Rebehka's pov
Ero ancora lì imbambolata quando sentii la porta di casa sbattere...
18 Novembre 2048
Intorno alle ore 15,40«Rebehka White, si può sapere cosa ci fai di nuovo rintanata in soffitta?» gridò mia madre dalla cucina. Mi chiamava per nome e cognome solo quando era arrabbiata, quindi probabilmente era successo qualcosa.
Scesi le scale in fretta e per poco non caddi
sul tappeto del soggiorno.
«Rebehka! Fai più attenzione, potresti farti male una volta di queste.» disse.
Abigail White era una donna come molte altre, all'apparenza. Una quarantacinquenne in carriera, sempre presa dal suo lavoro.
Aveva gli occhi castani, come i miei, ma i capelli più chiari, castani chiari con i colpi di sole.
I miei invece erano castani scuri, ricci come quelli di mio padre.
Fin da bambina me li aveva sempre fatti stirare, così che sembrassimo più simili, nonostante tendessero ad arricciarsi di nuovo quasi subito.
Eravamo alte quasi uguali, intorno un metro e settanta, stessa corporatura.
Ma le somiglianze finivano lì.
Dopo la morte di mio padre lei si era chiusa in sé stessa, buttandosi a capofitto nel suo lavoro di Governatrice...
Essere la figlia di una Governatrice sarebbe dovuto essere un Onore...
E io invece l'avevo sempre detestato.
Perché bisognava sempre essere impeccabili.
Bisognava sempre essere presenti a tutte le cerimonie di Stato.
Ho sempre pensato che mia madre fosse una buona Governatrice. Insomma, ha amministrato bene la nostra politica per molti anni.
Ma sospettavo che ci fosse qualcosa....
Qualcosa che la turbava negli ultimi tempi. E io volevo assolutamente scoprire cosa.
«Allora signorina? Che combinavi lassù?» ripeté mia madre.
«Io... Niente, solo i compiti.» dissi.
«I compiti puoi benissimo farli in camera tua. Sai che non mi piace quella soffitta.»
«Si, lo so.» sospirai, e mi voltai per andarmene in camera. «Aspetta un momento. Ho incontrato James Parsons in centro, con la sua sorellina. Ha detto che venerdì ha una partita di football ma i suoi sono fuori città, e non sa a chi lasciare Hadley. Gli ho detto che tanto saresti andata comunque alla partita, e che la puoi guardare tu.
Mi é sembrato molto felice della notizia.
Non avevi niente da fare, vero cara?»
Erano anni che cercava di farmi uscire con i figli delle sue amiche, ma io gentilmente rifiutavo.
Erano troppo perfetti. Ed io ero semplicemente im-perfetta.
«No, non avevo nulla da fare. Grazie mamma.» dissi, stringendo i pugni.
Tornai in camera mia strisciando rumorosamente i piedi sul pavimento, e sbattei il più forte possibile la porta.
La sorella di James mi adorava, ma non era quello il punto.
Sapevo che dopo la partita ne avrebbe approfittato per chiedermi di andare al ballo con lui.
E se me lo chiedeva in pubblico, davanti alla scuola intera, le opzioni erano solo due:1) Dire di sì, e ricadere nella rete di James Parsons.
2) Dire di no, e rovinarmi la reputazione.
Oh, quanta scelta.Il mio cervello faticava ad immagazzinare tutte le cose successe quel giorno.
Non potevo credere di aver portato al collo per tutti quegli anni una chiave per viaggiare nel tempo.
E ancor più sconvolgente era il fatto che esistesse una macchina del tempo.
Se in più ci aggiungiamo i problemi di tutte le adolescenti, siamo a posto direi.
Non sapevo con chi confidarmi.
Normalmente avrei chiamato Lyz subito; ma egoisticamente pensavo che fosse una cosa tra me e mio padre. Solo noi.
Tirai fuori dalla tasca dei jeans il foglietto stropicciato trovato nel cassetto, lo rilessi talmente tante volte da impararlo quasi a memoria.
Perché bisognava essere in due per viaggiare nel tempo?
Se a uno dei due succedeva qualcosa era necessario un backup?
Avevo così tante parole per la testa che finalmente mi decisi a buttare giù una bozza della tesina.Saggio di: Rebehka White.
Argomento: viaggi spazio-temporali.19 Novembre 2048
Ore 07,45Elyza si fermò davanti a casa mia alla solita ora.
Aprì il finestrino della sua vecchia macchina retró e mi salutò dicendo «Serve un passaggio?»
Io sorrisi e salii in macchina.
«Tu non hai idea di quello che mi é successo ieri...» iniziai a dire, mentre mi allacciavo la cintura.
«Hai finalmente iniziato la tesina?» Lyz rise.
«Non ci crederai mai, ma ho fatto anche quello. Ti ricordi la mia soffitta?»
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Time Travellers - Amori nel Tempo
FantasyIl mio nome è Rebehka White e NON sono una normale teenager. Siamo nell'anno 2050. Ho diciotto anni, e tra poco mi cancelleranno la memoria. Il Governo pensa che io sappia troppe cose. Ho fatto degli sbagli, ma non me ne pento. L'ho fatto perché son...