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Kim

Non so neanche perchè ma mi ritrovai a fare quello che mi aveva detto. Max non era più tra le mie braccia ma nella culletta di vimini che avevo portato.

 

Poi il mio cervello andó in tilt. Avevo le sue mani su di me. Mi avvolgevano toccando quei punti dolenti. Mi avvicinai volevo baciarlo bramavo le sue mani.
Ma lui mi teneva lontano da se.
Mi spinse contro la scrivania e divaricandomi con  forza le gambe.
Mi assalì un vortice di sensazioni. Ansimavo. Lui era giá  dentro di me.
Era come ricordavo nei miei sogni più nascosti.
Così potente.  
Non duró molto.
Finì.
Si sistemó, bació sulla fronte Max ed uscì di lì.  
Lasciandomi sola in balia di quelle sensazioni.

 

Lo desideravo così tanto che avevo lasciato che mi trattasse come il suo   giocattolo.

Una voce in me peró sperava che in qualche modo potessi risvegliare qualcosa in lui.

  Mi   sistemai.
Poi mi assicurai che il mio ometto dormisse.
Volevo dargli a tutti costi la famiglia che meritava.

 
Raccolsi le mutandine strappate in terra e uscii con le gambi dolenti.
Il turbine di sensazioni continuava a stravolgermi.
Tornai a casa e mi concedetti un bel bagno caldo.

Sentii il pianto di Max. Raccolsi l'accappatoio ed entrai nella sua stanzetta.

 
-Amore della mamma, ti sei svegliato!-

Appena mi vide il suo volto si illuminó come al solito.
Allungó le sue manine verso di me.
Io lo presi tra le mie braccia.

-Che ne dici di un bel bagnetto?-

Lavato e  improfumato, stesi il suo tappetino a terra e lo lasciai gattonare in giro.  
Non era molto capace mi ricordava una piccola tartarughina.

Inserii un cd.
Amava la musica, forse perchè fin da quando era nel pancione avevo iniziato a fargliela ascoltare.

  -Max vieni dalla mamma!-

 

Il piccolo curiosone peró preso dalla foga di raggiungermi si catapultò. A modo suo  riusciva a camminare ma era piuttosto buffo. Mi ritrovai così sul tappeto a ridere a crepapelle con mio figlio sul mio ventre.

  Il tutto peró fu interrotto dal familiare trillo di Skype.

-Ei Max  saranno i nonni o gli zii?-

 
Nonostante non potesse ancora rispondermi ormai era il mio interlocutore preferito.

  Presi Max e lo portai davanti al computer.

  -Amore della nonna! Ragazzi venite a vedere il nostro  angioletto!- mia madre chiamò a raccolta il resto della truppa prima di scoppiare a piangere.

-Max saluta i nonni!-

La sua espressione davanti allo schermo era indecifrabile.
-Credo che sia un po' confuso. Ci mancate!-
Accarezzai la sua testolina per tranquillizzarlo.

I miei erano rimasti sotto shock quando poche settimane prima del matrimonio di Gail gli avevo fatto conoscere Max. Dopo uno sgomento iniziale si sentivano in colpa per non essermi stati accanto in quei momento così difficili.

Li salutai e mi concessi uno spuntino insieme a l'unico uomo della mia vita.

Erano giorni ormai che Brian non si faceva vedere. Volevo quasi chiamarlo ma dopo quello che avevamo fatto, iniziavo a sentirmi un suo oggetto. Almeno peró sarebbe potuto passare a trovare Max.

Once upon a love:  Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora