Twelve

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[commentate perché vi si ama !
Perdonatemi se non sono così presente come prima ma rimedierò con la lettura delle vostre storie. ( per le dirette interessate )]

Una volta uscita, mi guardo intorno disperatamente, sperando di poterlo vedere. Ma non è così. Sembra essere sparito all'improvviso, senza lasciare nessuna traccia.
Non può essere possibile.

Riprendo a camminare rapidamente, lanciando qualche sguardo ai passanti che ricambiano con viso curioso.
Ma di lui, niente.
Sospiro alzando gli occhi al cielo ancora grigio.

Spero che non ricominci a nevicare proprio ora o dopo. Tutto ma non quello.

Improvvisamente l'idea che possa essere ancora nel posto di sosta dove prima, quando mi aveva accompagnata, aveva parcheggiato il veicolo balena la mia mente così inizio a correre il più velocemente possibile, nonostante il gelido vento che si scontra con la mia pelle solo coperta da un maglioncino e dal grembiule del lavoro, mi fa rabbrividire per il freddo.

Una volta arrivata a destinazione, stringo le braccia intorno al corpo, tentando di scaldarlo e guardo le distinte macchine, sperando che ci sia anche la sua.

Il suono di due voci che chiacchierano risuona da qualche parte nel grande spazio. Tra esse, riconosco la voce roca di un ragazzo: Harry.

Bingo, l'ho trovato.

Devo assolutamente parlare con lui.

Mi avvicino lentamente attraversando due macchine per poi sbucare dall'altra parte, ritrovandomi a poca distanza il diretto interessato.
È girato di spalle mentre parla svogliatamente con una ragazza castana. Lei sembra molto estasiata di essere li con il ragazzo riccio, poiché il tono di voce che usa, ogni volta che apre bocca, è così squillante da farmi venir mal di testa anche da quella lontananza.

Sto per avvicinarmi, pronta a riprendere il mio taccuino che sicuramente avrà in macchina, quando improvvisamente la scena che mi si presenta davanti mi fa retrocedere.
Si stanno baciando mentre la ragazza tiene avvolta le mani intorno al collo di quest'ultimo ed egli è appoggiato al cofano del suo Suv.

Un ghigno di disgusto compare sul mio viso a tale visione di scambi di saliva. Sinceramente ho sempre odiato vedere certi individui fare determinate cose dinanzi a me.
Mi ricordo di quelle poche volte che ero uscita per andare a quelle feste piene di adolescenti, soltanto per il piacere dei miei genitori che non amavano che io stessi rinchiusa in casa tutto il giorno, e ogni volta che facevano quello stupido gioco della bottiglia, mi tiravo indietro così passando per quella strana.
Ma non mi è mai interessato il loro parere su di me, nonostante internamente invece era tutto il contrario.
Sono sempre stata dell'idea che un bacio deve essere dato soltanto quando le intenzioni delle due persone è per amore, perché si amano.

"Quando i loro cuori ed emozioni battono allo stesso ritmo, cantando la loro melodia, allora sarà un vero bacio. "

Ripeto mentalmente, ricordando le parole riportate sul mio diario.

È un idea un po' all'antica ma ormai le persone non sanno fare altro che confondere le vere sensazioni al divertimento, come se fosse un gioco in cui vi sono vincitori e perdenti. I vincitori sono coloro che non provano niente, vuoti dentro e menefreghisti, stronzi; i perdenti invece sono quelli che sentono, provano e amano, pieni di desideri.

Sbuffo riportando lo sguardo sui due che non sembrano neanche voler prendere fiato, troppo impegnati a mangiarsi la faccia.
Ed ora cosa faccio? Non vorrei passare per una ragazza gelosa, quando ovviamente non è così.

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