rimasta lì con me.
   «Sì, ma senza scarpe!» disse sorridendo.
Mi alzai di scatto, presi i tacchi e andammo saltellando a ritmo di musica verso la pista.
   «Facciamo tutti un bell'urlo per Jonathan!» urlò il Dj da dietro la sua postazione, e nel momento in cui le grida si unirono compatte, partirono nelle casse le note di Ginza, tutte le luci intorno si spensero e rimasero i riflettori sulla pista, che andavano a intermittenza cambiando colore. L'unica luce intorno, a parte quella, era quella che veniva dalla piscina, e dall'altra parte nel buio splendevano le fiammelle di piccole candele sui tavoli, creando un'atmosfera magica. Sorrisi tra me: era il momento perfetto, e mi guardai attorno vedendo con piacere che Bethany e Pete erano sempre più vicini, mentre Josh e Angelina, poco lontani da loro, si stavano baciando.
Ben fatto!
Vidi Ryland davanti a me guardarmi mentre entravo in pista. Le luci diventarono rosse. Mi guardava fisso, immobile, mentre camminavo a passo lento verso di lui e un venticello improvviso aveva cominciato a farmi svolazzare il vestito e i capelli. Sembrava imbambolato, quasi stregato. Le luci rosse si spensero e si riaccesero per 5 volte: la quinta volta fui davanti a lui, col corpo molto vicino al suo, sudato e, al tatto, bollente. Prese le mie mani con le sue, grandi, e se le portò dietro la testa, così mi ritrovai a ballare con le braccia attorno al suo collo e col viso ancora più vicino al suo. Mi sentivo quasi tirare verso di lui dai suoi occhi, che mi guardavano come se stesse per sciogliersi lì davanti a me. Mi sembrò di stare per sciogliermi anch'io: aveva dischiuso le labbra, e quegli occhi mi parlavano forte e chiaro. Alzò un braccio per stringermi il polso e accarezzarlo col pollice. Al contatto con la sua mano, sentii come miliardi di farfalle farsi spazio non solo nel mio stomaco, ma in tutto il corpo. Forse la musica, l'atmosfera, forse quel poco di alcool era bastato a togliermi ogni timidezza; ma di qualsiasi cosa fosse la colpa, eravamo lì, a pochi centimetri, e di nascondere ciò che volevamo non se ne parlava. Mi sentivo così debole sotto quegli occhi assetati che l'attesa mi stava uccidendo. Gettai lo sguardo sulle sue labbra e d'istinto morsi le mie: fu quello a farlo scattare, e il bacio fu così dolce e sensuale che ci coinvolse davvero nel giro di pochi secondi. Tenendo una mano sul suo collo, l'altra lasciai che gli percorresse il petto e si fermasse sui suoi addominali, e ancora una volta il contatto col suo corpo bollente e scolpito mi fece morire dal desiderio di averlo. Le sue braccia si spostarono, e le sue mani mi strinsero forte i fianchi, avvicinandomi di più a lui, mentre con le lingue cominciammo a giocare e un brivido mi percosse la schiena.
Non credevo che un bacio potesse scatenare tutto questo. Quando il bacio finì, allontanammo solo le labbra e continuammo a ballare strettissimi, mentre, riaperti gli occhi, dalla sua bocca uscì un "Wow". Annuii e sorrisi, e nell'arco di due secondi me lo ritrovai di nuovo sulle labbra in un bacio ancora più intenso del primo, mentre le sue mani mi percorrevano la schiena e mi sfioravano di poco i glutei. Di sicuro aveva in mente di farmi impazzire.
«Vanessa, io-» di colpo si fermò.
«Shh» lo zittii, tornando sorridente a riempirgli di bacini le labbra. E lui, sembrò riaccendersi di nuovo, mi afferrò il labbro inferiore e cominciò a succhiare e tirare, per poi tuffarsi di nuovo a capofitto su di me e consumarmi le labbra di baci.

Tornata a casa, mi buttai di corsa a letto. Non mi importava di mettere il pigiama o struccarmi, ero troppo occupata a pensare a quello che era successo. Sembrava fossi ubriaca, e in realtà era quello l'effetto che mi faceva Ryland Lynch: ero ubriaca dei suoi baci, dei suoi occhi, del gusto delle sue labbra. Chissà quanto stesi così, col sorriso da abete a fissare il soffitto.
Forse abbastanza a lungo, forse troppo..
«Vanessa? Vanny? Vanessa?» era la voce di mia madre. Ma non avevo la forza di rispondere, o muovere un dito.
«Vanny!» la sua voce era divertita. Aprii gli occhi.
«Eh, sì, sono sveglia. Buongiorno mamma, dormito bene?» e subito dopo mi scappò uno sbadiglio.
«Oh, io sì. E anche tu, vedo. Che ci fai ancora vestita e truccata?» rise.
Acquistai lucidità e riuscii a pensare a una scusa che non fosse "mi sono addormentata pensando a quel fico che ho baciato alla festa".
«Mi sono seduta un attimo perché i tacchi mi stavano uccidendo e poi...ehm..»
«Stanca, eh?»
«Giaaa»
«Okay piccola, vi ho fatto i pancake. Io sto andando con papà a prendere il pesce per stasera, ci vediamo dopo»
«Ciao..»
Mi alzai dal letto, seguii mia madre e chiusi la porta quando uscì.
Okay, diamoci una ripulita.
Messi su un paio di shorts morbidi a vita alta e una canottiera, scesi giù a fare colazione.
Arrivai in cucina sbadigliando e strofinando gli occhi, trascinandomi a forza verso la tavola.
«Ma buong- Woo, che hai fatto?» mia sorella, sempre sincera e trasparente, lei.
«Che ho fatto?»
«Hai una faccia...quando sei andata a letto?»
«Addirittura...» cercai di temporeggiare prendendo i pancake e disegnando cuoricini con lo sciroppo su di esse. Quando sentii la porta chiudersi, segno che mia madre era uscita, parlai.
«Okay, ho perso tempo a pensare e mi sono addormentata. Non sai che mi è successo ieri sera con-»
«RY!» urlò lei rispondendo al cellulare, mimando poi un "scusa, dopo mi dici" roteando il dito. «Mh. Ah, ah. Okay, ci vediamo dopo. Mmm smettila» stava sorridendo, e quel sorrisetto non mi piaceva «Dai, a dopo. Ciao, amore»
Frena un attimo. Che hai detto?!

Fall Back In Love || Ryland LynchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora