" Se ci fossero istruzioni
Per spiegare il meccanismo
Che mi ha spinta a presentarmi a casa tua con questo viso
Con la scusa un po' banale di riprendermi vestiti,libri,un po' della mia vita
Quella vita che mi hai tolto
Quella di cui non mi pento
Se il dolore è una corrente
Io tempesta e paravento,paravento
Conta lento,molto lento
Voltati,guarda in faccia chi ti lascia
Scordami "
Busso alla tua porta con mano tremante.Un suono appena percettibile viene prodotto da quel legno spesso che qualche mese fa abbiamo varcato mano nella mano e ci ha condotti a quello che credevo sarebbe stato il Paradiso.
Sembra che tu non sia riuscito ad annullarmi completamente e quel briciolo di dignità che ancora mi resta mi spinge a bussare di nuovo ,questa volta in modo che tu mi senta.
Il Paradiso? È durato così poco...
Le fiamme dell'inferno in cui sei precipitato mi hanno avvolta come le tue braccia che possessivamente ogni notte mi stringevano,convincendomi di essere nulla senza di te.
E l'ho creduto davvero.
Ho inseguito tutta la vita il sogno di essere tua e quando finalmente ci sono riuscita, di me stessa non è rimasto che un corpo caldo disteso su un letto troppo grande come l'abisso che ci separava.
Apri la porta e mi osservi dall'alto al basso,come al tuo solito,con quello sguardo di sufficienza che mi ha fatto sentire da sempre inappropriata.
Cerco di allontanare dalla mia testa il pensiero che sei dannatamente bello appena sveglio, con i capelli spettinati e gli occhi socchiusi.
Mi inviti ad entrare,ma non illuderti,non sono qui per restare.
Saliamo le scale in silenzio fino alla tua camera da letto,dove abbiamo consumato il nostro amore per la prima volta.
Ti ho donato anche questo di me : la mia purezza. Credevo che fossi l'unico a meritarla.
Mi dirigo verso l'armadio dove sono riposti con un ordine quasi maniacale i tuoi vestiti e da un lato un po' dei miei.
Mi chiedi cosa sto facendo.
Non lo hai ancora capito,ma d'altronde perché dovresti.
Il mio viso tirato e i miei occhi gonfi avrebbero dovuto suggerire a te, che sei sempre stato un ottimo osservatore il motivo della mia visita,ma non mi stupisco...hai sempre dato poco peso a ciò che potevo provare o pensare.
Ti volti di spalle mentre io,sempre in silenzio,raccatto le mie cose.
È per questo che sono venuta,mi ripeto,cercando di spiegarmi perché abbia ancora bisogno di te e mi ostini a sperare che tu possa cambiare.
Inserisco nervosamente nella sacca che ho portato con me tutto ciò che mi appartiene,quel poco che mi hai concesso di portare in casa tua,invadendo il tuo piccolo e gelido mondo.
Porto la sacca sulla spalla mentre tu guardi fuori dalla finestra impassibile come sempre.
Non mi aspettavo una reazione diversa da parte tua.
Mi hai sempre accusata di essere noiosa e prevedibile,ma con il tempo mi sono accorta che quegli aggettivi erano più appropriati se riferiti a te.
Sussurro un " ciao " che mi rimane strozzato in gola e spero di costringerti a voltarti, a guardarmi dritta negli occhi e a capire che finalmente li ho aperti e ho capito.
Ho capito che per provare a salvarti mi sono persa io. Ma non mi pento di ogni singolo sorriso che sono riuscita a strapparti o della serenità che ho cercato di donarti.
Ho assecondato ogni tuo capriccio o malumore,i tuoi insensati silenzi e così ho imparato anch'io a tacere.
Mi hai trascinata con te in quella spirale di angoscia e tormento che io cercavo in tutti i modi di combattere con il mio sorriso e poi ho perso anche quello.
Mi avevi avvertita,è vero,ma ero così accecata dall'amore che provavo e,dannata me,provo ancora per te , da credere che il mio sacrificio avrebbe reso felici entrambi.
" Renderò le tue giornate felici " ti avevo promesso otto anni fa.
La mia promessa l'ho mantenuta,ma a che prezzo.
Il mio amore non bastava a tutti e due e con il tempo la tua scostanza ha inaridito anche me.
Finalmente ti decidi a voltarti...i tuoi occhi,la tua bocca sottile e la tua pelle di porcellana.
Mi fa male guardarti,ma voglio affrontare il mio dolore fino in fondo.
Le tue labbra si piegano in un ghigno ,di derisione forse: per l'ennesima volta mi sono umiliata al tuo cospetto.
Mi giro per uscire...non ce la faccio più .
La tua mano ferma il mio braccio ma mi libero dalla presa...la mia pietà è finita.
Con la tua solita arroganza mi prendi con la forza e mi sbatti contro il muro intrappolandomi con le tue braccia e davanti ai miei occhi iniziano a passare uno dopo l'altro i ricordi della nostra storia.
Voglio dimenticare...fallo anche tu.
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Io Respiro
Hayran KurguPrima classificata al contest " Song-fiction,per tutti " indetto da supersara89. La canzone è" l'amore non mi basta " di Emma e la coppia è ovviamente Sasusaku. Vecchia, vecchissima storia, presente su Efp.