Rebehka pov's
Mi sudavano le mani. Come si fa a chiedere alla propria migliore amica di voler provare una macchina del tempo nascosta in soffitta?
19 Novembre 2048
Intorno alle ore 07,55«Mi stai prendendo per il culo, vero?» esclamò Lyz.
Avevo parlato così velocemente che a malapena ricordavo quello che avevo detto.
«No, sono serissima! Lyz, ti rendi conto che se funzionasse potremmo... Potremmo evitare la terza guerra mondiale, potremmo salvare vite umane. Un sacco di vite umane.» esclamai.
Lei mi guardò torva.
«Behka, non pensi che se avesse davvero funzionato il Governo se la sarebbe presa lo stesso, dopo la morte di tuo padre?»
Elyza non credeva nella magia. Non credeva nemmeno che esistessero altre forme di vita nel resto dell'universo, e tantomeno credeva agli alieni.
Ma credeva fermamente nella scienza.
Mancavano ancora dieci minuti all'inizio delle lezioni ed io dovevo riuscire a convincerla.
«Vieni solo a vederla. Ti prego, ti prego, ti prego.»
«Oltretutto mia madre é a Boston per lavoro, quindi avremo tutto il tempo per mettere sottosopra la soffitta alla ricerca delle chiavi...»
Ero di umore smagliante.
«Ehi, aspetta, credevo che una delle due chiavi fosse quella che porti sempre al collo.» esclamò Elyza.
«No, questa apriva un cassetto, mi sa che ti sei persa qualche pezzo Lyz.» risi.
Sorrise anche lei, e ci incamminammo verso la classe dell'Avvoltoio.
Mentre entravamo, vidi James che parlava con Shayna. Lei gli stava toccando un braccio, poi vidi lui che si scostava scuotendo la testa, del genere "é finita".
Shayna entrò nell'aula di biologia, mentre sapevo che James sarebbe entrato nella mia stessa classe.
Mi sedetti in fretta vicino a Lyz, ma alla mia destra avevo un posto libero.
Vidi entrare Yvette e sperai che lei si sedesse lì, ma andò dritta verso Matt.
Tipico.
James entrò un attimo prima che entrasse il professore, e come previsto, l'unico banco libero era vicino a me.
"Quando non vuoi parlare con qualcuno, ovviamente..." Pensai.
Non mi salutò, perché con Gaffman era rischioso persino sussurrare.
Verso metà dell'ora, però, mi passò un bigliettino."Quindi vieni alla partita?"
Non aveva una bella calligrafia, notai.
Era disordinato, lo era sempre stato.
Eravamo stati insieme solo quattro mesi, si, ma eravamo anche stati migliori amici per 10 anni.
Abitavamo uno di fronte all'altro da tutta la vita.
In estate facevamo il bagnetto nella piscina gonfiabile nel suo giardino, in inverno facevamo battaglie di palle di neve.
Suo padre era il migliore amico di mio padre.
Quando lui era morto... Il ponte interrotto tra le nostre famiglie si era interrotto.
Mia madre a stento salutava la signora Parsons ormai.
A 11 anni James aveva passato quella fase in cui ai maschi le femmine fanno schifo, mentre io venivo lanciata nel mondo della società di mia madre.
É stato in quel periodo che ho conosciuto Lyz.
Facevamo un corso di nuoto insieme.
A 13 anni James é stato il mio primo bacio; nessuno dei due sapeva esattamente come si facesse, e la scena fu abbastanza comica.
E poi a 16 anni breve relazione, lui che mi tradiva e bla bla bla, questo lo sapete già.
Ero una delle poche persone a non chiamarlo Parsons. Gli avevano dato il nome del padre, James, e come secondo nome il nome del nonno, William. Per non fare confusione con il marito, la signora Parsons lo aveva soprannominato Will fin da piccolo.
Per cui, lui per me era sempre stato Will, mentre gli altri lo chiamavano James.
Insomma, io e lui avevamo una storia complicata.Scrissi "si" sul bigliettino, con una penna rosa.
Lui sorrise.
Quando sorrideva gli spuntavano le fossette.
Adoravo le sue fossette.
Notai che aveva un accenno di barba, che non gli stava per niente male.
Lo vidi scribacchiare qualcos'altro, ma non mi passò più il biglietto.
Ci sfiorammo il gomito a vicenda per sbaglio, ma i nostri contatti finirono lì.
Quando suonò la campanella, fui la prima ad alzarmi.
Presi lo zaino e mi incamminai verso la porta.
«Behka?» disse lui.
Lo aveva inventato lui, il mio soprannome.
Diceva che il mio nome era troppo lungo.
Era come se tutto intorno a noi fosse calato il silenzio.
Non c'erano più i rumori provenienti dal corridoio, c'eravamo solo noi.
«Ehm, sì?» dissi, voltandomi.
Gli altri studenti si volatilizzarono, diretti alla lezione successiva.
Anche Lyz, che probabilmente aveva qualche corso extra dall'altra parte della scuola.
«Volevo solo dirti che mi dispiace. Non te l'avevo mai detto.» lo disse guardandosi i piedi.
«Oh.» sospirai.
Non sapevo cosa dire.
Erano passati mesi, ma a quanto pare ci pensava ancora...
«Come sta andando il campionato, quoterback?»
cambiai argomento.
«Abbastanza bene. Miriamo ai campionati nazionali. E la tua candidatura a reginetta?» ouch. Speravo non lo dicesse.
«Procede bene... Non ci sono candidate molto agguerrite.» sussurrai.
Poi la campanella suonò di nuovo.
«Che materia hai adesso?» chiese, mentre uscivamo.
«Matematica. Odio matematica.» risposi.
«Il problema non é che odi la matematica Behka, é che odi la professoressa Stanley...» rise.
«Ah ah ah. Se arrivo in ritardo mi uccide, quindi é meglio se corro. Ci si vede, Will.»
Lo avevo chiamato Will senza neanche volerlo. Era più che altro un riflesso condizionato.
Lui sorrise ancora.
Si sporse in avanti e mi baciò la fronte.
«Ci si vede, Behka.»
Io arrossii.
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Time Travellers - Amori nel Tempo
FantezieIl mio nome è Rebehka White e NON sono una normale teenager. Siamo nell'anno 2050. Ho diciotto anni, e tra poco mi cancelleranno la memoria. Il Governo pensa che io sappia troppe cose. Ho fatto degli sbagli, ma non me ne pento. L'ho fatto perché son...