Il suo odore mi travolgeva

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Quando arrivo a casa ho la testa che mi gira, non capisco più niente. Quel ragazzo mi ha fuso il cervello.

Sono sdraiata sul letto e continuo a pensare a tutto quello che è successo nel corridoio e ad interrompere i miei pensieri è il campanello della porta. "Chi potrà mai essere a quest'ora ?" Penso tra me e me. Sbircio dall'occhiello, è Nathan. Che ci fa qui? Come sa dove abito? Sento la sua voce dire "Lo so che sai dietro la porta e sta aspettando che me ne vada, però non lo farò. Ti devo chiedere solo una cosa." "Okay, dimmi tutto." "Dovresti venire un attimo con me, dobbiamo parlare" "Perché dovrei darti retta, non ci conosciamo neanche, le uniche cose che so di te è che ti chiami Nathan Butler, hai la mia età e possiedi anche tu delle abilità innate." "È proprio di questo che dobbiamo parlare." "Dammi cinque minuti che mi vesto, a meno che tu non mi voglia vedere con il mio pigiama" "Va bene" "anche se mi piacerebbe molto aiutarti a togliere il pigiama" bisbiglia. Faccio finta di non ascoltarlo, ma appena sento quelle parole uscire dalla sua bocca avvampò in un'istante. Corro in camera mia e mi metto le prime cose che trovo, jeans skinny e la maglietta dei Pink Floyd. Pettino i capelli, giusto per non sembrare Bellatrix Lestrange, che mi ricadono morbidi sulle spalle. Dopo 5 minuti apro la porta e con tutto il coraggio che trovo dentro di me vado insieme a Nathan sulla spiaggia. Appena mi vede uscire di casa mi fa i complimenti per la bella maglietta, arrossisco. Quando arriviamo sulla spiaggia Nathan mi invita a sedermi di fianco a lui. "No, sto in piedi, circola meglio il sangue" appena finisco di parlare mi rendo conto che il ragazzo dagli occhi stupendi sta ridendo, in un secondo lo fulmino con lo sguardo e smette subito di ridere. "Va bene bimbetta, fai come vuoi" "Bene, che cosa devi dirmi di tanto importante da venirmi a chiamare a casa, poi scusa come fai a sapere dove abito ?" "Troppe domande, risponderò ad una per volta" "Okay, però fallo" "Allora, il tuo indirizzo di casa l'ho trovato nella tua cartella personale a scuola, non chiedermi come sono riuscito ad averla. La seconda cosa invece è qualcosa di più serio, i nostri poteri. Io non ho la più pallida idea di cosa ti abbia detto Jack però sappi che lui  racconta un sacco di balle" "Scusa dammi una buon motivo per crederti, io non ti conosco perciò come potrei fidarmi di te e di quello che dici" "Non ti sto chiedendo di fidarti di me, solo di ascoltarmi. Spetta a te la scelta se credermi o no. Posso iniziare ?" "Certo" "Allora qui in California c'è un gruppo segreto dove studiano le persone come noi, che hanno delle Abilità Speciali, Jack ne fa parte da circa 6 anni, anche io ne facevo parte fino a qualche anno fa, ma poi mi sono reso conto di quello che facevano alle persone come noi. Cose così terribili che non saresti neanche in grado di immaginare. Jack è un ragazzo molto bravo a imbambolare le persone, per questo l'hanno mandato a parlare con te. Vogliono che tu ti unisca a loro, ma ti faranno solo del male se lo farai. devi stare molto attenta alle persone che ti circondano" "Aspetta, tu come fai a sapere che io ho parlato con Jack, perché mi stai dicendo tutte queste cose, perché mi stai proteggendo ?" "Perché non voglio che ti facciano del male, tu sei preziosa, certe cosa non posso dirtele, sono segrete" "Dai non fare il cretino, dimmelo" "Non farti neanche passare per l'anticamera del cervello che te le dica" "Tanto prima o poi lo scoprirò" "Vedremo" alla sua risposta gli faccio una linguaccia, inizia a ridere. Com'è bello quando ride, perché non lo fa più spesso ? "Nathan che tu sappia, io sono stata veramente adottata ?", sento gli occhi iniziarsi a riempire di lacrime "Si, purtroppo quella è una cosa vera. Jack su questo non ti ha mentito". Non devo piangere, non devo piangere, ripete la vocina dentro di me, ma è più forte di me. Sento una lacrima bagnarmi la guancia, una dopo l'altra, non riesco a fermarmi. Sento il solito calore, mi avvolge completamente, entro poco mi ritrovo tra le sue braccia. Sto piangendo sulla sua spalla, lui mi continua a passare la mano sulla testa, come segno di conforto. Non ce la faccio più. "Sfogati bimbetta, ne hai bisogno", lo allontano per vedere il suo viso. I suoi occhi sono lucidi, come se stesse per piangere, mi fa piacere che ci sia lui, mi fa piacere essere tra le sue braccia, mi sento protetta. Mi stringe più forte. Sussulto. Lo inizio a stringere forte anche io.  

M sveglio di soprassalto, è 1.30 del mattino. Sono ancora in spiaggia, anzi siamo ancora in spiaggia. Mi ritrovo abbracciata a Nathan, sono a un palmo dalla sua bocca. Una ciocca gli ricade sul viso, molto delicatamente cercando di non svegliarlo, gliela sposto così da poterlo vedere meglio. Quando dorme è in un mondo tutto suo, ha l'aria così rilassata e spensierata, è così bello. 

Gli occhi non ce la fanno più a restare aperti, pian piano l'immagine del viso di Nathan inizia a farsi meno chiara fino a non vederla più. L'ultima cosa che ho visto prima di addormentarmi è stato il suo viso, l'ultima cosa che ho sentito è stato il suo odore. Un profumo che mi ricordava l'amore. Quel profumo mi aveva travolto completamente.

Mi svegliano malamente. Chi sono queste persone, dove mi trovo, perché non sono in spiaggia con Nathan, perché mi trovo qui. Tutte domande a cui non so se mi daranno una risposta. Ho paura, tanta paura e non c'è l'unica persona che ora vorrei al mio fianco a proteggermi, Nathan. 



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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 27, 2016 ⏰

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