Capitolo 11

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NEW YORK
RESIDENZA VAN DER TUR
BRIANNA

Sento un rumore arrivarmi alle orecchie come una terribile eco snervante. Ci impiego solo pochi istanti a capirne la fonte... Allungo la mano sul comodino.
Apro timidamente una palpebra, il display s'illumina e a fatica metto a fuoco << le 9,02>> dico e vorrei solamente morire.
Mi stropiccio gli occhi e quando li apro un'ondata di luce mi trafigge le pupille.
Detesto ogni cosa in questo momento.
Mi giro e affondo la faccia tra i cuscini.

Allargo le narici a intermittenza e annuso i cuscini come fossi un segugio poi mi tiro subito su, sedendomi all'istante mentre cerco di associare il profumo che ho appena sentito a qualcosa.. o a qualcuno!
In meno di un secondo la serata di ieri mi si rovesci addosso come un secchio d'acqua gelata.
<<Ethan>> dico afferrando il cellulare.
Digito velocissima nonostante la mano intorpidita dal sonno e quando in cima ai messaggi mi appare il suo...  capisco che non me lo sono sognato!

Incredula e allo stesso tempo sconvolta ed eccitata (un mix tremendo) prendo coraggio e scosto il piumone dalle mie gambe. Una rasoiata gelida mi investe come un tir a tutta velocità.
Guardo la finestra spalancata e un pensiero strano galoppa nella mia mente...
È impossibile
Ma più ci penso e più alla fine, mi sento incredibilmente sicura: Ethan è stato qui!

Non so se sorridere o tremare.
Mi limito a deglutire e m'impongo di rimandare a dopo tutte le mie congetture... Prima ho bisogno di una tanica di caffè!

Appena la punta del mio piede tocca il marmo gelato però non solo mi sveglio all'istante ma mi sento anche straordinariamente lucida e così mi avvio alla finestra e mi sporgo in avanti guardando di sotto e, non so se sperare, di trovare un qualche indizio.

Mentre elaboro come fossi un detective ogni possibile teoria, lascio la stanza con un unico pensiero : È alto ma non impossibile...

La cucina mi sembra un miraggio, un oasi nel deserto. Sono affamata... Come ogni volta che qualcosa mi innervosisce..
<<Buongiorno Mary>> Guardo la mia dolce tata negli occhi e mi sembra provata mentre mi sorride <<Tutto ok?>>

Mi versa il caffè <<Abbiamo fatto le ore piccole è?>> la sua voce mi ricorda sempre lo zucchero filato che mi comprava da bambina...

<<Un pochino>> Le dico sorridendo

<<Cosa mi nascondi?>> Si siede accanto a me mentre si versa una tazza di thè bollente. Come faccia a berlo così caldo è da sempre un mistero ma anche lei ha origini inglesi e dice che per lei il thè è sacro e va bevuto così...
Mi guarda mentre abbasso lo sguardo. So che con lei posso parlare di tutto ma questo non vuol dire che non mi crei un certo imbarazzo... <<Si tratta di Luke... Vero?>>  dice infastidita. L'ha sempre detestato.

<<Si, c'era anche lui ieri sera ma anche qualcun'altro...>> abbasso lo sguardo e sento che sto arrossendo.
Incredibile come le cose possano cambiare in una serata. Ogni santo giorno, di questi fottutissimi tre mesi, ho sperato in una sua chiamata, un suo "Bri ho fatto una cazzata"... Ho pianto per lui ogni notte e ieri, vederli insieme, mi ha dato solamente fastidio... Nessun dramma, nessun pensiero omicida/suicida, solo il desiderio di continuare a perdermi in due occhi verde smeraldo...

<<Raccontami>> si raccoglie i lunghi capelli grigi in una coda striminzita per poi alzarsi dallo sgabello e mettermi davanti un piatto di pancake.

L'odore è così buono che batto le mani affamata.

<<Sciroppo?>> mi dice sorridendo e vedendomi annuire ne fa cadere una generosa dose.

Bright || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora