Capitolo 54

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"Salve ragazzi.
Questa è l'ultima lezione sui dieci comandamenti.
Spero che quello che avete capito non è sapere l'ordine perfetto in cui sono stati scritti perché neanche noi li abbiamo studiati in ordine.
L'importante non è saperli a memoria.
L'importante è aver capito gli insegnamenti che ci vogliono trasmettere"

Quinto comandamento: "Non uccidere" (Libro dell'Esodo 20,13).

La vita è il dono più prezioso che il Signore ha dato all'uomo. Gli è stata affidata come un capitale da investire, per produrre frutti di vita eterna. La vita ha un valore immenso che solo l'uomo terreno possiede.
Attraverso il tempo della prova l'uomo ha la possibilità di guadagnarsi l'eternità della gloria.

Uccidere è mancare all'amore. Mancanza di amore verso Dio, mancanza di amore verso il prossimo, uccidendolo corporalmente, moralmente o spiritualmente. Mancanza di amore verso se stessi,

Non si uccide solo nel corpo, ma anche nel morale.

Per esempio te, Sara, preferiresti essere popolare o essere una brava ragazza? E te Emily? Luca?
La risposta ve la do io.
Al giorno d'oggi i giovani che si sentono fieri di essere considerati dei bravi ragazzi sono molto  pochi. Oramai ritengono sia un titolo da perdenti; preferiscono assumere quello stupido comportamento da persone dure e insensibili per imitare i coetanei ed essere meglio accettati all'interno della compagnia.

Siete mai state vittima di bullismo?

Sapete come ci si sente ad essere bullizzati?

Sapete quali sono le domande che vi tormentano tutto il giorno?

La prima domanda che la vittima si fa è perché sia stata presa di mira

poi si auto convince che il perché è proprio davanti ai suoi occhi: è lei ad essere sbagliata, ad essere diversa.

Il più grave errore commesso dai ragazzi che vivono questa situazione difficile è convincersi di meritare quello che gli viene fatto.

Quello che riceve le fa credere di essere odiata da tutti e si chiede perché qualcuno dovrebbe esserle amico o dovrebbe stare con lei.

La sua insicurezza è alle stelle, mentre la sua autostima è inesistente.

Non si sente amata, ma non crede di meritare amore.

E odia se stessa, odia il suo riflesso e vorrebbe scomparire.

La vittima di bullismo si sente un peso nel mondo e crede che se non ci fosse oppure se scomparisse, nessuno si accorgerebbe della sua assenza, nessuno ne soffrirebbe e tutti andrebbero avanti anche senza la sua inutile presenza.

Bloccata dalla paura, non riesce a vedere un futuro per lei, perché non si sente brava in nulla e in ogni cosa crede di fallire.

Non sa quale sarà il suo posto nel mondo e la paura di sbagliare la porterà ad aver timore di rischiare.

Chi è vittima di bullismo è vittima anche della paura, dell'insicurezza, della vergogna, della negatività e della tristezza.

Si chiede come può uscirne, pensa di potercela fare da sola, ma non è così facile.

Non è abbastanza forte ed è sola ad affrontare un male troppo grande.

Tuesday-Il prof di religioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora