Capitolo 7

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Molte persone non mi considerano  accondiscendente, una poco di buono e dal carattere più aspro di una buccia di limone.

Però io mi ricordo com'ero numerosi anni fa prima che tutto ciò cambiasse.

Mi dicevano che ero dolce, simpatica, carina. I soliti aggettivi che le persone dicono a chi non si conosce.

Preferisco essere come una buccia di limone piuttosto che un
omologata.

E poi si sa che le ragazze graffianti sono meglio di quelle tipo Barbie.

Forse si, forse dovrei essere un po più accondiscendente ma mi hanno insegnato che uno non nasce stronzo.

Una persona diventa stronza perché le delusioni ti spezzano il cuore e le schegge fanno male.

Quindi:
"fregatene degli altri, mira avanti" è uno dei miei motti preferiti.

Oggi Daniele non è a scuola così come non lo era ieri.

E ho paura che non tornerà più per la maniera in cui ci siamo salutati
l'ultima volta.

Oggi abbiamo anche la versione  di latino.

Non sono pronta ad affrontarla perché non ho mai aperto libro.

La professoressa passa per i banchi consegnandoci la versione.

L'esercizio è lungo dieci righe e per me che mai ho studiato sarà difficile.

Inoltre sono anche al primo banco e non posso farmi aiutare da nessuno.

Per fortuna però avendo già fatto il quarto ginnasio ho imparato come cavarmela:
Consegni l'ipod alla professoressa che di tecnologia non capisce nulla e il telefono lo tieni nell'astuccio.

Ammettilo, anche tu lo fai!

Telefono nell'astuccio e basta fare un lavoro di copiatura da uno dei tanti siti.

Alla fine delle due ore il lavoro é stato compiuto alla perfezione.

La professoressa raccoglie tutti i compiti e esce dalla classe.

Adesso c'è religione.

Non riesco proprio a sopportala questa ora di religione.

Non perché é pesante ma perché questo professore crede veramente in quello che fa e quando un professore si monta la testa per una materia è finita e sopratutto io in Dio non ci credo.

Lui però sorride sempre.

Ha seminato i pavimenti di marmo di tutta la scuola con i suoi sorrisi.

Quando lo incontri sorride, anche quando entra a scuola, a differenza degli altri prof.

Sembra quasi che quel sorriso non sia suo.

Entra in classe e sorride.
"Ragazzi, oggi faremo un gioco.
Dovrete solo indovinare di chi è questa frase."

Poi scrive la frase alla lavagna e ce la indica

"Lì dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore" la legge ad alta voce e il gioco comincia.

"Jovanotti!"

"No."

"Max Pezzali?"

"No."

"Tiziano Ferro?"

"No. Più indietro..."

"Battisti?"

"No."

"Ci sono!" Urlo allargando le braccia. Voglio far ridere la classe.

Tuesday-Il prof di religioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora